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…il suono si mescola agli aromi che si diffondono nella stanza. Ho l’impressione di avere Gaspare qui insieme a me, le note vibrano, sono decise, belle e croccanti, ma allo stesso tempo sfumano…

// di Stefano Lana //

Squilla la sveglia, sono le sei di mattina. Questa è l’ora che preferisco, la casa silenziosa, ovattata da una certa quiete, sembra che il tempo scorri più lentamente. La moka gorgheggia, il profumo di caffè si diffonde nell’aria, sulla mensola dell’armadio una busta impacchettata mi schiaccia l’occhio. L’avevo ritirata ieri sera, ma non avevo avuto tempo di scartarla. Aprendola, mi ha subito incuriosito la copertina: chiara e luminosa, spicca immediatamente il nome dell’autore, Gaspare Di Lieto, e il titolo del suo album «The Songs I Like To Play».

Il musicista appare in primo piano, con un volto che trasmette serenità, indossa una camicia blu, presumo sia appoggiato al proprio pianoforte e lo sfondo della copertina è di color beige chiaro. Rileggo il titolo con una vena malinconica: «Le canzoni che mi piace suonare». A chi non piacerebbe realizzare i propri sogni? Dietro alle parole ho rivisto questo pensiero che credo sfiori ognuno di noi. Immagino che oltre al termine «like» ci sia un piacere superiore, qualcosa che crea profondo benessere per l’anima dell’autore. Vorremmo tutti avere la possibilità di perseguire i nostri desideri e Gaspare con la sua musica vuole ricordarci questo. Inserisco il disco nel lettore mentre assaporo la tazza di caffè, il suono si mescola agli aromi che si diffondono nella stanza. Ho l’impressione di avere Gaspare qui insieme a me, le note vibrano, sono decise, belle e croccanti, ma allo stesso tempo sfumano.

La sua musica ricorda i jazz saloon degli anni Venti, ma con un’atmosfera odierna, riesco ad assaporarmi alcuni celebri brani come «Body and Soul» (Johnny Green), «Ask Me Now» (Thelonious Monk), «I Love You Sweetheart Of All My Dreams» (Art Fitch), «Light Blue» (Thelonious Monk) e tanti altri. Sono sedici fiori profumati di vario tipo, il sottofondo è il blues e il pianista non nasconde la sua profonda ammirazione per Thelonius Monk, uno dei più grandi rappresentanti della storia del jazz. Dobbiamo sottolineare che «The Songs I Like To Play» è realizzato a casa, non vi è stata nessuna sala di registrazione. Tutto questo ha ricreato un effetto diverso, il tutto più diretto e naturale rispetto a quello di una sala d’incisione. In sala ogni imperfezione viene ripresa e corretta, in una registrazione casalinga questo non può avvenire e l’impatto iniziale era quello che Gaspare voleva ricreare.

Pianista, compositore e arrangiatore, Gaspare Di Lieto ha lavorato con professionalità a diversi Festival Jazz, tra i quali l’Umbria Jazz di Perugia, il Jazz by the Sea di Fano, l’International jazz Festival di Ulm in Germania, Jazz in Sardegna a Cagliari. Ha suonato e collaborato con Tony Scott, John Laporta, Billy Harper, Larry Schneider, Eric Harland, Bob Nover, Reuben Rogers, Fabrizio Bosso, Dario Deidda, Alfonso Deidda, Giovanni Amato, Pietro Iodice e Amedeo Ariano. Ha collaborato inoltre anche con grandi poeti come Amiri Baraka, Sonia Sanchez, Lawrence Ferlinghetti, Gregory Corso, Martin Matz. Posso solo consigliare a tutti di poter avere nella propria collezione di dischi questo prezioso gioiello. «The Songs I Like To Play» non è solo il classico bel disco, ma una carezza intima per le proprie emozioni come una medicina per il cuore.

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