Mirco Mariottini – «Ipazia Live» (Caligola Records, 2024)

// a Cura della Redazione //
Al suo quinto album da leader – il terzo per Caligola – ed a tre anni da «Dialogues», registrato in trio con Stefano Maurizi e Luciano Biondini per Enja, Mirco Mariottini conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere uno dei clarinettisti più talentuosi e personali del panorama jazzistico italiano. «Ipazia Live» è stato ricavato, come il titolo lascia intendere, da un riuscito concerto tenuto alla testa del suo quartetto nell’estate del 2021 in provincia di Grosseto.
La registrazione “live” non sminuisce il valore di un progetto musicale per nulla improvvisato, anzi, gli aggiunge quel calore e quell’emozione che solo un concerto può dare. Il passaggio dall’ipnotico pedale di “Loop” alla rarefatta, quasi sospesa “Looking for You in the Night” od all’obliqua serialità di “Serial Point” – affrontate tutte con il clarinetto basso – non è affatto traumatico ed è reso ancor più naturale dal prezioso pianoforte di Alessandro Lanzoni, molto più ormai che una giovane promessa del jazz italiano. Il quarto brano, nostalgico ed evocativo, è quello che dà il titolo all’album, da un lato ispirato da “Ipazia”, una delle «Città Invisibili» di Italo Calvino, e dall’altro dedicato alla figura di Ipazia, matematica, astronoma e filosofa alessandrina del IV° secolo che, pur avendo visto le sue conquiste venir spazzate via dal più folle fanatismo religioso, rimane ancor oggi il simbolo dell’intelligenza e della forza della donna nel mondo antico.
A partire da questo brano e fino alla fine, passando per un sentito e toccante omaggio a Tony Scott, il leader accantona il clarone per il più agile clarinetto in Sib, strumento che gli consente nel finale modale di “Hunt” fraseggi ancor più acrobatici. Mariottini fa anche parte del quintetto italiano di Glenn Ferris, con cui nel 2018 ha inciso «Animal Love»; scrive il trombonista americano nelle brevi ma pregnanti note di copertina: “… La performance musicale qui catturata, è la ragion d’essere della bellezza di questa registrazione. La perfezione di un momento di creazione da parte di quattro musicisti–scultori…”. Fra questi siede alla batteria un altro componente del quintetto di Ferris, quel Paolo Corsi – autore di un pregevole assolo nel brano conclusivo – che forma con Guido Zorn una coppia ritmica pulsante ed affiatata.
NOTE BIOGRAFICHE
Diplomatosi in clarinetto con il massimo dei voti, Mirco Mariottini si è poi dedicato al jazz e alla composizione, partecipando a vari seminari tra i quali quelli organizzati dalla I.A.S.J. (International Association of Schools of Jazz) tenuti da Dave Liebman, i Corsi di Alta Qualificazione Professionale – Regione Toscana – presso Siena Jazz e in seguito con Steve Lacy e nell’ambito della musica classica i Corsi di Perfezionamento di Fiesole. Successivamente ottiene la laurea specialistica in Jazz presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, sempre con il massimo dei voti. Ha fatto parte dell’Orchestra Giovanile Italiana di Jazz, diretta da Bruno Tommaso e Giancarlo Gazzani, con la quale ha suonato con il trio di Peter Erskine (con John Taylor e Palle Danielsson) e successivamente con James Newton, dell’IS Ensemble di Paolo Damiani e Theatrum di Stefano Battaglia. A proprio nome forma il trio che vede Stefano Battaglia al pianoforte e Paolino Dalla Porta al contrabbasso. Ha inoltre collaborato con musicisti come: John Taylor, Glenn Ferris, Paul McCandless, Tony Scott, Sainkho Namtchylak, William Parker, James Newton, Butch Morris, Sadiq Bey, Antonello Salis, Chris Laurence, Ares Tavolazzi, Diana Torto, Riccardo Fassi, Ettore Fioravanti, Michele Rabbia, Goma Parfait Ludovic, ecc. Nel 1997, ospite del Salone della Musica di Torino, è stato presentato dall’ Italian Instabile Orchestra come nuovo talento del jazz di ricerca in Italia. Ha suonato in rassegne come Clusone, Europa Jazz Festival di Noci, Palermo, Barga Jazz, Fano, Siena Jazz, Milano, Monza, Fiesole, Teramo Jazz, Livorno, Foggia, Anfiteatro Jazz di Lucca, Roccella Jonica, Mestre, Firenze Musicus Concentus e Fabbrica Europa, Roma, L’Aquila, Pisa, Ancona, Merano, Venezia, Piacenza, Cantiere d’Arte di Montepulciano, Prato Metastasio Jazz ed all’estero negli USA, Gran Bretagna, Spagna, Grecia, Germania, Belgio, Georgia e Turchia. Musicista eclettico ed attento alle molteplici espressioni artistiche e musicali ha collaborato a performances nell’ambito del teatro, delle arti visive e della danza (“Soli sulla tenerezza” con Virgilio Sieni, “Fool Lear” di Alessandro Garzella e “Variazioni per voce e clarinetti da Macbeth” con l’attrice Francesca Russo e in “Occasioni” con Marco Baliani), realizzando inoltre musica per istallazioni di opere d’arte permanenti. Come arrangiatore è finalista, col brano “It Always is” di Tom Harrel, al 22° Concorso Internazionale di Arrangiamento di Barga Jazz 2009. Ha partecipato alla realizzazione di numerosi cd. Nel 2005 viene pubblicato dall’etichetta Splasc(h) il suo primo cd da leader dal titolo “Nugae” che documenta il percorso artistico del trio con Stefano Battaglia e Paolino dalla Porta. Collabora alla realizzazione del cd di Stefano Battaglia dal titolo “Re: Pasolini”, pubblicato nel 2007 dalla prestigiosa etichetta tedesca E.C.M. Recentemente ha composto e registrato la Suite “Visioni in musica sugli scritti di David Lazzaretti”, dedicata alla figura di David Lazzaretti “mistico-rivoluzionario” che visse a metà ottocento in Toscana, per organico misto di 12 elementi che vede la presenza come ospiti di Giovanni Falzone alla tromba e Marco Baliani alla voce recitante. Realizza nel 2011 la colonna sonora per il documentario “La Duecentenaria” in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano e la Regione Lombardia. Collabora con RAI – TRADE alla realizzazione di musica per trasmissioni televisive. Viene citato dal flautista americano James Newton, durante un’ intervista, come uno degli eredi di Eric Dolphy. Fa parte del Glenn Ferris Italian Quintet con il quale ha registrato il recente cd dal titolo “Animal Love”. Per l’etichetta Enja pubblica l’ultimo lavoro (Febbraio 2021), “dialogues”, insieme al fisarmonicista Luciano Biondini e Stefano Maurizi al piano.
Il nuovo Cd è ispirato da un lato da Ipazia, una delle Città Invisibili di Italo Calvino, e allo stesso tempo dedicato alla figura di Ipazia, la grande scienziata alessandrina del IV secolo, che aveva consacrato con rigorosa passione la sua vita all’astronomia. Le sue conquiste sono state spazzate via dal fanatismo religioso più folle: bruciata e squartata da un gruppo di fondamentalisti cristiani, aizzati dal vescovo Cirillo (ancora oggi celebrato come santo), Ipazia rimane oggi il simbolo della forza, intelligenza e determinazione della donna nel mondo antico.
Mirco Mariottini: clarinetto e clarinetto basso (composizioni).
Alessandro Lanzoni: pianoforte.
Guido Zorn: contrabbasso.
Paolo Corsi: batteria.
