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Per l’occasione Fabio Morgera ha raccolto una formazione di nove elementi, con tromba, trombone, tre sassofoni, piano, basso e batteria, oltre alla voce di Antonio Barbagallo, una sorta di big band in versione light…

// di Roberto Biasco //

Fabio Morgera è un trombettista, compositore ed arrangiatore che ha vissuto per molti anni a New York dove ha avuto la possibilità di collaborare con musicisti di grande valore, tra i quali il sassofonista J.D. Allen, scoperto giovanissimo oltre vent’anni fa, e con cui ha inciso diversi eccellenti album, ricordiamo tra i tanti il notevole «Colors» del 2000 con la prestigiosa Red Records, la cosiddetta «Blue Note in Europea», emerita etichetta italiana fondata da Sergio Veschi. In questo lavoro, affiancato dal cantante e chitarrista Antonio Barbagallo, anch’egli newyorchese di adozione, si cimenta i- n occasione con il centenario della nascita – in un omaggio al grande Bruno Martino, noto al grande pubblico «in età» come interprete di successi discografici tra gli anni Cinquanta e Sessanta, spesso assurti al rango di «tormentoni estivi», da cui il titolo dell’album «Cento Estati».

In realtà, come ben sanno gli appassionati di Jazz, Bruno Martino, oltre che «re del night», è stato eccellente pianista, compositore e arrangiatore, come dimostrato da «Estate» («Odio l’Estate») il suo brano più famoso, divenuto nel tempo un classico standard del Jazz, rivisitato da centinaia di musicisti, da Chet Baker a Michel Petrucciani fino a Woody Shaw, solo per citare i primi nomi che vengono in mente. Per l’occasione Fabio Morgera ha raccolto una formazione di nove elementi, con tromba, trombone, tre sassofoni, piano, basso e batteria, oltre alla voce di Antonio Barbagallo, una sorta di big band in versione «light», che ha permesso a Morgera di sfoderare le sue doti di raffinato arrangiatore di impronta squisitamente boppistica, che si muove nel solco del magistero dei grandi specialisti di ensemble di medie dimensioni, quali Tadd Dameron, Benny Golson e Gigi Gryce. Il disco è stato quindi inciso con questo New York City Nonet nell’agosto del 2024 presso lo studio di registrazione dell’Hotel Samurai nel Queens.

Ecco allora una dopo l’altra sette sofisticate canzoni del repertorio di Bruno Martino, si parte con «Se mi vuoi», per proseguire anche con pezzi meno battuti come «Cos’hai trovato in lui», «Fai Male», tutti brani eleganti sottolineati dai testi che, soprattutto se contestualizzati al periodo storico dei primi anni sessanta, parlano del rapporto uomo – donna in termini assolutamente moderni e disincantati, a volte sorprendenti, vicini alle atmosfere di ’»incomunicabilità» di certi film di Antonioni, lontani anni luce dal sentimentalismo retrivo e melodrammatico allora imperversante. La voce calda e screziata di Antonio Barbagallo ha naturalmente il compito di condurre tutte le canzoni, ma va spesso oltre il mero ruolo di cantante confidenziale, mostrando doti non comuni di scat e improvvisazione vocale, come in «Calypso BeBop», un brano scattante, senz’altro testo se non il titolo, caratterizzato da uno swing contagioso, tutto giocato negli scambi di domanda e risposta tra la voce e il movimento dei fiati. Nella sognante «Isabel» Barbagallo si ritaglia inoltre un inaspettato quanto delizioso assolo alla chitarra elettrica.

Dal canto suo Fabio Morgera si conferma trombettista di vaglia, dotato di una sonorità tornita che si esprime attraverso un fraseggio nitido e accattivante. Accanto ai due titolari tutto il resto della band ha la possibilità di esprimere tutte le proprie ragguardevoli potenzialità, sia all’interno delle strutture armoniche e contrappuntistiche costruite «ad hoc» dallo stesso Morgera, che nelle sortite in assolo dei singoli valentissimi strumentisti. Naturalmente i pezzi forti dell’album sono proprio di due più grandi successi di Martino, «E la chiamano estate» e «Estate (Odio l’estate)» qui proposte in due lunghe versioni che permettono tra l’altro a ciascun solista di esprimersi compiutamente nello snodarsi dei brani. Un disco quindi estremamente godibile, piacevolissimo all’ascolto, in grado però di accontentare anche i palati più raffinati visto il livello di eccellenza dei singoli musicisti e la raffinata compattezza dell’insieme. Ma non finisce qui. La produzione del disco a cura dell’associazione MUJIC ha voluto farci un regalo inaspettato: una superba versione di «Estate» realizzata in perfetta solitudine da Massimo Urbani e ripresa dal docu-film di Paolo Colangeli «Massimo Urbani nella Fabbrica Abbandonata». Poco più di due minuti di musica, ad un livello di pathos, intensità emotiva e livello artistico da lasciare letteralmente senza fiato, ascoltare per credere! Grazie per questo splendido regalo!

Track List:

  1. Se mi vuoi
  2. E la chiamano estate
  3. Cos’hai trovato in lui
  4. Fai Male
  5. Odio l’estate
  6. Isabel
  7. Calypso BeBop
  8. Estate, by Massimo Urbani*

*(dal film «Massimo Urbani nella Fabbrica Abbandonata» by Paolo Colangeli).

Personnel:

  • Antonio Barbagallo: voce e chitarra;
  • Fabio Morgera: tromba e arrangiamenti;
  • Bruce Williams: sax alto;
  • Beherani Waldu; sax tenore;
  • Jason Jackson: trombone;
  • Frank Basile; sax baritono;
  • Brandon McCune: piano;
  • Gregg August: contrabbasso;
  • Jared Spears: batteria.

Recorded at Hotel Samurai Studios – Queens – New York – August 2024.

Prodotto da MUJIC – Associazione Culturale dedicata alla memoria del grande Massimo Urbani.

Fabio Morgera, Antonio Barbagallo NYC Nonet

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