«Like Water» di Olivia Trummer: metamorfosi sonora e vocazione poliedrica (Warner Music, 2025)

…una dichiarazione di poetica sonora in cui lirismo, tecnica e ispirazione convivono in un equilibrio maturo. L’ascolto del disco è un invito a lasciarsi attraversare da una corrente di bellezza consapevole, il cui flusso sembra sgorgare da un’inquietudine creativa profondamente autentica.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Nel panorama sempre più fluido delle musiche d’autore contemporanee, «Like Water» si presenta come un raffinato concept discografico che coniuga coerenza stilistica e slancio rigenerativo. Olivia Trummer, pianista, cantautrice e voce translinguistica, dà prova di una maturità espressiva che va ben oltre la consueta dialettica tra classico e jazzistico. L’album si articola infatti come un crocevia estetico tra memoria, invenzione e cosmopolitismo emozionale.
L’acqua, archetipo primigenio e metafora eletta, diviene in questo contesto simbolo di rinascita e continuità: l’elemento fluido permea il percorso dell’artista senza disgregarne l’identità, piuttosto alimentandone la vocazione trasformativa. L’ascolto si configura così come un viaggio liquido e stratificato, in cui il repertorio autoriale si alterna con omaggi intelligenti e mai manierati alla grande tradizione afroamericana e alla canzone colta d’autore. La selezione dei pezzi, estremamente curata e narrativamente coesa, si distingue per equilibrio e profondità interpretativa. Accanto a vertici del jazz standard , si ritagliano spazi pregnanti le composizioni originali della Trummer che ne confermano la perizia nel tessere melodie di immediata memorabilità, senza mai indulgere in facili formule.
La scrittura vocale, intrisa di una delicatezza dinamica e di una consapevolezza linguistica sorprendente, si intreccia con la prassi pianistica in un dialogo sinergico che esalta tanto il dettaglio timbrico quanto la profondità emotiva. L’artista si dimostra altresì capace di attraversare idiomi differenti – dal tedesco all’inglese, fino all’italiano – con una naturalezza che denota piena padronanza degli strumenti espressivi. Il curriculum dell’interprete, scolpito da un doppio perfezionamento accademico tra Stoccarda e New York e da un itinerario produttivo già denso di pubblicazioni, non serve da ornamento ma da fondamento vivo di un’identità in costante divenire. Non stupisce dunque che, dopo dieci opere discografiche, l’artista non mostri alcun cedimento alla prevedibilità, ma continui a sfidare se stessa e l’ascoltatore, proponendo un lessico musicale che si rivela tanto accessibile quanto sofisticato.
«My Baby Just Cares For Me» apre la porta dell’album con una lettura essenziale e garbata del celebre standard associato a Nina Simone. Il trattamento è sobrio ma non privo di personalità: il tempo rilassato e la sonorità vellutata mettono in luce una vocalità che, pur rispettando il retaggio del pezzo, introduce una morbidezza più cameristica e riflessiva. «Wie die Zeit vergeht», componimento originale in lingua tedesca, costituisce una riflessione lirica sul tempo e il suo fluire. Il pianismo è flessibile, quasi impressionista, e la linea vocale attraversa l’idioma con delicatezza, sottolineando come anche nella dimensione madrelingua la Trummer sappia calibrare suono ed emozione con misura e raffinatezza. Il gusto per la rilettura rispettosa prosegue con «I’m Old Fashioned», gioiello del songbook americano. L’interpretazione rifugge l’approccio swingato tradizionale in favore di una visione più intima e sospesa, in cui il fraseggio vocale aderisce con finezza al tessuto armonico. La title-track, «Like Water Titolo», è il manifesto estetico del progetto. L’acqua come simbolo di adattabilità e purezza si traduce in una tessitura melodica diafana, in cui piano e voce scorrono come due correnti che si sfiorano senza mai travolgersi. Notevole l’equilibrio tra minimalismo e profondità emotiva. In «I’m Glad There is You» la cantante si cimenta con una ballad jazzistica, mantenendone intatto lo spirito romantico ma alleggerendolo di ogni retorica. Il risultato è un’intima dichiarazione di presenza e gratitudine, che si avvale di un fraseggio vocale accennato, quasi sussurrato. «Watching The Moon», una delle pagine originali più liriche del ciclo, evoca un paesaggio notturno ricco di simbolismi astrali. Il registro espressivo oscilla tra cantautorato colto e jazz cameristico, e sottolinea la vena compositiva di Olivia Trummer, capace di suggestione e misura.
«You Are The Sunshine Of My Life», capolavoro di Stevie Wonder, viene trasfigurato in una veste garbatamente jazzata. Il ritmo viene ammorbidito, il groove lasciato fluire con compostezza, e l’enfasi melodica posta su calore e dolcezza piuttosto che su brillantezza ritmica. L’evocazione spirituale affiora in questa rilettura rispettosa di «Swing Low Sweet Chariot, un canto afroamericano dalla profonda radice storica. L’arrangiamento, scarno ma non spoglio, lascia trasparire tutto il carico simbolico della melodia, filtrato attraverso una lente laica e lirica. «Tu, io e domani» è un omaggio al cantautorato italiano, con la collaborazione di Joe Barbieri. Il componimento si distingue per eleganza narrativa e sobrietà formale, confermando l’abilità dell’artista di muoversi con agio anche nel repertorio mediterraneo, senza mai risultare forzata o estranea. «Get Here Ballata», struggente di Brenda Russell, resa celebre da Oleta Adams, viene riletta attraverso un’interpretazione essenziale, che privilegia lo spazio ed il silenzio, restituendole un’intensità nuova, quasi meditativa.«Strange Day», fresca di conio, sembra condensare inquietudine e meraviglia. L’equilibrio tra sperimentazione armonica e linearità melodica rende il componimento una delle vette espressive dell’intero lotto. La chiusura è affidata a «Somewhere», un classico dal sapore teatrale, firmato Bernstein/Sondheim. Olivia ne doma la potenza emotiva con eleganza sospesa, restituendo un finale che non è un epilogo, ma l’apertura contemplativa verso un altrove.
In conclusione, «Like Water» non è semplicemente l’ennesimo tassello di una carriera in espansione, bensì una dichiarazione di poetica sonora in cui lirismo, tecnica e ispirazione convivono in un equilibrio maturo. L’ascolto del disco è un invito a lasciarsi attraversare da una corrente di bellezza consapevole, il cui flusso sembra sgorgare da un’inquietudine creativa profondamente autentica.
