Bill Haley & His Comets e il jazz. Alcune riflessioni attorno a Rock around the Clock

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Bill-Haley

// di Guido Michelone //

Cosa sarebbe accaduto, nella storia della musica americana (e poi internazionale), se Bill Haley & His Comets non avessero inciso Rock around the Clock il 7 aprile 1954? Non sarebbero esistiti né il rock‘n’roll e nemmeno Elvis Presley musicalmente parlando? Gli ascolti pop o leggeri sarebbero rimasti jazz oriented nello stile crooner tra Frank Sinatra, Bing Crosby o Nat King Cole? Le sonorità nere avrebbero mantenuto una loro identità ancora più grezza, dirty, roca, bluesy nel solco di Ray Charles e Dinah Washington o avrebbero fornito un novello Louis Armstrong, anziché Chuck Berry, Little Richard, Bo Diddley, Fats Domino? Sono ovviamente domande senza risposte, ma occorre invece sapere che Bill Haley & His Comets è un gruppo che inizia a suonare, avendo e poi mantenendo legami sia pur tenui con il jazz, più solidi con il rhythm‘n’blues (R&B) e la musica nera popolare in genere.

Bill Haley – all’anagrafe William John Clifton Haley nato Highland Park nel Michigan il 6 luglio 1925 e morto a Harlingen in Texas il 9 febbraio 1981 – è il leader e frontman (voce e chitarra ritmica) di un gruppo coeso dalla lunga gestazione, che merita di essere raccontato per le connessioni tra il proprio sound e la musica afroamericana: è ormai assodato che il country (C&W, quale principale espressione della musica bianca) e il jazz 8ovvero i massimi livelli artistici della black music) non sono due universi paralleli, ben sì due mondi fra loro in stretto contatto a livello estetico, collaborativo, sociale, discografico e mediologico, ragion per cui vale la pena oggi di parlare dei rapporti Bill Haley & HIs Comets e il jazz, fino a giungere alcune riflessioni attorno a Rock around the Clock, il brano seminale dell’intera carriera.

Bill Haley & His Comets è all’origine un settetto (poi sestetto e quintetto) formatosi negli Stati Uniti durante il 1947 che prosegue ininterrottamente, fra alti e bassi, fino alla morte del ‘capo’. La band nota anche come Bill Haley and the Comets e Bill Haley’s Comets, tocca il proprio apice, a livello di popolarità, tra la fine del 1954 e l’inizio del 1957: un biennio abbondante fatto di ben nove singoli entrati nella Top 20, uno dei quali va al primo posto, mentre altri tre ottengono il terzo miglior piazzamento: chiaramente l’epocale Rock Around the Clock diventa il singolo più venduto nella storia del genere rock mantenendo, a mo’ di long seller, la posizione per diversi anni.

I precedenti di Bill, prima dei Comets, sono quelli di un giovane artista di western swing (o hillbilly jazz): dopo l’incisione di Rocket 88 di Ike Turner in versione rockabilly, che risulterà tra le precorritrici del rock‘n’roll, Haley cambia la direzione musicale del proprio gruppo indirizzandola verso ciò che sarà poi chiamato rock; con tali buoni auspici i sette (tra organici leggermente differenziati) continuano a registrare versioni di successo di brani già noti oltre il già citato Rock Around the Clock, quali gli otto Crazy Man, Crazy, Shake, Rattle & Roll, Dim, Dim the Lights, Rock-A-Beatin’ Boogie, Razzle-Dazzle, See You Later Alligator, The Saints Rock ‘N’ Roll, Rip It Up; nel 1956, l’ensemble appare in due dei primi film di rock‘n’roll assieme al disc jockey Alan Freed (inventore del nome e primo grande sostenitore) Rock Around the Clock e Don’t Knock the Rock, in italiano rispettivamente Senza tregua il rock ‘n’ roll e I frenetici entrambi diretti da Fred F. Sears nel 1956.

Benché Bill Haley & His Comets vengano ritenuti la prima linea del rock‘n’roll durante gli anni di incubazione e rodaggio del genere, l’arrivo di musicisti più giovani e audaci – dai bianchi Elvis Presley, Carl Perkins, Gene Vincent, Jerry Lee Lewis ai quattro neri menzionati all’inizio – già nel 1956 condiziona il cantante e i compagni a livello di perdite di consenso e popolarità. Il vocalist rimane però famoso in provincia (Ed esaltato in Messico e in Europa) ma torna alla ribalta, quasi come un atto nostalgico, negli anni Settanta, assieme a molti suoi contemporanei, grazie soprattutto all’attivismo degli hard rocker inglesi che rivendicano, come del resto già i musicisti beat, la paternità della loro musica grazie all’avvento dei british bluesman e dei primissimi rockmen americani. Dopo la morte di Haley, la Band va avanti, ma dividendosi come già accaduto per i Platters e altre coeve formazioni: non meno di sette gruppi diversi esistono da allora al XXI secolo sotto il nome di Comets, tutti sostenendo (con differenti gradi di oggettiva autorità) di esserne l’unica vera continuazione: alcuni giornalisti constatano – alla fine del 2014 – quattro di queste Comets band si esibiscono ancora sia in patria sia a livello internazionale.

Tornando agli inizi, attorno alla metà dei Forties, Haley si esibisce dapprima con i Down Homers per formare quindi il gruppo chiamato Four Aces of Western Swing, divenuto in seguito appunto i Comets sia pur transitando dall’effimera denominazione di Bill Haley and the Saddlemen tra il 1949 e il 1952: il repertorio principale è composto da brani country‘n’western, talvolta con un tocco bluesy. Il gruppo è il primo a registrare nel luglio 1951, una cover del citato Rocket 88 in origine un pezzo black, ovvero una canzone jump di Jackie Brenston e dei suoi Delta Cats (in realtà Ike Turner & His Kings of Rhythm) per l’etichetta Holiday Records di Filadelfia, in ciò che ora è riconosciuto come stile rockabilly; grazie alle buone vendite nel 1952 viene incisa un’altra cover rhythm‘n’ blues degli anni Quaranta, Rock the Joint, per la consorella di Holiday, la Essex Records.

Durante quegli anni, Haley – considerato soprattutto uno dei migliori jodeler del country americano – registra con i Saddlemen parecchie canzoni, che restano nel cassetto fino agli anni Settanta-Ottanta; quando vengono ritrovate si constatano ottime prestazioni come ad esempio Rose of My Heart dolce ballad romantica e Yodel Your Blues Away dal deciso sapore western swing: il valore è merito anche dei membri originali del gruppo da Johnny Grande (piano/fisarmonica) a Billy Williamson (steel guitar), mentre al contrabbasso si susseguono Al Thompson, Al Rex e Marshall Lytle; è un periodo in cui tutti registrano sotto molti altri nomi, tra cui Johnny Clifton and His String Band e Reno Browne and Her Buckaroos (sebbene Browne, un idolo femminile delle matinée dell’epoca, non appaia nel disco). Occorre inoltre ricordare che gli efficaci Rocket 88 e Rock the Joint e altri dischi immediatamente successivi vengono editi con il nome sempre più incongruo di Saddlemen, ragion per cui diventa via via chiara la necessità di una nuova denominazione che ben si adattati al rinnovato stile musicale. E per caso un amico di Haley, prendendo nota della comune pronuncia errata del nome Halley’s Comet che fa rima con Bailey, suggerisce a Bill di chiamare la band The Comets.

Quindi Bill Haley & His Comets si presentano come tali nell’autunno del 1952, prima dell’uscita di Crazy Man, Crazy (1953) che già contiene elementi di rock‘n’roll e rockabilly. I membri fissi del gruppo a quel tempo oltre Haley, sono Grande, Williamson e Lytle. Grande di solito suona il piano nei dischi e la fisarmonica dal vivo, in quanto strumento portatile, facile da gestire durante i numeri musicali che richiedono di ballare anche sul palco. Bill, appena varati i Comets, assume il primo batterista, Earl Famous, per sostituirlo quasi subito con Dick Boccelli (noto anche come Dick Richards), che rifiuta e gli raccomanda il giovane collega Charlie Higler, salvo poi accettare; fino all’autunno 1955, Haley non ha un chitarrista stabile, preferendo buoni session man in studio, mentre lui stesso abbraccia la chitarra solista o fa suonare assolo di steel a Williamson. Anche prima dell’uscita dei dischi di maggior successo, il gruppo raggiunge la piena maturità sotto diversi aspetti, mescolando sapientemente C&W e R&B in Rock the Joint e ottenendo di conseguenza l’exploit nella Top 20 americana con qualcosa che può già qualificarsi come rock, prima del singolo Crazy Man Crazy (1953).

Nella primavera del 1954, Haley e i Comets lasciano l’Essex per la Decca Records con sede a New York, dove lavorano sotto gli auspici del produttore veterano Milt Gabler, in precedenza, durante gli anni Quaranta, coinvolto in molte registrazioni proto-rock di artisti del calibro di Louis Jordan e delle Andrews Sisters: non a caso uno dei singoli di Jordan, Saturday Night Fish Fry (1949), viene ritenuto un serio pretendente al titolo di “primo disco rock’n’roll”, anche per il fatto che Gabler sosterrà che “tutti i trucchi del mestiere che ho usato con Louis Jordan, li ho usati con Bill Haley”. La prima sessione, il 12 aprile 1954, produce Rock Around the Clock, diventando il maggior successo di Haley e uno dei brani più importanti nella storia sia del rock‘n’roll sia di tutto il rock fino a oggi. Le vendite di Rock Around the Clock iniziano però lentamente, essendo il lato B del singolo, ma va abbastanza bene che viene commissionata alla Decca una seconda session. E infatti arriva Shake, Rattle ‘N’ Roll, cover un po’ esagerata dell’originale più jazzata di Big Joe Turner uscita all’inizio del 1954. Il singolo resta uno dei dischi più venduti della Decca del 1954.

Shake, Rattle ‘N’ Roll di Haley non raggiunge lo stesso livello di importanza storica di Rock Around the Clock, ma lo precede come primo successo internazionale del rock‘n’roll; non ottiene la posizione numero 1 nelle classifiche americane, ma diventa il primo disco d’oro di Haley. Elvis Presley registrerà la canzone nel 1956, combinando l’arrangiamento di Haley con i testi originali di Turner, senza però farne un vero successo. Verso la fine del 1954, Haley registra un altro hit, Dim, Dim The Lights, tra le prime canzoni R&B di un gruppo bianco a comparire nelle classifiche nere. Il tardivo successo di Rock Around the Clock viene attribuito all’utilizzo nella colonna sonora del film Blackboard Jungle (Il seme della violenza) di Richard Brooks, uscito nelle sale il 19 marzo 1955. La canzone viene ripubblicata in concomitanza con la pellicola e spostata sul lato A. In tal modo diventa un inno generazionale per i giovani ribelli degli anni Cinquanta, agguantando in fretta sia il numero 1 nelle classifiche pop (dove rimane per ben otto settimane) sia il numero 3 nella classifica R&B; secondo «The Guardian», Bill Haley & The Comets risultano “il primo gruppo rock’n’roll” grazie a un brano davvero “importante perché fu il primo disco rock’n’roll ascoltato da milioni di persone in tutto il mondo”.

Il suono acrobatico del sassofono di Ambrose, insieme al pulsare del contrabbasso di Lytle – che letteralmente lo alza sopra la testa o lo cavalca come un pony – restano i momenti salienti delle esibizioni live durante quel periodo. La musica e lo spettacolo fanno parte di una tradizione swing, blues, gospel, boogie, ma tutto arriva come un fulmine a ciel sereno per la maggior parte di un pubblico soprattutto adolescenziale. Alla fine del 1954, Haley and His Comets appaiono con tre canzoni (le summenzionate Crazy Man Crazy, Shake Rattle and Roll e Straight Jacket) nel mediometraggio Round Up of Rhythm di Will Cowan, ritenuto primo film rock and roll proiettato nelle sale: un timido inizio di una branca del musical chiamata rock-movie, che via via fornirà sia schifezze sia capolavori alla storia del cinema. Restando in ambito di mass media, il combo eseguono Rock Around the Clock in una versione a cappella e in sincronizzazione labiale nel programma televisivo della NBC Texaco Star Theatre condotto da Milton Berle il 31 maggio 1955. Berle predice che la canzone arriverà presto al numero 1, definendo la band “Un gruppo di intrattenitori che sta andando dritto verso l’alto” e mettendosi anche a cantare e ballare il brano intonato dall’intero cast dello spettacolo; e si tratta forse della prima performance tv a livello nazionale americano di un gruppo rock che dunque fornisce al nuovo genere musicale un’audience molto più ampia e trasversale.

Bill e le Comete risultano altresì i primi artisti rock ad apparire nel celeberrimo programma di varietà musicale della CBS The Ed Sullivan Show, domenica 7 agosto 1955, in una trasmissione dallo Shakespeare Festival Theatre di Stratford del Connecticut, eseguendo dal vivo ovviamente una versione di Rock Around the Clock stravolta con Franny Beecher alla chitarra solista e Dick Richards alla batteria. Il pezzo verrà altresì proposto all’American Bandstand condotto da Dick Clark sulla ABC due volte nel 1957, nello show in prima serata il 28 ottobre e nello spettacolo diurno del 27 novembre. Poi sarà la volta Saturday Night Beechnut Show di Dick Clark (noto anche come The Dick Clark Show), una serie TV in prima serata trasmessa da New York il 22 marzo 1958 e il 20 febbraio 1960. Ma dal 1958 al 1960 la musica cambia ancora giacché il rock bianco da un lato si estremizza (Eddie Cochran), dall’altro si ammorbidisce (Buddy Holly) e per Bill Haley & His Comtes toccherà cercare fortuna lontano dagli States (in particolare Messico e Regno Unito), riciclarsi con nuovi balli come il twist e il madison, quindi attendere l’imprevisto revival britannico che gli porterà fortuna sino alla fine.

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