Il jazz è donna al Roccella Jonica
// di Guido Michelone //
I festival jazz, quando sono ben organizzati, pensati, strutturati, si prestano a numerose chiavi di lettura e di interpretazione, talvolta anche al di là delle meritevoli intenzioni programmatiche, come accade da sempre – e a maggior ragione ora, 2023 – a Roccella Jonica, dove il pluridecennale festival Rumori Mediterranei (ormai da quasi tutti chiamato anche Roccella Jazz Festival) è composto da succose anteprime e originalissimi progetti: quest’anno ad esempio ci sono da un lato molti tributi ai grandi italo-americani (Tony Bennett, Eddie Lang, Joe Venuti, Frank Sinatra, Chick Corea) da parte di jazzmen sia italiani sia stranieri, dall’altro un omaggio al jazz turco con la presenza di quattro band provenienti da Instambul, Ankara, NBerlino, Londra, a dimostrazione del cosmopolitismo musicale di questa nazione da sempre votata alla grande musica sia colta sia popolare.
C’è però, a Roccella 2023, come in molte altre precedenti occasioni, un filo trasversale che connota un festival riuscito da tutti i punti di vista dai concerti alle presentazioni di libri, dalle masterclass alle dirette radiofoniche: qualcosa che sembra riassumibile nel motto “Il jazz è donna” o ancora “il jazz è donna (anche) a Roccella. Infatti la star di quest’anno è al femminile, ovvero la chitarrista statunitense Mary Halvorson che, nel recital del 1° settembre , entusiasma i tanti fans provenienti da diverse regioni di tutt’Italia per applaudirla al Teatro al Castello: musica e pubblico di fatto confermano quanto dicono le classifiche della prestigiosa rivista americana «Down Beat», che in fatto di musica parlano chiaro: la Halvorson è una musicista ai vertici del jazz mondiale; tale primato è guadagnato dopo la vittoria per sette anni della graduatoria dei chitarristi stilata dai critici del mensile ritenuto una ‘bibbia del jazz’ dagli appassionati del genere; quest’anno alla Halvorson viene inoltre assegnato anche il titolo di miglior compositrice per le musiche dei suoi ultimi album Amaryllis e Belladonnausciti in contemporanea. A Roccella, però, Mary offre un progetto sui due musicisti italo-americani Joe Venuti ed Eddie Lang, commissionato da Vincenzo Staiano, direttore artistico di Rumori Mediterranei; sul palcoscenico, insieme a lei, suonano la violista Jessica Pavone,il contrabbassista Nick Dunston e il batterista Tomas Fujiwara. La Pavone, che ha origini italiane, è la vera rivelazione della serata, grazie a uno strumento atipico nel mondo del jazz, ma che qui espone molti richiami ovviamente a Venuti, con Dunston e Fujiwara che fanno la loro parte dando un tocco d’avanguardia all’evento ( produzione originale del Festival), interpretato in modo impeccabile e accolto con favore e positività dalla numerosa audience.
Un’analoga accoglienza viene altresì riservata alla mitica cantante statunitense Rachel Gould, tra l’altro, storica vocalist di Chet Baker e della Woody Herman Orchestra. Moglie del sassofonista italo-americano (origini calabresi con i nonni origirari di Cardinale in provincia di Catanzaro.) Sal Nistico coautore del progetto visto sempre al Teatro al Castello in prima mondiale, ma registrato in Germania addirittura nel 1984 da una formazione guidata dallo stesso Nistico, di cui la Gould è l’unica superstite della formazione originale con i brani ora riversati su CD da Caligola Records. A Roccella Rachel conferma le grandi qualità sia canore sia compositive che la iscrivono, quasi di diritto, nella grande storia del jazz; insieme a lei opera un gruppo di musicisti italiani guidati dal talentuoso sassofonista Pietro Tonolo e dai bravi Marcello Tonolo al pianoforte, Mattia Megatelli al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria.
Ma ‘il jazz è donna a Roccella’ significa pure la discussione sul libro Carla Bley, La ragazza che urlò ‘champagne’, scritto dal jazzista Mirko Onofrio e pubblicato Fonicottero/Le Pecore Nere Editore sempre nel 2023. Come spiega unb altro jazzman, Carlo Cimino, nell’introduzione: “Dal microcosmo al macrocosmo, da anonima Cigarette Girl a musicista capace di gestire e di comporre per un’intera orchestra, dal jazz alle avanguardie europee, da Lovella May Borg a Carla Bley, questo libro vi guiderà amorevolmente nel mondo di una grande protagonista della musica del Novecento che fortunatamente ha sempre conservato dentro di sé lo spirito della ragazza che urlò: Champagne!” . Tutti concordi, durante la presentazione, nel rilevare che Carla – oggi 87enne – è senz’altro la jazz woman, a livello di strumentiste (ovvero non cantanti), più importante e originale nella storia del jazz,.
E infine ‘il jazz è donna’ ancora con un libro, La voce nel pop e nel jazz. Guida discografica a cento canzoni imperdibili edito da Mimesis nel 2022e redatto dalla vocalist Greta Panettieri a Roccella nella duplice veste di autrice e di musicista: il testo risulta un vademecum alle migliori incisioni discografiche jazz e pop di cento fra le più celebri e classiche canzoni americane dell’epoca classica e moderna, i cosiddetti standard di George Gershwin, Cole Porter, Irving Berlin e Richard Rodgers. Greta si sofferma prima su un’analisi essenziale della parte autoriale delle canzoni, evidenziandone gli aspetti fondamentali dal punto di vista melodico e testuale, e poi suggerisce al lettore, con una riflessione comparativa su alcune tra le molte interpretazioni esistenti, quali siano le migliori versioni discografiche dei brani, tanto in ambito jazzistico quanto in quello più propriamente pop. La Panettieri collabora quindi allo spettacolo Semplicemente il migliore, Il mito di Frank Sinatra tra jazz, pop e cinema (che avrà un testo omonimo di prossima uscita presso Feltrinelli): l’autore è Luca Cerchiari (docente all’Università IULM di Milano), il quale illustra il mondo del celebre showman parlando e interagendo con la voce di Greta e del suo quartetto, nella cui performance sono altresì video-proiettati gli spezzoni di celebri musical, film, concerti, accanto all’esecuzione dei migliori brani di tutto il repertorio di The Voice.