// di Cinico Bertallot //
In un entusiasmante seguito del loro debutto del 2018 von “Got a Light?”, il Jeremy Ledbetter Trio torna con l’album “Gravity”: un potente set basato su composizioni originali, traboccante di idee inedite che sottolineano il sorprendente virtuosismo e la musicalità di Ledbetter al pianoforte con Rich Brown (basso elettrico) e Larnell Lewis (batteria). Si tratta di un line-up alquanto a suo agio nell’affrontare linee e ritmi intricati, attingendo dal jazz, dal rock, dal funk, nonché da vari generi latini, spesso ad un livello di intensità elevato.
Il titolo dell’album Gravity, spiega Ledbetter, parla di cose che si uniscono, di quella che lui chiama una “forza invisibile” che collega i membri di questo trio. A volte si tratta di una sensazione al limite della sopportazione, come lo è la gravità. “Vogliamo portare l’ascoltatore in un luogo diverso, fargli fare un viaggio con noi“, aggiunge Ledbetter. “Voglio mettere delle immagini nella testa degli ascoltatori; si potrebbe quasi chiamarli spettatori invece che ascoltatori. Vogliamo coinvolgere le persone. E penso che il modo per farlo sia renderlo vivido e intenso, emotivo ed energico, suonare con passione ed emozione, viscere e cuore, sangue e sudore, capite? Vogliamo creare qualcosa da cui non si possa distogliere lo sguardo“. La miscela di pianoforte acustico e basso elettrico crea un suono decisamente fluido ed energico, che si adatta perfettamente alla scrittura di Ledbetter: “Ho sempre gravitato verso il basso elettrico. Ho trascorso molto tempo nei Caraibi e in America Latina, studiando, suonando e producendo calypso e soca e musica cubana e venezuelana. Per me, una delle forme più interessanti, stimolanti e virtuosistiche di qualsiasi musica è quando si interseca con il jazz. Sono arrivato al jazz attraverso questi generi di fusion latina, che utilizzano prevalentemente il basso elettrico“.
L’album colpisce fin dall’opener “Flight”, con il suo ritmo incalzante e contagioso e le sue altissime qualità tecniche. In “Song of the River”, costruita attorno a due ritmi afro-venezuelani, si sente l’acqua scrosciante del Río Autana, nel profondo dell’Amazzonia venezuelana, e le percussioni cumaco degli ospiti Yonathan “Morocho” Gavidia, Javier Suárez e Juan Carlos Segovia. La vivace “Port of Spain”, aggiunge Ledbetter, “è un omaggio al Carnevale di Trinidad, la più grande festa di strada del mondo, e alle steel band che si aggirano per le strade della capitale, Port of Spain“.
L’heavy funk asimmetrico che segna l’inizio della title-track “Gravity” conduce a una sezione centrale in costruzione con un assolo in di Brown al basso con l’uso di un E-bow , che produce un effetto sustain prolungato sull’arpeggio, ricordando in modo inequivocabile il suo singolare dono tonale sullo strumento (“Rich è uno dei miei cantanti preferiti“, sostine il band-leader). “The Stars in Her Sky” ritrova Brown nel ruolo di “cantante”, strappando emozioni alla bella melodia di Ledbetter, con il suo tenero afflfflato folk-pop. “Two Cousins” presenta elementi poliritmici che si muovono dentro e fuori una struttura simil-reggae, mentre la finale, il triunvirato si scatena con”Wonder” attraverso un luminoso e svettante ritmo in 12/8.
Note biografiche su Jeremy Ledbetter
Originariamente formatosi come pianista classico, Jeremy Ledbetter ha studiato jazz a Toronto prima di intraprendere un decennio formativo all’estero, durante il quale ha lavorato a stretto contatto con alcuni dei più importanti artisti di Trinidad, Cuba, Brasile e Venezuela. Oggi Ledbetter è parte integrante delle scene canadesi del jazz e della world music e si esibisce regolarmente con la Larnell Lewis Band, OKAN, Eliana Cuevas, Alexis Baró, Joy Lapps Project, Rich Brown’s Abeng e altri. Ha lavorato come direttore musicale di David Rudder, icona del calypso trinidadiano, per oltre 20 anni. Ha suonato e registrato con alcuni degli artisti più rinomati in Venezuela (Aquiles Baez, Jorge Glem, Eliana Cuevas), Trinidad (David Rudder, Machel Montano, Etienne Charles), Brasile (Hermeto Pascoal, Munir Hossn) e Cuba (Daymé Arocena, Elmer Ferrer). Ledbetter è anche la forza trainante dell’ensemble jazz caraibico CaneFire. Ledbetter è un produttore ricercato che agisce sulla scorta di un’ampia varietà di progetti. Ha vinto il World Music Producer of the Year agli Independent Music Awards ed è stato nominato produttore dell’anno ai Canadian Folk Music Awards. Nel 2021 ha vinto un Juno Award per il suo lavoro con OKAN, un gruppo roots/jazz afrocubano guidato da donne. Nel 2023 ha prodotto Okantomi delle OKAN (nominato uno dei migliori album canadesi del 2023 dalla CBC Music), Tamborilero dell’uruguaiana Valeria Matzner e Seré Libre di Eliana Cuevas e Angel Falls Orchestra, che ha visto il lavoro di Jeremy come orchestratore, direttore d’orchestra e produttore dell’album e dei video di accompagnamento. Ledbetter è anche un abile polistrumentista che annovera tra le sue armi preferite lo steelpan, l’armonica, il mandolino e il didjeridu.
“Stupefacente … questo non è un trio ordinario, per nessun motivo al mondo”. (Toronto Music Report)