Rosanna D’Ecclesiis con «Xennial», un vocal jazz contemporaneo dove moduli espressivi limitrofi si compenetrano e si compensano

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Un lavoro di alta sartoria musicale capace di cucire insieme passato e presente con un’imbastitura strumentale e canora non comune.

// di Francesco Cataldo Verrina //

Sin dalle prime battute, si percepisce che questo album è stato forgiato con il sacro fuoco del jazz, da cui fiamme escono folate di blackness e african-american mood. Dal tipico humus jazzistico si sviluppano per partenogenesi elementi dello stesso sangue, soul e funk, fratelli-coltelli generati non creati, ma della stessa sostanza del padre, il blues, che nella sua espressione più moderna si trasforma in un accattivante rhythm’n’blues. La voce di Rosanna D’Ecclesiis non insegue il facile consenso del melodismo pop da airplay radiofonico, piuttosto si misura su un terreno più complesso ed artisticamente più appagante. Il pensiero corre alle grandi black-singer, da Sarah Vaughan ad Aretha Franklin, non per similitudine vocale, ma la capacità di Rosanna di cogliere quello spirito che lega, attraverso un cordone ombelicale, il canto jazz al soul, la tradizione e la modernità.

Il passato incombe sempre come una spada di Damocle sul capo di chi si misura con determinati generi o stili musical-canori che hanno una forte aderenza al passato e saltano a pie’ pari tutto l’indotto canzonettistico degli ultimi trent’anni, ma la D’Ecclesiis è una donna del suo tempo e tenta di offrire altre suggestioni al popolo delle app e del web 4.0. Le sue parole sono alquanto eloquenti: «Xennial è il mio primo disco da solista, un insieme di tutte le musiche e gli stili che hanno accompagnato il mio percorso musicale fino a questo momento. Il titolo fa riferimento alla generazione Xennial, quella che Dan Woodman, professore associato all’Università di Melbourne ha definito la generazione di mezzo, nata con l’analogico e cresciuta con il digitale».

Chi ha vissuto in un dato periodo dell’evoluzione sociale e tecnologica, non può che aver ricevuto una massiccia quantità di dati ed informazioni, soprattutto sul versante musicale, tanto che il background risente di una conoscenza frammentata (non frammentaria) e parcellizzata degli stili. Queste il punto di vista della cantante-compositrice: «Faccio parte di questa generazione (cavallo fra due mondi) e l’ho ritrovato nel mio modo di scrivere musica e cantare. Swing, soul, jazz, pop, sono le sonorità che troverete in questo disco». La logica del disco multitasking, non va intesa come una deminutio capitis, poiché risulta molto più difficile incollare insieme i vari pezzi di un patchwork sonoro, rendendoli omogenei o comunque organici ad un progetto che nasce sotto il comune denominatore di un jazz contemporaneo e dalle larghe vedute, dove moduli espressivi limitrofi si compenetrano e si compensano secondo il principio dei vasi comunicanti. Soprattutto il concetto di compattezza nasce anche dalla scelta di alcuni compagni di viaggio sicuri ed affidabili: «Al mio fianco quattro musicisti eccezionali» – come li definisce la D’Ecclesiis – «che hanno saputo interpretare al meglio le mie idee musicali: Vito Di Modugno, hammondista, pianista, bassista di fama internazionale, mio Maestro, punto cardine nella mia formazione musicale, Nico Grimaldi batterista, Antonio Grimaldi bassista, contrabbassista e Francesco Lomangino, sassofonista».

La stessa cantantautrice definisce il suo album «come un viaggio attraverso storie di vita realmente vissuta», ampiamente narrata dalla componente testuale dei singoli componimenti, ma «Xennial» si sostanzia musicalmente come un lavoro alimentato da un autentico spirito jazz, collettivo e collaborativo, guidato da una personalità impregnata di soulfulness e predisposta al groove, quasi per istinto. Addentrandoci più compiutamente nel tessuto musicale dell’album, già dall’opener, «Fortune», si capisce quale strada la cantautrice pugliese ed il suo line-up di sodali intendano praticare. Il brano scritto dalla titolare dell’impresa è una ballata ad emersione graduale che cresce lentamente e riporta all’atmosfera tipica del new cool inglese della seconda meta degli anni Ottanta, collocandosi tra Sade, Everything But The Girl e Carmel. È probabile che la cantante abbia privilegiato altre influenze, anche più recenti, ma il mood è quello, soprattutto la parte strumentale locupletata dall’organo di Vito di Modugno, il quale aggiunge un sapore vagamente retrò. A seguire una rivisitazione di «Light My Fire» dei Doors, tutt’altro che calligrafa e ricollocata in una dimensione molto più «nera» dall’Hammond che diventa l’elemento trascinate insieme alla vocalità di Rosanna elastica e ricca di sfumature liriche.

«Memories In My Mind», a firma Vito di Modugno, ha tutto il fascino di una ballata soul anni Sessanta insanguata dal blues e dalle sonorità gospel dell’organo. Con «New Country» si ritorna ad un’ambientazione molto cool-jazz con un sinergico afflato tra gli strumenti e la voce spalmata sulle note con accurata maestria. «Now Is The Time» si sostanzia attraverso un groove trapuntato di swing in cui emerge il sax di Francesco Lomangino, mentre Nico ed Antonio Grimaldi dispensano la giusta dose di ritmo dalle retrovie, guidati dal Piano Rhodes dell’immancabile Di Modugno, che ne incrementa il PH acido e funkified. «Quelli che» assume le sembianze di una soffice ballata sommessa, crepuscolare ed impregnata di reminiscenze blues, «The Mission» è un mid-range a vocazione acid jazz che inietta nell’aria alcune alcune essenze sonore modello Incognito, frutto di un equilibrato scambio di ruoli tra la cantante ed il sassofonista, che nella fase improvvisativa ricorda al mondo che questo è un disco essenzialmente jazz. «Ugo» appare come un divertente swing dal tratto felino, che racconta di una vita da gatti, che rimanda ad una qualsivoglia figura ideale di jazzista, un po’ randagio, distaccato ed indipendente. «Us And Them», ripreso da «The Dark Side Of The Moon» dei Pink Floyd, è un altro passaporto per le stelle, magnificato da un’interpretazione potente e personalizzata. In conclusione, una seconda take di «The Mission» (radio edit) dove il sax di Francesco Lomangino disegna una melodia a presa rapida che si conficca immediatamente nelle meningi. «Xennial» di Rosanna D’Ecclesiis, pubblicato da AlfaMusic, è un lavoro di alta sartoria musicale capace di cucire insieme passato e presente con un’imbastitura strumentale e canora non comune.

Rosanna D’Ecclesiis

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