// A Cura della Redazione //
“Io sono un pigro“. – Racconta Emanuele Primavera – “Sono un batterista, molto del mio tempo lo passo a suonare, tralasciando per determinati periodi la scrittura. La Jam/Unjam mi chiamò circa un anno fa chiedendomi «ma il tuo quintetto?», ed io: «esiste». Nel senso: non c’era nulla di concretamente nuovo, ma già, avendo fatto diverse date, non avevamo lesinato di testare qualche nuova composizione, ossia quelle che oggi sono Terraphilia, Warming Warning e Passages, le quali, all’epoca, ritenevamo appena delle bozze. Da lì, a dicembre, mi sono messo a scrivere e a gennaio abbiamo sfornato gli altri pezzi, tra cui uno al quale tengo tantissimo che è Shadow Dancer, con cui abbiamo aperto il concerto. Ultimamente devo dirti che questa pigrizia non la sto percependo più, anzi! Con Alessandro condividiamo questa grande passione per Gustav Mahler, e ciò mi sta dando l’opportunità di approcciarmi alla scrittura sotto un punto di vista certamente diverso, tuttavia, a prescindere da tutto, credo di non potermi definire sufficientemente metodico nel comporre“.
Batterista e compositore siciliano, Emanuele Primavera ha da poco pubblicato il nuovo album “Around the Fiery Future” per l’etichetta Jam/UnJam (distribuzione Universal). Otto nuove composizioni a firma del leader registrate col consolidato quintetto composto da Alessandro Presti alla tromba, Nicola Caminiti al sax alto, Alessandro Lanzoni al piano e fender e Carmelo Venuto al contrabbasso. È lo stesso quintetto che aveva registrato il precedente Above the Below, 5 musicisti legati da solida amicizia, e sul quale il batterista siciliano ha deciso di puntare per dare continuità e sviluppare il suo discorso musicale, che in questo album, potendo contare sulla collaborazione ormai pluriennale, si fa ancora più nitido e completamente a fuoco. I brani raccontano una visione a tratti amara e cupa sul presente del mondo, alla quale fa da contraltare una musica per la maggior parte contemplativa e avvolgente segnata da un profondo lirismo, come un balsamo e una speranza per affrontare una realtà che si trasforma in maniera imprevedibile e che può lasciare sgomenti.
“Ritengo di aver sviluppato una certa sensibilità a proposito di ciò che sta succedendo nel mondo.” – Chiarisce il batterista siciliano – “Nondimeno, essendo ennese, abituato, pertanto, a stare in una città che aveva le nebbia da ottobre a maggio, pensando agli ultimi quattro natali che ce li siamo vissuti con il sole, prima ancora di vedere l’infausto destino del nostro amato Lago di Pergusa, ecco, ho deciso di documentarmi – anche e soprattutto scientificamente – in merito al surriscaldamento globale, alla desertificazione, all’impotenza dell’uomo davanti a tutto questo. Per intenderci, a me piace molto la montagna, e vedere i ghiacciai ritirarsi mi ha sconvolto non poco. Vorrei citare alcune situazioni angoscianti che ho vissuto in prima persona: incendi notturni, alberi, nelle zone di Rossomanno, che cadevano nei giorni a seguire, per dieci, quindici volte al giorno… non ho potuto fare altro che riflettere sui perché e sui percome di questo nostro rovinarci da soli“.