Smokey Robinson, personaggio chiave per l’evoluzione del moderno soul. Amato da Bob Dylan e dai Beatles, compie oggi 85 anni

Smokey Robinson
Negli anni ’60, in particolare, insieme al boss delta Motown, Berry Gordy, fu proprio Robinson l’altro cervello che ha maggiormente contribuito alla fortuna dell’etichetta di Detroit. Cantante, dirigente discografico, autore, produttore, Smokey Robinson è stato un personaggio geniale e completo…
// di Francesco Cataldo Verrina //
Dylan definì Smokey Robinson «il più grande poeta vivente d’America». Anche se tale affermazione potrebbe sembrare esagerata, riflette indubbiamente le qualità liriche di questo estroverso cantante-musicista di colore, il quale come quasi tutti gli artisti di estrazione R&B nei primi anni ’70, quando erano gli Afro-Americani a forgiare le armi per i novelli DJs da discoteca, seppe cavalcare perfino l’onda della disco o, almeno a passare indenne attraverso il gorgo della nuova corrente musicale. E lo farà nel corso dei decenni, adattandosi ai nuovi stilemi della balck music fino a diventare un raffinato intrattenitore con le stimmate del moderno crooner.
Imperdibile, un visionario ed innovativo album soul-disco-funk del 1976, «Smokey’s Family Robinson», con una prima facciata a raffica senza una soluzione di continuità, quasi un concept: «When You Came» è un morbido funk metropolitano dall’incedere ipnotico sul modello Curtis Mayfield; «Get Out Of Town» appare invece più solare e vicina alle tipiche flessuosità della «disco» primigenia; «Do Like Do», imperniata su ritmo pulsante ed un groove insistente, si sostanzia come un vero gioiello di cross-over funk ante-litteram; «Open» è un’altra tipica dance-song di stampo soul-doo-wop, cantata quasi coralmente, in netto contrasto con un giro di basso che rimanda alla moderna house-music. L’altra facciata di «Smokey’s Family Robinson» contiene tre morbide ballate: su tutto, la voce di seta del capo famiglia. In questo album ci sono molte intuizioni riprese successivamente dai Prince, Marvin Gaye, Michael Jackson e da molti cultori dell’attuale BAM
Negli anni ’60, in particolare, insieme al boss delta Motown, Berry Gordy, fu proprio Robinson l’altro cervello che ha maggiormente contribuito alla fortuna dell’etichetta di Detroit. Cantante, dirigente discografico, autore, produttore, Smokey Robinson è stato un personaggio geniale e completo, aveva appena 17 anni (era nato nel 1940) quando registrò il suo primo 45 giri, «Got A Job» per la End Records col i Miracles, gruppo vocale formato da Claudette Rogers, Bobby Rogers, Ronnie White, Warren Pete Moore ed il chitarrista, Marvin Tarplin: tutti amici e, più o meno, coetanei di Smokey. I Miracles diventarono in pochi anni uno delle formazioni più acclamate del soul d’intrattenimento, forti di composizioni basate sul contrappunto fra la voce in falsetto di Smokey e i timbri molto più gravi dei colleghi. II sodalizio con Gordy risale al 1958: l’anno successivo sarà proprio Robinson il primo artista messo sotto contratto dalla neonata Motown. Già nel 1960, il singolo di Smokey con i Miracles, «Shop Around», raggiunse il numero uno in classifica contribuendo all’immediata crescita economica della Motown.
Dal 1960 in poi, ben pochi riusciranno a contrastare l’ascesa commerciale delle canzoni dei Miracles, puntualmente costruite con estrema cura e ricercatezza. Brani come «Bad girl», «Way Over There», «You’ve Really Got a Hold on Me», «I Gotta Dance», «Mickey Monkey» e «Two Lovers» hanno finito per diventare dei classici del soul-R&B di tutti i tempi. I testi di Robinson, d’altra parte, riuscivano ad essere estremamente poetici e profondi, integrandosi alla perfezione con la struttura armonica delle composizioni. Da sottolineare che, oltre al feeling e all’armonizzazione vocale e strumentale, i Miracles beneficiavano proprio delle canzoni di Robinson basate su liriche di valenza letteraria e ricche di contenuti sociali, tanto da meritarsi ben presto l’appellativo di «Bob Dylan nero». Parallelamente ai singoli e agli album con i Miracles, Smokey svolse un’intensa attività di talent scout, autore e produttore di altri artisti presenti nel roster dell’etichetta, scrivendo «My Girl» per i Temptations e «My Guy» per Mary Wells. Robinson ha al suo attivo più di quattromila canzoni. John Lennon lo citò moltissime volte come una delle sue principali influenze. In un’intervista del 1969, Lennon affermava che una delle sue canzoni preferite era «I’ve Been Good to You« dei Miracles», poichè caratterizzata da un testo simile a quello di «Sexy Sadie», brano scritto dall’ex-Beatles. Lo stesso George Harrison era un dichiarato ammiratore di Robinson, tanto da rendergli omaggio una canzone del 1976, «Pure Smokey»
Verso la fine degli anni sessanta, pero, la magia dei Miracles cominciò a sfumare e Smokey, probabilmente stanco di fare lunghe tournée, si dedicò maggiormente al ruolo di vicepresidente della Motown. Nel 72, dopo aver abbandonato definitivamente i Miracles, si concentrò sulla carriera solistica e col terzo album «Quiet Storm» sarà di nuovo in testa alle classifiche, pur avendo ulteriormente affinato gli arrangiamenti e reso più complesso il suo stile canoro. Dalla seconda metà degli anni Settanta, a parte qualche saltuaria puntatina nel colorato circo della disco music, la sua attività fu canalizzata soprattutto nelle questioni dirigenziali e burocratiche dell’etichetta, per ritornare sulla cresta dell’onda nel 1983 con «Touch The Sky», un album di pregevole fattura imperniato su un soul-pop dal forte gancio melodico. Nel 1985, Robinson partecipò al progetto umanitario Usa For Africa cantando «We Are The World» con altri quarantacinque artisti. Gli anni Ottanta furono per lui molto difficili: dopo il divorzio, cadde nelle spire della cocaina, riuscendo a risollevarsi solo grazie ed un rinato senso religioso ed alle cure dell’amico Leon Kennedy (come descritto da Robinson stesso nell’autobiografia «Smokey»). Ritornato ad incidere nel 1987, piazzò due canzoni nella Top 10 Pop, «One Heartbeat» e «Just to See Her», con cui vinse il Grammy Award.
