«Profondo Blu» degli Am Bros One, un flusso melodico inarrestabile come l’onda travolgente di un oceano in tempesta (ARS Spoletium, 2025)

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… un disco che si agita, emergendo da un abisso di suggestioni molteplici, che sfiora le coste del jazz, nel senso più dilatato e contemporaneo del termine, che vaga e divaga sui flutti e sulle onde di una musica multistrato, fra tradizione e innovazione.

// di Francesco Cataldo Verrina //

Il mare e la musica: ci chiediamo sovente quanta correlazione ci possa essere, senza contare che il mare ha ispirato artisti di ogni genere, pittori, scrittori, poeti. Musicisti e compositori, per metafora si sono sempre tuffati in un oceano di note. Il mare vicino e lontano, calma e tempesta, amico e nemico, il mare che dà gioia e che atterrisce, il mare come via di fuga e punto d’approdo. Il mare è dentro di noi, il mare siamo noi, il mare è acqua, è linfa vitale, fonte di vita e di sussistenza, vacanza e paesaggio. Per paradosso, la Terra, detto il pianeta blu, dovrebbe chiamarsi «Mare», almeno per quantità di liquido presente. In fondo, veniamo tutti dal mare: siamo pesci senza le branchie e uccelli senza le ali. Attraverso le molteplici suggestioni che dalla musica scaturiscono si può creare una stretta relazione con le sconfinate distese marine. È ciò che hanno fatto i fratelli Ambrosone, Gabriel e Manuel, con «Profondo Blu», un disco che si agita, emergendo da un abisso di suggestioni molteplici, che sfiora le coste del jazz, nel senso più dilatato e contemporaneo del termine, che vaga e divaga sui flutti e sulle onde di una musica multistrato, fra tradizione e innovazione, affidando, così, la poesia del mare alla chitarra, alla fisarmonica e all’uso razionale di un’elettronica non invasiva.

Il marchio di fabbrica Am Bros One fa capo a due giovani musicisti avellinesi: Gabriel fisarmonicista, ventiquattrenne, enfant prodige sullo strumento a mantice, con studi affinati presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino e attraverso numerose collaborazioni di prestigio, nonché direttore artistico e ideatore del Wave of Improvisation Festival che si tiene annualmente in Irpinia. È del 2023 il suo primo disco da band-leader dal titolo «Impression», pubblicato dalla Barly Records; Manuel Ambrosone, classe 1997, con oltre quindici anni di esperienza in ambito rock, pop e jazz, suona la chitarra dall’età di nove anni, facendo dell’improvvisazione il suo approccio principale alla musica. Il primo lavoro da solista, «Kitarmonika», realizzato a quattro mani con il fratello, è datato 2018. L’album «Profondo Blu», uscito di recente per Ars Spoletium, ha avuto una lunga gestazione. Il progetto, concepito nel 2019, è rimasto chiuso nell’incubatrice per sei anni a seguito della pandemia che causò la chiusura dell’etichetta discografica commissionante. L’elaborato compositivo è imperniato su dieci motivi originali inediti, dove la fisarmonica e la chitarra si mescolano ad effetti, percussioni e pedaliere, in modo da creare sonorità e cromatismi in grado di richiamare la voce di un oceano, a volte in tempesta, altre placido e ammaliante. Entrambi i musicisti irpini hanno suonato vari strumenti, tra cui basso e batteria e «giocato» con l’effettistica elettronica, i riverberi e la voce.

I componimenti degli Am Bros One sono acquarelli fitti di pennellate dai cromatismi mutevoli. L’album si apre con «Oltre i confini», forse il brano dotato del maggiore appeal melodico, disteso su un mare di note come una sequenza cinematografica implementata su un plot dotato di una leggibilità immediata, in cui chitarra e fisarmonica si spartiscono equamente il compito della narrazione. Il jazz rimane sullo sfondo, ammantato da un «mediterranismo» melodico dai contrafforti talvolta atavici, altri sottesi da reminiscenze che coniugano alla perfezione popolarismo e cultura musicale eurodotta, cosi come accade in «Waltz For Sailsors» e «Albatros, dove non manca neppure qualche impennata tensioattiva di tipo rock progressivo, mentre la fisarmonica, che racchiude in sé tutti gli archetipi sonori dalle tradizioni canore e sonore di ogni Sud del mondo, emerge con prepotenza in tutta la sua modernità, complice una chitarra che non perde mai l’orientamento dell’hic et nunc e della contemporaneità. Ne sono una testimonianza componimenti come «Il cacciatore di tramonti» e «Meduse», entrambi dal sapore quasi newaging. Non sfuggono al controllo dei radar neppure «Waves», struggente perifrasi per sola chitarra; «Rosa Marina», quasi una danza da sapore antico in cui fisarmonica e chitarra con intromissione di un vocalizzo disegnano un’atmosfera gioiosa e corale; «Rugiada di mare» è una struggente ballata, vergata tra mare e terra, in cui la fisarmonica sprigiona tutta la sua potenza lirica e melodrammatica. In «Tempesta» la musica si riverbera in ogni direzione, riportando in auge echi di culture lontane che si uniscono in un costrutto ritmico-armonico ricco di cambi di passo, in cui gli scatti improvvisi diventano potenti ed improvvise bordate di vento. In chiusura, «Abissi», un vero scandaglio sonoro in profondità, in cui una chitarra quasi pinkfloydiana, spinge la fisarmonica verso dinamiche, umori ed ambientazioni solitamente lontane dal corredo genetico dello strumento a mantice.

«Profondo Blu» degli Am Bros One è il risultato di un’arsura creativa giovanilistica, un lavoro sincero e spontaneo, senza sovrastrutture o tentativi di sperimentalismi criptici e devianti. Una costruzione musicale ben architettata, scritta e leggibile, dove, soprattutto il flusso melodico appare inarrestabile come l’onda travolgente di un oceano in tempesta, pronto a placarsi nella quiete di alba, di un tramonto, di una visione poetica o di un orizzonte infinito, in cui la suddivisione fra i generi e gli stili musicali scompare, amalgamandosi e disperdendosi nell’inesorabile e fluttuante movimento dei ricordi e delle acque.

Am Bros One

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