Badawi: una fisarmonica in Arabia con Carmine Ioanna (SoundFly, 2025)

NoWords pubblica il quarto album del prolifico fisarmonicista campano. Registrato a Riyad con musicisti brasiliani e canadesi e la partecipazione di Luca Rossi, è un viaggio tra jazz, world music, esotismo e pathos, all’insegna dell’onestà
// A Cura della Redazione //
«Registrare in Arabia Saudita è stato sicuramente molto particolare, lo studio era bene attrezzato, i tecnici erano dei nostri, il fonico era un ragazzo colombiano che lavora insieme a me a Cirque du Soleil. Volevo che questo album fosse il più onesto possibile, volevo raccogliere e cristallizzare le idee il più velocemente possibile, l’ho scritto proprio quando eravamo in Arabia Saudita. Ed è proprio in nome di questa onestà che registrarlo lì mi è sembrata la scelta più ovvia».
Un nuovo album all’insegna dell’onestà. È l’approccio che da sempre caratterizza la musica di Carmine Ioanna, il fisarmonicista irpino tra i più apprezzati nel mondo del jazz, sia in Italia che all’estero, che torna a quattro anni di distanza da Ioanna Music Company con il nuovo disco Badawi, pubblicato da NoWords, la collana strumentale dell’etichetta napoletana SoundFly (distribuzione Self). Un disco in tutto e per tutto arabo: interamente scritto in Arabia Saudita, registrato nei Valley Studios di Riyad il 29 novembre 2022, in una seduta intensa per preservare il respiro collettivo del gruppo e il clima di empatia. Per l’occasione Carmine Ioanna ha avuto con sé un ensemble sui generis, con il solo italiano Giovanni Montesano (contrabbasso e basso elettrico), i brasiliani Robson Cerqueira (chitarra e mandolino) e Marco da Luz (percussioni), le canadesi Mitchell Grobb (violino) e Caroline Lemay (oboe). Inoltre nel brano Souk partecipa Luca Rossi: «Il souk è il mercato arabo e ho trovato tante somiglianze con i nostri mercati, con banchi, venditori, casino, odori, profumi, rumori, così volevo proprio un esponente della musica campana e napoletana. Quale miglior strumento se non la tammorra come ponte di congiunzione tra la nostra cultura popolare e quella mediorientale? Luca ha fatto un lavoro incredibile, sono molto contento e onorato che abbia accettato il mio invito e spero che piacerà anche al pubblico questa mescolanza di suoni».
Tra tango desertico e atmosfere variopinte di mercati, sabbie antiche e carovane in viaggio, la fisarmonica è la protagonista di Badawi, un lavoro ethno-jazz ricco di influenze, di storie e di umanità, ancora una volta di onestà: «La fisarmonica ha avuto e ha grandi esponenti nel jazz europeo, italiano e mondiale. Io cerco di raccontare la mia storia, la mia vita, andando oltre lo strumento; avendo cominciato a suonarlo da bambino, da piccolissimo, ho iniziato con un mio modo di suonare. Anche i miei ascolti, il mio percorso di crescita musicale proviene dall’ascolto di tante cose diverse e questo traspare nella mia musica. Il mio obiettivo è quello di essere onesto e di raccontare la mia storia, il mio modo di approcciarmi alla fisarmonica quando suono».
Tracklist:
Dezertango
Sand
Nadir
Clessidra
Carovane
Souk feat. Luca Rossi
Masha
Preghiera

CARMINE IOANNA BIO
Carmine Ioanna è nato ad Avellino il 20 ottobre 1985. Ha iniziato a suonare all’età di quattro anni. A otto anni ha iniziato a esibirsi in pubblico, sia come pianista che come fisarmonicista, e a undici si è iscritto al corso di pianoforte presso il conservatorio Cimarosa di Avellino. A diciassette anni si è trasferito a Frosinone dove aveva da poco iniziato l’attività una cattedra di fisarmonica presso il conservatorio Refice, dove si è diplomato con il maestro Ranieri. Parallelamente agli studi classici ha sempre suonato musica improvvisata, in particolare jazz. Nel 2012 lavora a Il pentagramma della memoria, un progetto che reinterpreta secondo le categorie del jazz la musica scritta nei campi di concentramento nazisti, che vede protagonisti – oltre a Luca Aquino – Sergio Casale al sax e al flauto, e Per quanto vi prego della Costituente, band con cui Ioanna collabora dal 2011. Nel 2013 suona per l’album aQustico (Tuk Music) di Luca Aquino. Nel 2014 pubblica il suo primo album SOLO per la francese Bonsai Music, con Luca Aquino alla tromba e Francesco Bearzatti al clarinetto; contemporaneamente inizia una collaborazione con il rapper di Seoul Loptimist, in un progetto sperimentale che vede la fisarmonica mescolarsi all’hip hop e che è uscito in Asia per Kemistreet. Nello stesso anno registra l’album Zingaria in Olanda con i Lokomarket, pubblicato da O.A.P. Record, e partecipa a L’opera da tre soldi di Brecht in 15 repliche al Sidecar, per il quale produce un arrangiamento per fisarmonica sola. Tra i progetti del 2015 ci sono Petra, registrato presso il sito archeologico giordano con il Patrocinio Unesco, e Anime Migranti, spettacolo sul tema dell’emigrazione con protagonista Claudia D’Amico. Nel 2016 partecipa al progetto ZIC Trio con Eric Capone e Vim Zambsnrè. L’incontro con il pianista francese e il percussionista del Burkina Faso produce un album alla fine dello stesso anno. L’album Irpinia, registrato a Grenoble con il sassofonista Luca Roseto esce nel 2017 per Videoradio e aQustico vol.2 in duo con Luca Aquino (etichetta Riverberi). Il suo secondo album Soli in Viaggio, anche con elettronica, esce nel 2018 con Bonsai Music, a seguire il trio MELODIA con Rino De Patre e Giovanni Montesano (Abeat records), il duo con Francesco Bearzatti, l’incontro musica-teatro con Amanda Sandrelli nello spettacolo in duo Il tango del Marinaio. Inoltre nel 2018 inizia una nuovissima collaborazione con Ottavianelli Accordions, storica e innovativa azienda di Castelfidardo. Nel 2021 esce il terzo album – con Abeat – intitolato Ioanna Music Company, con la partecipazione di Luca Aquino e Francesco Bearzatti. Carmine Ioanna ha tenuto concerti in oltre quaranta paesi nel mondo: Stati Uniti, Canada, Costa Rica, Messico, Guatemala, Panama, San Salvador, Nicaragua, Brasile, Argentina, Uruguay, Regno Unito, Svizzera, Francia, Giordania, Israele, Belgio, Spagna, Grecia, Tunisia, Libia, Finlandia, Lettonia, Norvegia, Austria, Kazakistan, Kirghizistan, Irlanda, Germania, Sud Africa, Repubblica Dominicana, Ucraina, Paraguay, Cile, Cile, Bolivia, Equador, Colombia, Olanda, Macedonia, Serbia, Bulgaria, Polonia, Romania, Croazia, Kosovo e naturalmente Italia, dove si è esibito in importanti festival.
BADAWI: UNA CONVERSAZIONE CON CARMINE IOANNA:
D Badawi è il tuo quarto album solista: che differenze ci sono rispetto ai precedenti Solo, Soli in viaggio e Ioanna music company?
R Ogni album è diverso da un altro ed è difficile per me dire in cosa, ma sicuramente ognuno rispecchia momenti diversi della mia vita. Dal primo album ad oggi sono cambiato e cresciuto molto, questo credo che si senta anche nella musica. Tecnicamente la più grande differenza di Badawi rispetto agli altri e che è stato registrato non in Italia ma in Arabia Saudita ed è in una formazione con diversi ospiti che provengono da diverse parti del mondo, Brasile e Canada oltre a Italia ovviamente.
D Registrare in Arabia, in un contesto così diverso dagli studi europei o americani, che sensazione ti ha dato?
R È stato sicuramente molto particolare anche se lo studio era bene attrezzato ma i tecnici erano dei nostri, il fonico era un ragazzo colombiano che lavora insieme a me a Cirque du Soleil. Questo album volevo che fosse il più onesto possibile, volevo raccogliere e cristallizzare le idee il più velocemente possibile, l’ho scritto proprio quando eravamo in Arabia Saudita. Ed è proprio in nome di questa onestà che registrarlo lì mi è sembrata la scelta più ovvia.
D Ci presenti i musicisti che ti hanno accompagnato in questa nuova avventura?
R Con me c’è al contrabbasso e al basso elettrico Giovanni Montesano e poi abbiamo avuto diversi ospiti: una collaborazione da remoto con Luca Rossi, poi Robson Cerqueira (chitarrista e mandolinista brasiliano), Marco da Luz (percussionista brasiliano anche lui), Mitchell Grobb (violinista canadese) e Caroline Lemay (oboista canadese anche lei).
D Sei uno dei musicisti jazz italiani che ha maggiori frequentazioni all’estero: cosa significa toccare realtà così diverse?
R È una grande occasione di confronto e di crescita come musicista ma soprattutto come uomo: incontrarsi e mescolarsi con altre culture delle volte davvero diverse dalla nostra mi arricchisce, e poi mi piace pensare che quando viaggio oltre ai bagagli porto con me sempre una valigia immaginaria, che è sempre aperta e decido di volta in volta quello che metterci dentro. Mi piace pensare di poter portare con me a casa qualcosa, delle volte alcune cose le porto via in modo anche inconsapevole, spontaneo, e in qualche modo queste cose le ritrovo nella musica nuova che scrivo e che suono.
D Sei uno stimato fisarmonicista, usi uno strumento che ha avuto una storia importante nel jazz. Qual è il tuo approccio allo strumento? Pensi di aver personalizzato e dato un tuo suono?
R Sicuramente la fisarmonica ha avuto e ha grandi esponenti nel jazz europeo, italiano e mondiale. Non so se ho personalizzato questo strumento, io cerco di raccontare la mia storia, la mia vita, andando oltre lo strumento e avendo cominciato a suonarlo da bambino, da piccolissimo, ho iniziato con un mio modo di suonare. Anche i miei ascolti, il mio percorso di crescita musicale proviene dall’ascolto di tante cose diverse e questo traspare nella mia musica. Il mio obiettivo è quello di essere onesto e di raccontare la mia storia, il mio modo di approcciarmi alla fisarmonica quando suono.
D In Souk c’è la partecipazione di Luca Rossi, una figura sui generis del teatro popolare e della musica tradizionale campana: quale elemento ha aggiunto al disco?
R Luca Rossi è un grande musicista, il Souk è il mercato arabo e io ho trovato tante somiglianze con i nostri mercati, con banchi, venditori, casino, odori, profumi, rumori, così volevo proprio un esponente della musica campana e napoletana. Quale miglior strumento se non la tammorra come ponte di congiunzione tra la nostra cultura popolare e quella medio orientale? Luca ha fatto un lavoro incredibile, sono molto contento e onorato che abbia accettato il mio invito e spero che piacerà anche al pubblico questa mescolanza di suoni.
