Nicola Mingo con «My Sixties»: resoconto del Concerto all’Alexanderplatz di Roma

Nicola Mingo
// di Roberto Biasco //
7 gennaio 2025, splendido concerto del chitarrista Nicola Mingo che si è esibito all’Alexanderplatz, storico locale e punto di riferimento del Jazz nella capitale, alla guida della formazione con cui ha inciso e pubblicato lo scarso anno per Alfa Music (distribuzione Egea) il suo più recente lavoro “My Sixties – In Jazz”. Con lui erano presenti Francesco Marziani al pianoforte, Pietro Iodice alla batteria, mentre Giorgio Rosciglione sostituiva per l’occasione Pietro Ciancaglini al contrabbasso.
Il titolo dell’album nasconde un doppio significato, alludendo sia all’età anagrafica dell’artista, ma soprattutto all’epoca d’oro dell’Hard Bop degli anni Sessanta (ma anche cinquanta), che per sua stessa ammissione, resta il periodo di più profonda ispirazione per il chitarrista napoletano. Il riferimento a quella stagione riecheggia nel fraseggio e nel sound della chitarra di Mingo, che non può prescindere dalla lezione di maestri quali Grant Green, Kenny Burrell, George Benson e naturalmente Wes Montgomery. Va però immediatamente precisato che il suo approccio non è imitativo, ma rielabora la tradizione attraverso una freschezza ed una peculiare originalità di compositore, sottolineata dal fatto che, non a caso nel suo ultimo album ben otto dei dodici brani presenti nel disco sono originali a firma dell’artista.
Per precisa scelta il concerto ha seguito pedissequamente la scaletta dell’album, alternando quindi pezzi originali a significative rivisitazioni di classici del genere, come “Two of a Kind” di Terence Blanchard e “One by One” di Wayne Shorter (ben noti anche nel repertorio dei leggendari Jazz Messengers), e anche di un autore “eccentrico” come Leon Russell, con la sua “This Masquerade”. Ma è negli originali ed in particolare nelle proposizioni in chiave Blues – “D Modern Blues” e “Neapolitan Blues” in particolare – che il gruppo sembra “giocare in casa” sfoderando una coesione, una fluidità, un “groove” ed un senso dello swing assolutamente coinvolgenti.
L’intesa tra i quattro musicisti sul palco è quasi fisicamente palpabile, con gli accenti “soul alla Bobby Timmons” del giovane e valentissimo Francesco Marziali al pianoforte e con l’irresistibile “drive”, potente e preciso Pietro Iodice alla batteria, che per tutto il concerto, è riuscito a far “battere il piedino” a tutti presenti, circostanza di questi tempi assolutamente non trascurabile. Un cenno a parte per la “serena corrispondenza di amorosi sensi” tra la chitarra di Nicola Mingo ed il contrabbasso di Giorgio Rosciglione, che si esalta nell’esposizione dei temi, laddove il chitarrista indugia sulle corde più basse della tastiera, ribattute dal controcanto del basso, mentre nei tempi medi e veloci il “walking bass” di Rosciglione sembra far uscire fisicamente le note dallo strumento per portarle a spasso nel locale prima di rientrare nella cassa armonica del contrabbasso. Una pausa lirica con la suadente ballad “L’Alba della Notte” prelude al gran finale con una bruciante rivisitazione di “Confirmation” di Charlie Parker, che chiude brillantemente un concerto perfettamente riuscito ed altamente godibile. Unico rammarico la data del 7 gennaio, subito a ridosso delle festività appena concluse, ha un po’ penalizzato l’afflusso del pubblico più “generalista”, ma ha permesso agli appassionati più esigenti e agli addetti ai lavori presenti di godere in tutto relax di una performance di alto livello.
Nicola Mingo – chitarra
Francesco Marziani – contrabbasso
Giorgio Rosciglione – contrabbasso
Pietro Iodice – batteria

