Vinile sul divano: Pulsanti Grooves Metropolitani
// di Gianluca Giorgi //
Makaya McCraven, Deciphering the Message (2021)
Makaya McCraven è uno degli artisti più polari del nuovo jazz internazionale sempre alla ricerca di novità per la propria musica, che utilizza spesso lo studio di registrazione come uno strumento e ricorre alla tecnica del sampling. “Deciphering The Message” è una selezione di brani dal catalogo Blue Note (tra gli altri: Art Blakey, Horace Silver, Jack Wilson, Dexter Gordon, Kenny Burrell), in cui alle registrazioni originarie si aggiunge e sovrappone il contributo live dei musicisti diretti da McCraven, ottimi musicisti del nuovo panorama jazz, infatti, oltre a Makaya tra gli altri troviamo Joel Ross, Jeff Parker, Junius Paul. Modalità di realizzazione molto particolare e difficile, un ensemble che interagisce con dischi del passato da cui non sempre è possibile isolare singole linee strumentali. Il risultato è un disco godibile ma non del tutto ispirato, forse perché, malgrado la realizzazione particolare, si riscontra qualcosa di già sentito.
ED POOR, You Already Know (2020)
Stilisticamente è un batterista in grado di destreggiarsi tra modelli diversi ed è considerato dalla critica americana uno dei più emozionanti e degni di nota musicisti sulla scena jazzistica contemporanea. Vanta importanti collaborazioni come Bill Frisell, Myra Melford e Ben Monder, ma anche con musicisti che si discostano dall’ambito jazzistico come Paul Simon, Fiona Apple, Dan Auerbach dei Black Keys. Una superattività, è anche nella house band del programma radiofonico “Live from here” assieme al mandolinista Chris Thile. Si tratta di un lavoro a due, percussioni e sax, ma sono pure presenti trame pianistiche ad opera del leader che sono suonate in sovraincisione. Malgrado la presenza degli archi, viola, violoncello ed il violino di Andrew Bird, rimane, comunque, un album JAZZ. Scarno nella strumentazione, minimalista nella composizione. Un album che rimette la batteria al centro dello sviluppo del jazz contemporaneo e che, grazie alla masterizzazione e al missaggio, oltre alle vedute aperte dello stesso Ted, apre a nuove prospettive i progetti di jazz di ricerca.
MOSES BOYD, Dark Matter (2020 2lp)
Moses Boyd, il producer e batterista britannico, in questo lavoro presenta un personale caleidoscopio sonoro che mescola afro beat, hip hop, grime e ovviamente jazz. I puristi, del jazz, non ameranno, ma la “Groove Mass” di Boyd non si discute: si balla. Moses Boyd, già da tempo pilastro del rinnovamento jazz nel Regno Unito, non è solo un batterista stimato ma anche un produttore dalle indubbie qualità. Uno degli alfieri di un movimento che, a memoria, non ha eguali nella storia recente del jazz sperimentale. Londra Jazz Caput Mundi? Io credo che non ci siano più dubbi!
ZUMMO PETER, Zummo with an x (1985, ristampa 2012)
Ristampa in vinile del 2012, ormai rara anche questa. Originariamente pubblicato nel 1985, il primo album di Peter Zummo. Inciso con la collaborazione di Rik Albani (tromba), Bill Ruyle (marimba, tabla) e soprattutto di Arthur Russell (violoncello). Classico duraturo della vibrante scena sperimentale del centro di New York è una perfetta collaborazione tra l’instancabile compositore Peter Zummo e il caro violoncellista Arthur Russell. Il lato A contiene “Instrumentals”, una serie in sette parti, un minimalismo classico contemporaneo, che possono risultare un po’ ostiche e di non facile ascolto. Il lato B “Song IV” è invece l’antidoto perfetto, la beatitudine estesa, un’epifania musicale fluente. C’è poco da aggiungere, gran disco e superbo il lato B.
GIANLUCA PETRELLA – 103 EP (2015)
“103 ep” viaggia sul lato più intimo ed elettronico della musica di Gianluca, unendo il gusto raffinato del trombonista con una serie di atmosfere cinematografiche e combinando melodie jazz con oscuri percorsi elettronici. Il disco esplora nuove potenziali vie di fuga ambient, mantenendo comunque, una propria cifra stilistica, tra intelaiature introspettiva e momenti melodici, cattura completamente le atmosfere notturne evocate da città buie, strade fumose, coniugando solitudine, esistenzialismo e romanticismo. Molto bella la copertina, un dipinto di montagna realizzato dal pittore svizzero Conrad Jon Godly. 4 pezzi veramente belli.
Sons of Kemet, African Cosmology (Black Friday Record Store Day 2021 Edition – mix)
Disco stampato in edizione limitata esclusivamente per il Record Store Day Black Friday. Contiene due inediti tratti dalle stesse sessioni dell’ultimo disco dei Sons of Kemet “Black To The Future”. Il brano del lato B si discosta leggermente dal tipico suono della band ed è veramente molto bello.