…ci troviamo nel campo della musica tout-court, che pur facendo ricorso a strumenti fisici e sistemi accordali, nello specifico, sembra riverberare i suoni di una natura all’alba del mondo durante il suo risveglio…

// di Francesco Cataldo Verrina //

Ci sono alcuni progetti musicali, la cui forza espressiva nasce dal fatto di non essere facilmente collocabili in un preciso perimetro di genere e di stile, poichè non sono la summa di linguaggi esistenti in natura, ma riescono a creare una propria dimensione, talvolta metafisica e spirituale, dove l’elemento materico si completa solo con l’interazione dell’ascoltatore. Per contro, ci troviamo nel campo della musica tout-court, che pur facendo ricorso a strumenti fisici e sistemi accordali, nello specifico, sembra riverberare i suoni di una natura all’alba del mondo durante il suo risveglio.

«Flow» è un progetto musicale che possiede in primis le stimmate dell’unicità, in cui, già al primo contatto aurale, le due titolari dell’impresa, Sonia Spinello ed Eugenia Canale, riescono a risucchiare il fruitore in vortice di sensazioni lontane dai fragori dell’era del metaverso e del Web 4.0, dove tutto viene strillato o confezionato in maniera ridondante. Per contro «Flow» è calato in un’ambientazione minimale, nella forma e nella sostanza, tanto che l’essenza stessa del parenchima sonoro si fonde a caldo con le parole, in cui la musica sembra sussurrare raccontando di un mondo quasi misterico e sotterraneo, mentre le parole risuonano nell’aria come piccole stille di emozioni da prendere a piccole dosi. Siamo di fronte ad un vocal-jazz «vegano», completamente privo di grassi o eccessi proteici e dove gli strumenti, senza mai sovrapporsi, si annodano intorno ad un canto elegiaco e struggente. Tra echi d’oriente, folate di suoni mediterranei, essenze nordiche e reminiscenze cameristiche, Sonia Spinello ed Eugenia Canale sembrerebbe che abbiano voluto condensare e disperdere nell’aria, attraverso un modulo espressivo – certamente non prevedibile e contenuto nei programmi ministeriali – tutta una serie di elementi sospesi o nascosti fra le righe, ma percepibili: disperazione antica, sofferenze moderne, il pianto di un bambino o di una madre affranta dalla guerra, il tormento di due amanti, il canto degli uccelli in migrazione, il lamento di generazioni intrappolate nelle metropoli virtuali, ma anche il risveglio della natura e il sapore della terra, di terre lontane e di luoghi incantati e incantevoli.

«Flow» porta il suo scandaglio in profondità e, come un torrente carsico, emerge lentamente trascinando dietro di sè un inarrestabile flusso sonoro ispirato da culture molteplici, dove gli strumenti, di certo non convenzionali, seguono le indicazioni audiotattili impartite dal pianoforte di Eugenia Canale, facendo da corollario alla voce di Sonia Spinello e non solo. L’excursus sonoro si sviluppa solo apparentemente partendo da un rapporto duale, ma in realtà è frutto di una circolarità creativa e narrativa che coinvolge a turno un certo numero di musicisti, sia pur calati in una dimensione minimale e discreta, quasi in penombra: Sonia Spinello voce, Eugenia Canale pianoforte, Ashti Abdo saz (tembur), duduk, hulusi e voce (tracce 1, 4, 7, 8), Francesca Corrias voce (traccia 10), Rob Luft: chitarre (traccia 5), Mario Mariotti flicorno (traccia 2), Daniela Savoldi violoncello e voce (tracce 4, 6), Achille Succi clarinetto basso e sassofono alto (traccia 9) : L’album contiene dieci frammenti sonori, alcuni di media lunghezza, altri brevi come l’iniziale «In Every Existence I» che raddoppia sul finale del disco, un componimento conciso ma intenso, in cui la voce diventa gravida di vibrazioni come un indumento di lana sotto un temporale e le note del pianoforte precipitano lentamente come gocce di pioggia, riverberando e allargando l’ampiezza delle parole stesse, mentre il duduk (antico strumento armeno) diventa un collante strutturale.

Le due tracce che seguono «Embrace» e « Crystals», giocano ancora sull’afflato tra la voce e il pianoforte che zampilla di note rubate al registro più alto dello strumento. «GrEy Smoke» è il componimento più lungo dell’album, in cui al piano si aggiunge il violoncello tracciando su carta millimetrata infinite sfumature di grigio, precisamente in quella fumosa zona dall’animo umano in cui si celano tormenti e segreti mai svelati. In «Answers From The Fog» la chitarra disegna un’atmosfera di lento risveglio, un albeggiare in cui gli elementi sono ancora coperti da una coltre di nebbia e le risposte non ancora del tutto chiare. «Bitterness» è una ballata dal sapore beatlesiano, intorno alla quale il violoncello imbastisce un’aura di angostura, addolcita dal piano che giunge a più miti consigli, mentre il canto sembra risollevarsi dopo una lunga meditazione spirituale. «Lou Lou» con la voce del curdo Ashti Abdo, accompagnato dal saz-tembûr (strumento arabo a corde) diventa un cantico alla luna in notte d’Oriente o una preghiera votiva al supremo dio della notte. «My Future» si sostanzia come una ballata delicata e brunita che guarda in molte direzioni tra Nord e Sud del mondo. La title-track, «Flow», è sicuramente il costrutto più vicino alle dinamiche del jazz, l’impianto costruttivo è imperniato sul quadrangolo voce, piano, sax e clarinetto basso.

Il chiusura la seconda parte di « In Every Existence II», la quale completa il quadro emotivo esposto nella traccia iniziale dell’album. «Flow» di Sonia Spinello ed Eugenia Canale, pubblicato dalla Abeat Records, è un lavoro discografico lontano del rumore mediatico o dal rutilante universo delle app: non una fuga, ma un ritorno alle emozioni. Le due sodali descrivono così il progetto: «Lasciare che la musica prenda forma dall’ascolto reciproco e fluisca trasformandosi continuamente. Questo disco nasce così, una fotografia di quello che è avvenuto esattamente nel momento in cui è stato vissuto, frutto del nostro incontro e della nostra collaborazione con molti altri artisti, ognuno con la sua estetica e la sua sensibilità, ma tutti alla ricerca di una sonorità che scavasse la parola e la portasse in profondità».

Sonia Spinello e Eugenia Canale

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