// a Cura della Redazione //
Un vasto affresco di stili musicali e di generazioni a confronto: nel programma del Padova Jazz Festival 2024 trovano spazio glorie intramontabili (Billy Cobham), artisti che stanno emergendo con slancio nella scena internazionale (Lakecia Benjamin, Pablo Held con Nelson Veras), musicisti nel pieno della loro maturità espressiva (Richard Bona, Anat Cohen, Donald Harrison, Jonathan Kreisberg, Mauro Ottolini), talenti incredibili in proporzione alla giovanissima età (Hakan Başar). Altrettanto variegato è il panorama stilistico, dalla fusion storica alla più solida tradizione post bop (Rosario Giuliani con Pietro Lussu), dalle sonorità brasiliane (As Madalenas) a innumerevoli e fertili combinazioni che mettono in contatto mondi sonori anche distanti tra loro (Aliendee, Daniele di Bonaventura, Enrico Morello, Duo Hana). I numerosi palcoscenici del festival si distinguono per le loro peculiarità architettoniche: dalle location di importanza storica come il Teatro Verdi e la sua Sala del Ridotto, la Sala dei Giganti al Liviano, il Caffè Pedrocchi, il Centro Culturale Altinate/San Gaetano alle aule dell’Università degli Studi di Padova. Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Padova e il sostegno del Ministero della Cultura.
3 generazioni di stelle
Il palcoscenico più prestigioso del Padova Jazz Festival sarà anche quest’anno il Teatro Verdi, che ospita le tre serate conclusive, con star jazzistiche che innescano un confronto tra generazioni diverse. Apice artistico, e anche anagrafico, sarà Billy Cobham con la Time Machine Band (16 novembre). Classe 1944, Cobham è uno dei padri fondatori oltre che il più emblematico batterista della grande stagione fusion degli anni Settanta. Col suo stile ipercinetico e tumultuoso, figlio del jazz, del rock e del funk, ha definito i parametri ritmici di uno dei sottogeneri jazzistici più popolari. Da allora la traiettoria della sua stella è sempre rimasta altissima, sia come leader che come propulsore di gruppi altrui (da Miles Davis alla Mahavishnu Orchestra). Il settetto con cui si esibirà a Padova rispolvera un format ampiamente usato da Cobham negli anni Settanta: eseguirà infatti molte composizioni di album storici dell’epoca, a partire da Spectrum. Altrettanto predisposto agli innesti stilistici è il bassista e cantante camerunense Richard Bona (14 novembre). Al basso, Bona è un prestigiatore del ritmo, conteso dai più importanti capigruppo del jazz, il pop e la musica latina. Mettendosi in gioco anche come cantante ha saputo creare un personale universo musicale che coniuga l’antico e il contemporaneo, il popolare e il sofisticato, l’Africa e l’occidente euro-americano. Il suo trio amalgama stilemi jazz, afro-cubani e africani, trovando affinità musicali tra mondi assai distanti tra loro. L’anagrafe (classe 1967) fa di lui un ponte verso la più giovane protagonista dei concerti al Verdi. La sassofonista newyorkese Lakecia Benjamin (15 novembre) affronta la musica jazz nel modo più ampio e trasversale. Lakecia (classe 1982) è travolgente, impetuosa, rinnovatrice ma senza bisogno di contestare la tradizione, anzi costruendo su di essa e ponendosi come erede della memoria afroamericana. Il suo sound è innovativo, cangiante e poliedrico, ritmicamente incalzante, iniettato di funk per lo slancio e di R&B per l’espressività.
L’arte del trio jazz
Uno dei format fondamentali del jazz moderno, il trio con pianoforte (in un caso con organo-chitarra), sarà al centro dei concerti del primo fine settimana del Padova Jazz Festival 2024. Il 31 ottobre, nell’Aula Rostagni del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli Studi di Padova, l’inaugurazione del festival sarà, letteralmente, nelle mani del newyorkese Jonathan Kreisberg. Uno dei chitarristi jazz più influenti della sua città, ergo a livello internazionale, Kreisberg con il suo trio combina un melodismo senza tempo con tessiture sonore avveniristiche, frutto di una passione equamente suddivisa tra modernità e tradizione. Per John Scofield si tratta di “uno dei migliori gruppi della musica di oggi”: è il trio del pianista tedesco Pablo Held, che l’1 novembre all’Auditorium Centro Culturale Altinate/San Gaetano accoglierà come special guest il chitarrista brasiliano Nelson Veras, una collaborazione in perfetto equilibrio tra linee jazz moderne e radici brasiliane. Orgoglioso di ospitare i grandi protagonisti del jazz internazionale, il festival padovano si muove però sempre anche alla ricerca di giovani talenti che ancora non hanno raggiunto l’attenzione del grande pubblico. È il caso del turco Hakan Başar: pianista giovanissimo (appena maggiorenne) e a dir poco fenomenale (come appurò Chick Corea, il cui entusiastico giudizio gli ha aperto le porte della carriera internazionale). Il trio di Başar affronta un repertorio di classici del jazz rinnovandone l’espressività in un vortice di ritmo e un abbagliante intreccio di linee (il 2, Auditorium Centro Culturale Altinate/San Gaetano).
Nel cuore (moderno) della tradizione
Come nell’alta cucina basata su ingredienti tipici ma accostati in abbinamenti inediti, esplorativi, tali da rilasciare sapori mai provati prima: i concerti della seconda settimana del Padova Jazz Festival trasformano ciò che è musicalmente familiare in qualcosa di mai sentito prima. Il sassofonista Donald Harrison è la quintessenza della musica di New Orleans, jazz e non solo. Esuberante solista nell’ambito dell’hard-swinging-bop più puro, è però anche un mago del meticciato sonoro col suo ‘Nouveau Swing’, una miscela di jazz, R&B, hip hop, soul, rock, musica latina e caraibica. Il 7 novembre predisporrà le sue magie sonore in quartetto alla Sala dei Giganti al Liviano. Sempre alla Sala dei Giganti l’8 si esibirà la clarinettista Anat Cohen, uno dei nomi più prestigiosi nel panorama dei clarinettisti jazz in attività. Nella sua musica convivono senza soluzione di continuità il jazz tradizionale, la sperimentazione, la musica classica e la tradizione sudamericana. E proprio quest’ultima è quella che emerge più distintamente con la band che si esibirà a Padova, il Quartetinho: un gruppo di virtuosi polistrumentisti assieme ai quali Anat ci rivela il suo lato più lirico e intimista. Un altro talento visionario nel combinare tra loro gli elementi musicali è il trombonista Mauro Ottolini, che si esibirà in trio al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Padova (il 9). Col suo personale eclettismo, Ottolini fa convivere ricerca sonora e amore per le tradizioni, utilizzando strumenti ancestrali e popolari (conchiglie, ottoni, fisarmonica e chitarra) per ottenere una sintesi sperimentale ma di immediato impatto emotivo. Quella di Ottolini è un’avventura melodica nella quale si mescolano tradizione italiana, blues, gipsy, rumbe esotiche, melodie e canzoni della più varia provenienza.
Matinée domenicali
I concerti della domenica mattina, tutti alla Sala Rossini del Caffè Pedrocchi, scandiscono, chiudendole, tutte e tre le settimane del festival, con ascolti che vanno dal jazz all’altrove.
Il bandoneonista Daniele di Bonaventura si esibirà il 3 novembre in un solo che evoca canti sacri e passi di danza di sapore mediterraneo, creando l’impressione emotiva di un rito celebrativo. Domenica 10, il batterista Enrico Morello, punto di riferimento per le varie formazioni di alto profilo del jazz nazionale, si presenterà come leader del quartetto “Cyclic Signs”, la cui musica parte dalle fondamenta ritmiche, che fungono da tracciati multiformi e inattesi per lo sviluppo dei brani. Per l’ultima matinée domenicale, il 17, il Duo Hana (la cantante e percussionista albanese Hersi Matmuja e la liutista vicentina Ilaria Fantin) viaggia attraverso le musiche tradizionali dei paesi mediterranei e non solo, con la loro peculiare strumentazione in parte arcaica in parte etnica.
Pomeriggi per orecchie curiose
L’ultimo fine settimana del festival, la Sala del Ridotto del Teatro Verdi ospiterà tre concerti pomeridiani che faranno da riscaldamento per i grandi live serali al Teatro Verdi. Arditi accostamenti stilistici caratterizzano questi appuntamenti. Si inizia il 14 novembre con l’omaggio a Charlie Parker del sassofonista Rosario Giuliani in duo col pianista Pietro Lussu. Un concerto che più jazz non si può, un viaggio nella poetica di un riferimento assoluto della musica improvvisata afroamericana, partendo da un fondamentale rispetto per la tradizione ma con la capacità poi di proporre nuovi punti di vista. Cambio di rotta il 15: il duo As Madalenas (ovvero le cantanti e chitarriste Cristina Renzetti e Tatiana Valle) ci offre un gesto d’amore verso la musica brasiliana d’autore nelle sue più varie sfumature (samba, bossa, folklore) con l’aggiunta di canzoni originali capaci di competere con le emozioni dei grandi cantautori verde-oro. Particolarmente spregiudicato è il live pomeridiano del 16: il beatboxer di fama internazionale Aliendee fa squadra con il sassofonista Alessandro Scala e il tastierista Mecco Guidi. La parola d’ordine è improvvisazione, ingrediente che fornisce il terreno di incontro alle peculiari capacità di un pioniere del beatboxing (la creazione di ritmi e l’imitazione di strumenti realizzate con la sola voce), un campione dell’hard bop come Scala e un artista del groove come Guidi.
Jazz da vedere
Come da tradizione, i concerti principali del Padova Jazz Festival saranno affiancati da diversi appuntamenti che esplorano i rapporti tra il jazz e altre forme artistiche da esso influenzate. Le Scuderie di Palazzo Moroni dal 31 ottobre all’1 dicembre ospiteranno una mostra di Elena Carminati, una delle più prestigiose firme della fotografia jazz in Italia. Una seconda esposizione fotografica sarà allestita nella Sala Verde del Caffè Pedrocchi dal 22 ottobre al 30 novembre, con gli scatti di Giordano Minora. Anna Piratti creerà per il festival un happening di arte visiva rivolto agli studenti dell’ateneo patavino, “Cum Grano Salis” (7 novembre, Torre di Archimede – Dipartimento di Matematica).
PROGRAMMA
Giovedì 31 ottobre
Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Fisica e Astronomia G. Galilei, Aula Rostagni, ore 21
JONATHAN KREISBERG TRIO
Jonathan Kreisberg (chitarra), Marko Churnchetz (organo Hammond), Colin Stranahan (batteria)
Venerdì 1 novembre
Auditorium Centro Culturale Altinate / San Gaetano, ore 21
PABLO HELD TRIO meets NELSON VERAS
“Unity” – Nelson Veras (chitarra), Pablo Held (pianoforte), Robert Landfermann (contrabbasso), Jonas Burgwindel (batteria)
Sabato 2 novembre
Auditorium Centro Culturale Altinate / San Gaetano, ore 21
HAKAN BAŞAR TRIO
Hakan Başar (pianoforte), Michelangelo Scandroglio (contrabbasso), Bernardo Guerra (batteria)
Domenica 3 novembre
Caffè Pedrocchi, Sala Rossini, ore 11:30
DANIELE DI BONAVENTURA
“Ritus” – Daniele di Bonaventura (bandoneon, flauti, percussioni, voce, effetti)
Giovedì 7 novembre
Sala dei Giganti al Liviano, ore 21
DONALD HARRISON QUARTET
Donald Harrison (sax alto, voce), Dan Kaufman (pianoforte), Nori Naraoka (contrabbasso), Joe Dyson (batteria)
Venerdì 8 novembre
Sala dei Giganti al Liviano, ore 21
ANAT COHEN QUARTETINHO
featuring Vitor Gonçalves, TAL MASHIACH & JAMES SHIPP / Anat Cohen (clarinetto, clarinetto basso), Vitor Gonçalves (pianoforte, fisarmonica, tastiere), Tal Mashiach (contrabbasso, chitarra), James Shipp (vibrafono, percussioni)
Sabato 9 novembre
Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Psicologia, ore 21
MAURO OTTOLINI TRIO
“In quell’angolo della strada” / Mauro Ottolini (trombone, tromba bassa, conchiglie, voce), Thomas Sinigaglia (fisarmonica, looper), Marco Bianchi (chitarra classica)
Domenica 10 novembre
Caffè Pedrocchi, Sala Rossini, ore 11:30
ENRICO MORELLO
“Cyclic Signs” / Daniele Tittarelli (sax alto), Francesco Lento (tromba), Matteo Bortone (contrabbasso), Enrico Morello (batteria)
Giovedì 14 novembre
Sala del Ridotto del Teatro Verdi, ore 18:30
Rosario Giuliani & Pietro Lussu
“Tribute to Bird” – Rosario Giuliani (sax alto), Pietro Lussu (pianoforte)
Teatro Verdi, ore 21
RICHARD BONA TRIO
Richard Bona (basso, voce), Jesus Pupo (pianoforte), Ludwig Afonso (batteria)
Venerdì 15 novembre
Sala del Ridotto del Teatro Verdi, ore 18:30
AS MADALENAS – Cristina Renzetti (voce, chitarra, percussioni), Tatiana Valle (voce, chitarra, percussioni)
Teatro Verdi, ore 21
LAKECIA BENJAMIN
“Phoenix” – Lakecia Benjamin (sax alto), Oscar Perez (pianoforte), Elias Bailey (contrabbasso), EJ Strickland (batteria)
Sabato 16 novembre
Sala del Ridotto del Teatro Verdi, ore 18:30
ALIENDEE BEATBOX GROOVY TRIO featuring ALESSANDRO SCALA & MECCO GUIDI
Aliendee (beatboxing, loop station), Alessandro Scala (sax tenore), Mecco Guidi (tastiere)
Teatro Verdi, ore 21
BILLY COBHAM TIME MACHINE BAND
Billy Cobham (batteria), Antonio Baldino (tromba), Andrea Andreoli (trombone), Björn Arkö (sax), Rocco Zifarelli (chitarra), Joel Lyssarides (tastiere), Victor Cisternas (basso)
Domenica 17 novembre
Caffè Pedrocchi, Sala Rossini, ore 11
DUO HANA – Hersi Matmuja (voce, percussioni a cornice), Ilaria Fantin (arciliuto, voce, percussioni)
ALTRI EVENTI
Dal 22 ottobre al 30 novembre
Caffè Pedrocchi – Sala Verde
“Jazz Venues – I luoghi del jazz” – Mostra fotografica di Giordano Minora
Ingresso gratuito
Dal 31 ottobre all’1 dicembre
Scuderie di Palazzo Moroni
“Sounding Pictures” – Mostra fotografica di Elena Carminati
Ingresso gratuito
Giovedì 7 novembre
Torre di Archimede – Dipartimento di Matematica, ore 11-14
Anna Piratti – “Cum Grano Salis” -Happening di arte partecipativa per gli studenti dell’Università di Padova
Informazioni:
Associazione Culturale Miles / Via Montecchia 22 A, 35030 Selvazzano (PD) – Tel.: 347 7580904 / e-mail: info@padovajazz.com / web: www.padovajazz.com
Direzione artistica: Gabriella Piccolo Casiraghi
Consulenza artistica e Ufficio stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217 e-mail: dancecchini@hotmail.com