“WineStories&Jazz”: cinque concerti nel cuore della Maremma dal 15 luglio al 12 agosto
La Casa del Jazz italiano, festival giunto alla XXXI edizione, da quest’anno ha un’importante sezione toscana. Che darà spazio, oltre ai grandi nomi della scena nazionale, anche a progetti inediti e a giovani musicisti emergenti: Con il patrocinio di MIDJ, Musicisti italiani di jazz, e ANSJ, Associazione nazionale scuole di jazz.
// a Cura della Redazione //
Dopo i tre concerti di inizio luglio tra la Franciacorta e il lago d’Iseo (in provincia di Brescia), che hanno visto protagonisti Enrico Intra, Tony Arco Gianluigi Trovesi, Claudio Angeleri e il coro dei Civici Corsi di Jazz di Milano, la XXXI edizione de “La Casa del Jazz italiano” si sposterà in Maremma nel segno di un radicale cambiamento di formula rispetto al passato: la neonata sezione “WineStories&Jazz” del festival – realizzato con il patrocinio di MIDJ, l’associazione dei musicisti italiani di jazz, e l’ANSJ, l’Associazione nazionale scuole di jazz, e con la media partnership di Rai Radio 3 – vuole essere una nuova occasione per la valorizzazione e la promozione del jazz italiano, dei suoi progetti e dei suoi musicisti, senza vincoli generazionali e stilistici e con una particolare attenzione alle nuove realtà.
Sono cinque i concerti in programma in terra toscana dal 15 luglio al 12 agosto. Si parte sabato 15 luglio ad Alberese (Gr), nel Parco regionale della Maremma, con “FleshCube”, il quartetto di sassofoni di Giulio Visibelli, con ospite d’eccezione Mauro Negri (inizio live ore 19; ingresso a offerta libera su base volontaria). Il quartetto di sax si è affermato nel jazz nel corso degli anni Settanta con gruppi come il World Saxophone Quartet, il Rova, il 29th Street e si è poi sviluppato, anche in Italia, in numerose declinazioni. Quella scelta da Visibelli mette in rilievo tutta la famiglia dei sax più utilizzati nel jazz, spaziando dal più acuto soprano al più grave baritono, con l’intento di trovare uno spettro di colori ampio e favorire composizioni nelle quali il ruolo dei singoli strumenti venga a staccarsi con chiarezza dalla trama generale. Il leader, autore di tutti i brani in repertorio, già incisi sul disco “FleshCube”, tende a mettere in evidenza l’elemento forse più caratteristico del jazz, cioè il suono personale dei musicisti, che poi è la “voce” interiore di ogni jazzista. Da qui il nome del gruppo e del progetto, che proprio nelle facce del cubo, nelle sfaccettatura di questa figura geometrica, identifica il pensiero di Visibelli, le cui composizioni si presentano articolate, con incastri sonori e aspetti di apertura che danno rilievo ai solisti in una dimensione linguistica che non dimentica la storia, ma si sviluppa dentro coordinate linguistiche europee.
Sin dagli anni ottanta Giulio Visibelli è una delle figure più rilevanti del sassofono jazz italiano: ha all’attivo numerosi album a proprio nome, tutti legati a progetti specifici, ed è primo sax alto della Milano C-Jazz Band sin dalla sua fondazione. Insegna al Conservatorio di Mantova, al CDpM di Bergamo e ai Civici Corsi di Jazz di Milano, ma è stato docente anche in altri Conservatori e a Siena Jazz. Con lui ci saranno due brillanti sassofonisti delle ultime generazioni come Rudi Manzoli e Tullio Ricci, diventati solisti di esperienza, e come ospite speciale Mauro Negri. Clarinettista tra i più importanti della scena europea, ma anche sassofonista di valore mondiale (è stato per un triennio primo sax alto della celeberrima Vienna Art Orchestra), musicista di grande progettualità e feeling, nonché direttore del dipartimento jazz del Conservatorio di Mantova, Negri si muove in un territorio che lega il linguaggio storico del jazz al mondo eurocolto, in ciò perfettamente congeniale alla proposta di questo eccellente quartetto di sassofoni.
Venerdì 21 luglio il festival farà tappa nell’Area archeologica di Cosa (Gr) con la performance in clarinetto solo di Mauro Negri (ore 19; ingresso a offerta libera su base volontaria) nella spettacolare cornice dalla città romana, con le rovine che si affacciano sul mare. Negri è uno dei grandi specialisti europei dello strumento, un magistrale strumentista di cui un critico francese ha scritto che con il suo linguaggio ha dato “un colpo di vecchio” agli altri clarinettisti jazz. La sua carriera è cominciata con il gruppo Trapezomantilo, vincitore nel 1991 del Jazz Contest organizzato a Milano da Musica Oggi ed è proseguita con numerosi progetti personali e con la partecipazione al gruppo del batterista italo-francese Aldo Romano e alla Vienna Art Orchestra, di cui è stato anche primo sax alto (Negri ha partecipato anche alla tournée in occasione dei trent’anni della celebre big band, una delle più importanti dell’intera storia europea del jazz). A Cosa, il musicista mantovano affronterà la sfida con il solo di clarinetto, proseguendo la tradizione dei “solo” per strumenti ad ancia inaugurata nel jazz, nel 1948, da Coleman Hawkins e proseguita poi con il clarinettista Jimmy Giuffre (1956) e, pochi anni dopo, con il bassoclarinettista e sassofonista Eric Dolphy per diventare, alla fine degli anni Sessanta, una pratica abbastanza diffusa. Per questo concerto Negri proporrà un progetto speciale, una prima esecuzione realizzata appositamente per la Casa del Jazz italiano: si tratta di un dialogo con la musica del grande compositore e contrabbassista Charles Mingus, del quale toccherà diverse composizioni inserendole in un percorso libero, aperto, basato su un’espressività spontanea, per quanto rigorosamente controllata da un musicista dalle conoscenze profonde e dalla stupefacente padronanza dello strumento.
Giovedì 27 luglio (ore 21.30; ingresso a offerta libera su base volontaria), il suggestivo giardino di Villa Rosmarina, a Vetulonia (Gr), ospiterà il duo composto dal sassofonista Stefano “Cocco” Cantini e dal tastierista Francesco Maccianti. Questo progetto speciale della Casa del jazz italiano coinvolge due musicisti che suonano insieme da molto tempo e che hanno maturato un senso dell’interplay di rara profondità, sfociato in una vera e propria empatia musicale. Stefano “Cocco” Cantini, animatore da quasi quarant’anni del prestigioso Grey Cat Festival, è un sassofonista di valore assoluto che possiede il dono di un senso melodico mediterraneo unito a una profonda conoscenza del mondo jazzistico degli anni Cinquanta e Sessanta, in particolare quello di Evans e Coltrane. Cantini vanta una carriera articolata che fa di lui una delle grandi personalità musicali della scena italiana: la bellezza del suono, intenso e drammatico sul sax tenore, più lirico e sereno al sax soprano, la mirabile costruzione delle melodie improvvisate e il senso del ritmo sono elementi centrali nel suo stile personale e si sposano con la sensibilità armonica e ritmica di Francesco Maccianti, che unisce la tradizione del modalismo jazzistico anni Sessanta a un chiaro senso melodico, ma anche alla capacità di uscire da schemi troppo rigidi. In questo progetto speciale, Maccianti utilizzerà la tastiera, incontrando i sassofoni di Cantini sul terreno dell’amato John Coltrane, sulla musica del quale i due protagonisti del concerto lavorano da anni nella proposta intitolata “Living Coltrane”. L’originalità di questa produzione risiede però nell’attenzione particolare rivolta a una parte dell’arte di Coltrane forse meno celebrata: quella di autore e interprete magistrale di ballad e blues, in cui la bellezza melodica e l’afflato romantico delle prima si affiancano al recupero della tradizione espressiva del secondo, vissuto come un retaggio imprescindibile per ogni musicista di jazz. In sostanza, un nuovo capitolo del magistrale lavoro sul grande maestro africano americano che da anni è parte della ricca e variegata attività di questi due musicisti. Come anteprima al concerto, Cantini proporrà l’ascolto e la riflessione su antichi strumenti etruschi, ritrovati e da lui fatti ricostruire nelle forme originali, dei quali ha studiato le caratteristiche, trovando un personale modo di suonarli.
Sabato 5 agosto, a Cinigiano (Gr), nel cuore della zona di produzione del Montecucco, nella sede dell’azienda agricola Basile del presidente del consorzio di questo eccellente vino rosso, andrà in scena il piano solo del pianista e compositore Simone Graziano con il progetto “Embracing The Future” (ore 19; ingresso a offerta libera su base volontaria). Musicista dalla caratterizzata personalità artistica, che non a caso fa di lui una delle voci più originali del nuovo panorama jazzistico italiano, Graziano si esibirà in una performance davvero singolare per la sua originalità timbrica, in cui il suono dello strumento viene modificato attraverso l’inserimento nella cordiera di oggetti della vita quotidiana quali carta, gomme e feltrini, che producono sonorità insolite. In sostanza, si potrebbe parlare di un “pianoforte preparato”, secondo la linea che fu inaugurata nel 1938 da John Cage con il “Bacchanale for prepared piano”, ma qui la realizzazione, come sempre avviene con i musicisti di jazz, è empirica, non scientificamente studiata a tavolino dando indicazioni precise da seguire, per cui Graziano preferisce utilizzare il più corretto termine di “pianoforte modificato”. Le sonorità che ottiene con questi accorgimenti sembrano principalmente orientate verso l’Africa e a tratti ricordano i balafon, gli xilofoni africani, altrove sembrano evocare il suono delle corde delle grandi arpe liuto oppure quello di piccoli strumenti a percussione. Questo eterogeneo sound si sposa con quella linea minimalista, ma di un minimalismo in cui le variazioni sono ben avvertibili e coinvolgenti, che è il tratto distintivo della musica odierna di Graziano, autore di brani costruiti su cellule meloritmiche, moduli, schemi precisi e memorizzabili, a volte basati semplicemente e soltanto su un groove. Già presidente di MIDJ, l’associazione che raggruppa i musicisti italiani di jazz, Graziano è diplomato in pianoforte classico e in jazz, ha studiato alla Berklee di Boston e si è perfezionato con alcuni dei più significativi pianisti del jazz contemporaneo, collaborando tra gli altri con artisti quali Paolo Fresu, Tim Berne, David Binney, Paul McCandless e Stefano Bollani. Si è esibito in rassegne e festival di livello nazionale e internazionale, ha conseguito significativi riconoscimenti ed è co-direttore artistico della rassegna jazz del fiorentino Musicus Concentus e de “Il jazz italiano per le terre del sisma”. Attualmente è titolare della cattedra di pianoforte jazz alla Siena Jazz University.
Infine, per l’evento di chiusura del festival, sabato 12 agosto il Porto turistico di Marina di Grosseto sarà il palcoscenico di tre giovani musicisti emergenti – Simone Locarni all’organo hammond, Davide Sartori alla chitarra elettrica e Daniele Delfino alla batteria – che ricorderanno, nella formula dell’organ trio, il chitarrista Wes Montgomery nel centenario della nascita. L’organ trio è l’unione tra organo hammond, chitarra elettrica e batteria (in talune occasioni il sax sostituisce la chitarra) e nel jazz si è affermato tra la fine degli anni Cinquanta e il successivo decennio, trovando però anche sviluppi nella scena jazzistica dell’ultimo mezzo secolo. Gruppo dalla spiccata sonorità “elettrica”, nel suo periodo d’oro l’organ trio ha avuto tra i suoi principali protagonisti i chitarristi Grant Green, Kenny Burrell, Wes Montgomery e gli organisti Jimmy Smith, Mel Rhyne, Lonnie Liston Smith e Larry Young, che hanno fatto la fortuna della formazione, caratterizzata da accentuati colori blues e da uno swing diretto ed esuberante.
La formazione invitata a La casa del jazz italiano fa parte dei progetti speciali della rassegna e si lega all’attenzione verso i giovani musicisti emergenti che, da sempre, è una caratteristica del festival. La compongono tre strumentisti piemontesi in grande crescita artistica, che si distinguono per la scelta di un linguaggio in cui sono presenti improvvisazione e sonorità elettriche ed elettroniche e che generalmente eseguono brani originali accanto a composizioni di Joe Henderson, Kenny Wheeler e Chick Corea. Per questo particolare concerto il trio proporrà, invece, un omaggio a Wes Montgomery in occasione dei cento anni dalla nascita di questo grande chitarrista, tra i più influenti dell’intera storia del jazz, che ha legato una parte significativa del suo percorso proprio alla collaborazione con gli hammondisti, primo fra tutti Jimmy Smith. Di Montgomery verrà seguito il percorso all’interno di questo organico, basandosi soprattutto sulle sue composizioni, molte delle quali entrate da tempo nei repertori degli specialisti jazz delle sei corde. Sarà quindi un viaggio tra i più importanti hammond trio capitanati da Wes Montgomery, con l’utilizzo delle tastiere che sostituiscono il basso acustico e della chitarra elettrica ornata da particolari timbri ottenuti attraverso effetti elettronici, che contribuiscono a creare un sound a volte energico ed esuberante, altrove rilassato ed etereo. Gli arrangiamenti originali contribuiranno a dare una forma più definita a questa musica coinvolgente, performativa e basata su un ritmo incalzante, su un autentico interplay e sulla fantasia dei musicisti.
LA CASA DEL JAZZ ITALIANO – XXXI EDIZIONE / IL PROGRAMMA – FRANCIACORTA E LAGO D’ISEO
Sabato 1 luglio
Palazzolo sull’Oglio (BS), Casa della Musica, ore 21, ingresso libero
ENRICO INTRA, MARCO MARIANI e TONY ARCO TIME PERCUSSION
Percussion Suite: Enrico Intra (pianoforte), Marco Mariani (tromba), Tony Arco (batteria e direzione), Time Percussion con gli studenti dei Civici Corsi di Jazz. Progetto speciale del Festival.
CLAUDIO ANGELERI
Invenzioni a più voci: Claudio Angeleri (pianoforte), Gianluigi Trovesi (clarinetti) Giulio Visibelli (sassofoni, flauto), Gabriele Comeglio (sassofoni), Paola Milzani (voce, direzione coro), Marco Esposito (basso elettrico), Matteo Milesi (batteria) e The Golden Guys Choir. Testi e voce recitante: Maurizio Franco.
Domenica 2 luglio
Sale Marasino (BS), Chiesa dei Disciplini, ore 21, ingresso libero
CORO DEI CIVICI CORSI DI JAZZ DI MILANO diretto da GIORGIO UBALDI
Gospel e Spirituals: Luigi Urtis (pianoforte), Riccardo Loda (basso elettrico), Marco Zacco (batteria) e le voci degli studenti dei Civici Corsi di Jazz. Direttore: Giorgio Ubaldi.
WINESTORIES&JAZZ – MAREMMA
Sabato 15 luglio
Alberese (GR), Parco Regionale della Maremma, ore 19, offerta libera su base volontaria
GIULIO VISIBELLI FLESHCUBE SAX QUARTET
FleshCube: Giulio Visibelli (sax soprano), Mauro Negri (sax alto), Tullio Ricci (sax tenore), Rudi Manzoli (sax baritono).
Venerdì 21 luglio
Cosa (Gr), Area archeologica antica, ore 19, offerta libera su base volontaria. Mauro Negri solo clarinetto Dialogo con Charles Mingus Mauro Negri (clarinetto). Progetto speciale del festival
Giovedì 27 luglio
Vetulonia (GR), Villa Rosmarina, ore 21.30, offerta libera su base volontaria
STEFANO “COCCO” CANTINI-FRANCESCO MACCIANTI DUO
Dagli etruschi a Coltrane: Stefano “Cocco” Cantini (sassofoni, strumenti etruschi), Francesco Maccianti (tastiere).. Progetto speciale del festival.
Sabato 5 agosto
Cinigiano (GR), Azienda agricola Basile, ore 19, offerta libera su base volontaria
SIMONE GRAZIANO PIANO SOLO
Embracing The Future: Simone Graziano (pianoforte).
Sabato 12 agosto
Marina di Grosseto (GR), Porto turistico, ore 21.30, offerta libera su base volontaria
ORGAN TRIO
Cento anni di Wes Montgomery: Simone Locarni (organo hammond), Davide Sartori (chitarra elettrica), Daniele Delfino (batteria). Progetto speciale del festival.
Direzione artistica e introduzione ai concerti: Maurizio Franco.
Organizzazione: Associazione culturale Musica Oggi/Hera srl.
Media partner: Rai Radio 3.
On line: www.civicicorsidijazz.com/news/xxxi-edizione-casa-del-jazz-italiano