«COSMONAUTICA» DI RICCARDO GOLA, UN VIAGGIO INTERSTELLARE NELLE GALASSIE DEL JAZZ, TRÀ MODERNITÀ E TRADIZIONE. (JANDO MUSIC, 2023)

// di Francesco Cataldo Verrina //
«Cosmonautica» è un titolo che rimanda a situazioni fumettistiche o cinematografiche, ma non c’è da meravigliarsi, poiché il motore mobile del progetto è un artista multitasking: Riccardo Gola, contrabbassista e illustratore dal tratto caratteristico, autore di copertine di dischi e romanzi, il quale mette insieme i tratti salienti della sua creatività multidisciplinare per un concept sonoro che è fondamentalmente un riuscito esmpio di jazz contemporaneo che guarda verso i quattro punti cardinali della musica, attraverso un sound pulito che cela un linguaggio moderno e complesso, mai cerebrale, esplorativo, sperimentale ed emozionante al contempo. Un lavoro fitto di sovrastrutture armoniche, dinamiche e muscolari, ma capaci di lirismo ed interazioni poetiche a cui la sezione ritmica, guidata dal contrabbasso del band-leader, garantisce una spinta propulsiva cinetica e rigenerante, capace di fare da collante tra i momenti più asimmetrici ed abrasivi e quelli più vicini al tradizionale vernacolo swing.
L’album si apre con «RAL 5001», che sembrerebbe il nome in codice di una missione spaziale o il nome di un astronave messa in orbita. L’andamento del costrutto sonoro inizialmente risulta esplorativo, carico di presagi e pervaso da un senso di mistero che si dissolve in progressione per poi concludersi con un sensazione di serenità apparente dovuta ad ipotetica meta raggiunta. «Detriti spaziali, non nonostante il titolo a giudicare dalla sicurezza con cui la band si muove tra gli accordi e da come il ricercato interplay sembra portare verso sviluppi positivi, detriti ed altri impedimenti non costituiscono assolutamente un problema. «Startfire» è un infuocato post-bop cibernetico, modalizzato per vie oblique, dilatato e dal mood cangiante, dove il gruppo guidato da Riccardo Gola sembra alquanto coeso e concentrato in un’improvvisazione reattiva e costruttiva. «Multiply» è un teorema sonoro tagliente e locupletato da un sax che gioca a tutto campo, imbeccato da ottima retroguardia che non fa sconti, in cui i multipli del jazz sembrano rigenerarsi continuamente attraverso i cambi di passo e gli scambi fra i sodali. «Anni Luce», con suo incedere flessuoso e punzecchiato, traccia le carte nautiche e le distanze tra terra e cielo, mentre il flusso sonoro del piano sembrerebbe porre molti interrogativi. «Materia Liquida» è l’epitome del jazz che si mescola, muta e s’interfaccia con la contemporaneità, ma senza mai dimenticare di tenere sott’occhio lo specchietto retrovisore della tradizione. Un ottimo costrutto ritmico-armonico multistrato, arricchito ed alimentato da sbalzi di umore e cambi di tempo, dove il sax stempera ogni asperità con una melodia rassicurante ed a presa rapida.
«Cosmonautica», nomen omen, come la colonna sonora di un film di fantascienza la title-track giustifica la denominazione del progetto, in cui i quattro musicisti-esploratori s’addentrano in un’ambientazione rarefatta e sospesa, quasi un isolamento in assenza di forza di gravità, il quale, per il fruitore, diventa un viaggio in un’altra dimensione, un «metaverso» che prefigura un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, nonché popolati da avatar ed umani al contempo. «Focus On Gravity» è un ottimo post bop a trazione anteriore, in cui il line-up si mostra sinergico ed attento allunare confidando sul peso specifico della propria «gravità» strumentale. «Strategie per un’invasione aliena» è un mid-range dal groove progressivo su cui il sax, sostenuto dalla sezione ritmica, disegna un’atmosfera di attesa e di sospensione strategica, che nella seconda parte diventa più decisa, quasi disposta allo scontro, ma è solo finzione, perché le armi della musica sgomberano il campo da ogni preoccupazione. La conclusiva «In Orbita» tratteggia un habitat sonoro interstellare che, con una narrazione quasi documentaristica, descrive universi e galassie lontane, le quali consentono all’ascoltatore di allontanarsi dal rumore assordante dell quotidianità. «Cosmonautica», pubblicato da Jando Music, al di là del desiderio di esaltare e prendere a pretesto la scienza e l’arte del viaggiare nello spazio, è soprattutto un disco jazz di ottimo livello, basato su un interessante repertorio di brani originali composti dal band-leader, Riccardo Gola, il quale trova nella dimensione di un quartetto acustico, completato da Francesco Bigoni al sax tenore e clarinetto, Enrico Zanisi al pianoforte ed Enrico Morello alla batteria, un perfetto break-even-point tra una pluralità di linguaggi e metalinguaggi sonori che vanno dal rock all’elettronica, dalla fusion all’afro-beat, dalla classica fino alle contaminazioni contemporanee, mantenendo un legame indissolubile con l’eredità jazzistica di matrice african-american.
