The Abstrucks: l’intelligibile complessità melodica, armonica e ritmica nel disco «The Abstrucks»

// di Stefano Dentice //
Percorrere strade tortuose, impervie, sdrucciolevoli, invece di intraprendere vie stilistiche più di facile appeal, più prossime alla propria comfort zone, non è solo una scelta, ma è anche sinonimo di personalità e identità artistica. Questo è il caso di «The Abstrucks», nuovo capitolo discografico pubblicato dall’etichetta Ultra Sound Records, dell’omonima formazione costituita da tre brillanti jazzisti: Dario Chiazzolino (chitarra), Federico Malaman (basso) e Maxx Furian (batteria). Otto i brani originali di cui consta la tracklist, tutti scaturiti dall’ubertosità compositiva di Chiazzolino. Chitarrista jazz torinese, statunitense d’adozione e d’azione, Chiazzolino è uno fra i più talentuosi e giovani esponenti italiani della «sei corde» degli ultimi dieci anni. Il suo fraseggio ricco, denso di sostanza espressiva, impreziosito da una grande agilità ed eccellente padronanza strumentale, rappresenta il suo marchio di fabbrica.
Abile nel virare con spontaneità nell’out playing, altro suo tratto distintivo, il chitarrista annovera collaborazioni al fianco di numerosi jazzisti blasonati in ambito mondiale come Bob Mintzer, Dave Liebman, Aaron Goldberg, Billy Cobham, Dominique Di Piazza, Antonio Faraò, Willie Jones III, Peter Bernstein, Sylvain Luc, solo per menzionarne alcuni. Le sue notevoli qualità sono particolarmente apprezzate in tutto il mondo, ad esempio in Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Inghilterra, Scozia, Polonia, Finlandia, Norvegia, Olanda, Belgio. Bassista dalla tecnica sopraffina, dal groove profondo e chirurgico nel timing, Federico Malaman è un’eccellenza italiana del suo strumento, stimato a tutte le latitudini. Musicista poliedrico, capace di spaziare da un genere all’altro con nonchalance, condivide palco e studio di registrazione con svariati giganti del jazz e non solo quali George Benson, Solomon Burke, Wilson Pickett, Al Jarreau, Marcus Miller, Virgil Donati, Victor Wooten, David Garfield, Antonio Faraò, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Christian Meyer, Ellade Bandini, Lucio Dalla, Giorgia, Fabio Concato, Ron, Zucchero, Gianni Morandi, Claudio Baglioni, Renato Zero e moltissimi altri ancora. Maxx Furian è uno fra i batteristi italiani più richiesti ed eclettici degli ultimi trent’anni.
Dalla considerevole solidità ritmica e dalla spiccata musicalità, calca i palchi nazionali e internazionali con musicisti del calibro di Randy Brecker, Antonio Faraò, Mike Mainieri, Mario Rusca, Riccardo Fioravanti, Paolo Birro, Jeff Berlin, Janek Gwizdala, Bob Mintzer, Perico Sambeat, Emanuele Cisi, Aldo Mella, Andrea Dulbecco, Enrico Rava, Furio Di Castri, Horacio “El Negro” Hernandez, Mike Stern, Flavio Boltro, Gigi Cifarelli, Bebo Ferra, Franco Battiato, Enzo Jannacci, Tosca, Luca Jurman, Fabio Concato, Ornella Vanoni, soltanto per elencarne alcuni. (Ri)tornando all’album, insieme a Chiazzolino e Malaman autografa questo lavoro fresco di stampa. «Diamond», fin dalle prime misure, si caratterizza per la tensione armonica creata da alcune progressioni particolarmente intriganti. L’eloquio del chitarrista è un compendio di cantabilità, senso melodico e inventiva improvvisativa, sostenuto da un’ottima padronanza ritmica e incalzato dallo stimolante comping cesellato dal tandem Malaman-Furian. «I Am Ready» è un brano elettrizzante, di forte impatto, soprattutto per l’incendiario unisono del bassista e di Dario Chiazzolino. Qui il chitarrista, a tratti, allarga e stringe il fraseggio sul tempo, creando suspense ritmica e adornandolo con vertiginosi cromatismi e inebrianti incursioni nell’out playing. Federico Malaman, con nerbo comunicativo, sviscera un discorso improvvisativo al cardiopalma.
Da «Immeasurable», composizione dal caracollante andamento ternario (3/4), dunque un jazz waltz ma dall’impronta moderna, emerge la vena melodica, romantica di Dario Chiazzolino, specialmente nell’esposizione del tema. Il bassista preme sull’acceleratore costruendo un’elocuzione energica, verace, ma sempre nel segno dell’eleganza. Il chitarrista, sulla stessa frequenza emozionale, dà vita a un «solo» intriso di luminosa musicalità, vigore e senso estetico. Definibile come un disco contemporary fusion, fra modulazioni metriche e tempi dispari, «The Abstrucks» è un fulgido esempio di come la complessità melodica, armonica e ritmica, se espressa con naturalezza e sensibilità, è tutt’altro che ostica all’ascolto. Al contrario, invece, è come fosse una vitamina di primaria importanza per fornire tonnellate di energia all’organismo musicale.

