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Nasce il PREMIO PERUGIA “Alberto Alberto per il Jazz”, per ricordare colui che portò il “grande jazz” in Umbria. Il concorso è riservato ai musicisti jazz: solisti, band ed ensemble fino ad un massimo di 12 elementi, senza limiti di età, purché non legati da vincoli contrattuali. Al vincitore/i del contest verrà garantito un contratto discografico dalla GleAM Records, con la produzione, pubblicazione e distribuzione su tutto il territorio nazionale di un CD, ufficio stampa e relativa promozione; inoltre alcuni gruppi ed ensemble verranno selezionati per partecipare all’Ancona Jazz Summer Festival.

La commissione tecnica giudicante è formata da Roberto Gatti, Franco Piana e Fabio Morgera.

Dopo una prima valutazione dei materiale audio/video, fornito dai partecipanti, il Concorso si svolgerà per selezioni in presenza, dal 01/05/2024 al 30/11/2024.Le audizioni, le serata di premiazione e il concerto finale con la presenza di pubblico si svolgeranno, a metà dicembre 2024, presso lo Stix Music Club, Strada San Pietrino 1/B, Perugia, zona Madonna Alta.

Per partecipare è disponibile una modulistica on line predisposta alla compilazione, scaricabile in formato PDF dai siti: www.doppiojazz.it / www.stix.it e www.premioperugia.it da inviare via mail a: info@doppiojazz.it / stix@stix.it

ALBERTO ALBERTI. Produttore Discografico, Impresario, Organizzatore di eventi.

Quando Alberto Alberti nel 1973, insieme a Carlo Pagnotta e Gino Gigante, suo fidato collaboratore diede vita a Umbria Jazz, era il riferimento principale in Italia di alcuni dei massimi artisti jazz, per i quali svolgeva l’attività di manager e intermediario per tutta l’Europa: Miles Davis, Dexter Gordon, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Cedar Walton, Chet Baker, René Thomas, Gato Barbieri, Kenny Clarke, Thelonious Monk, Charles Mingus, Art Blakey e altri. Assieme ad Antonio “Cicci” Foresti il ventiseienne Alberti, nel 1958, aveva già creato il Bologna Jazz Festival. Sempre in occasione di Umbria Jazz, il manager bolognese, conobbe l’allora giovane Sergio Veschi con il quale, nel 1976, fondò la Red Records, destinata a divenire una delle più importanti etichette indipendenti europee, al pari della danese SteepleChase e dalla tedesca Enja. Con la Red Record Alberti pubblicò i dischi di Sam Rivers, Phil Woods, Cedar Walton, Kenny Barron, Massimo Urbani, Joe Henderson, Charlie Rouse, Bobby Watson, Billy Higgins, Viktor Lewis e tanti altri. Alberti e Veschi, nel 1990, ebbero la geniale idea di allestire una formazione all-stars chiamata Jazz Tribe, formata da Jack Walrath alla tromba, Bobby Watson al sax alto, Walter Bishop Jr. al piano, Charles Fambrough al contrabbasso, Joe Chambers alla batteria e Ray Mantilla alle percussioni. Non secondaria fu la sua attività di produttore presso l’RCA per l’etichetta Vik specializzata in jazz, su cui pubblicò Steve Lacy in trio, Paul Bley, Cecil Taylor e Chet Baker.

Alberto Alberti è stata una delle figure più significative per la diffusione del jazz in Italia, di cui ha allargato la visione e i confini rispetto ad altre gestioni o organizzazioni di eventi, manifestazioni ed iniziative similari, certamente, più ristrette, localistiche, elitarie e meno inclini alla divulgazione di massa. Negli anni Settanta, con l’arrivo delle avanguardie e dei movimenti studenteschi e antagonisti, Alberti seppe cogliere un momento storico importantissimo, portando il jazz oltre l’interesse degli avvocati e notabili di provincia, estendendone la conoscenza presso un pubblico molto più vasto e popolare: il caso di Umbria Jazz è fondamentale per comprendere le proporzioni del fenomeno. Un piccola regione, famosa per la sua misticità, ed una città come Perugia, arroccata nelle sue tradizioni, per quanto apprezzabile per le bellezze architettoniche, che si ritrova improvvisamente ad accogliere una massa umana fatta di giovani e appassionati di jazz provenienti da ogni parte del pianeta. Fenomeno che, per il codice ideale dell’organizzazione di eventi musicali, stabilisce un precedente divenendo un modello da imitare. Perugia che si trasforma per alcuni giorni in una sorta di Woodstock urbano a cielo aperto. Soprattutto Umbria Jazz che, grazie alle conoscenze e ai legami di Alberto Alberti, assunse i connotati di un fenomeno riconosciuto a livello mondiale da artisti e addetti ai lavori.

Alberto Alberti alla Batteria

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