«Extrasensorial Songs» di Boris Savoldelli, tra intelligenza artificiale e creatività umana (Caligola Records, 2025)

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Un progetto futurista e concettualmente elaborato, che mette in discussione il confine tra intuizione artistica e generazione algoritmica. La capacità di Savoldelli di trasformare testi prodotti dall’IA in stimoli musicali si traduce in un’esperienza sonora olistica e multisensoriale…

// di Bounty Miller //

L’album «Extrasensorial Songs» di Boris Savoldelli, pubblicato da Caligola Records, rappresenta un’esplorazione audace dei confini mentali tra l’intelligenza artificiale e la creatività umana. Il vocalist e sperimentatore Savoldelli, noto per la sua capacità di coniugare tecnica e innovazione, si avventura in un progetto profondamente concettuale, dove testi generati dall’intelligenza artificiale, ispirati a James Joyce e William Burroughs, fungono da catalizzatori di un’esperienza musicale immersiva e visionaria. Fin dagli esordi, Boris Savoldelli ha costruito una traiettoria compositiva contraddistinta da una costante ricerca sonora. Partendo dal rock, si è progressivamente addentrato nelle più ardite forme di jazz sperimentale, collaborando con figure di spicco della scena musicale internazionale, come Marc Ribot ed Elliott Sharp, e prediligendo performance solistiche arricchite dall’uso sapiente dell’elettronica. Con «Extrasensorial Songs», questa attitudine sperimentale raggiunge il climax: la voce di Savoldelli, elemento centrale nella struttura dell’album, si muove tra tessiture elettroniche, dialogando con strumenti analogici e generando un contrasto tra passato e futuro, tra umano e artificiale.

La struttura musicale, tra onirismo e surrealtà, si sviluppa attraverso dieci composizioni nate in un’unica giornata di registrazione presso Brazz Studios di Verona. Il processo creativo in tempo reale conferisce all’album un carattere spontaneo e imprevedibile, in cui l’interazione tra gli interpreti si manifesta sulla scorta di progressioni che evocano ambientazioni sognanti e metafisiche. Il quartetto – completato da Stefano Zeni (violino ed elettronica), Roberto Gorgazzini (tastiere e linee di basso) e Alberto Olivieri (batteria) – costruisce un dialogo stratificato, dove le sonorità elettroniche di Savoldelli s’intrecciano con le armonizzazioni violinistiche ed polimorfismo ritmico del kit percussivo. «Extrasensorial Songs» si configura come un progetto futurista e concettualmente elaborato, che mette in discussione il confine tra intuizione artistica e generazione algoritmica. La capacità di Savoldelli di trasformare testi prodotti dall’IA in stimoli musicali si traduce in un’esperienza sonora olistica e multisensoriale, dove l’indagine filosofica sulla creatività umana incontra una sorta di avanguardia trans-genetica. L’album non è soltanto un esperimento, ma una vera e propria dichiarazione di intenti sulla direzione della musica contemporanea e sul potenziale dell’interazione tra uomo e macchina, dove ogni componimento si sostanzia come la tessera di un mosaico audio-tattile ricco di contrasti e suggestioni.

«A Fake Bebop Night» si apre con un urlo liberatorio, simbolo di una frattura con il passato, per poi evolversi in un rapido e swingante bebop. Il brano incarna la tensione tra scrittura e improvvisazione, tra energia esplosiva e controllo ritmico. Ipnotico e avvolgente «Parallel Anthroposophy» suggerisce un’esplorazione dell’intelletto umano attraverso il prisma della musica. Il violino di Stefano Zeni gioca un ruolo essenziale, invocando un ambiente sospeso tra il reale e il surreale. «Ombre del futuro» sviluppa una trama verticale che riflette una visione futuristica e indefinita, con schegge elettroniche che rimandano ad un senso di inquietudine. Il basso sintetizzato di Roberto Gorgazzini introduce una tensione palpabile, mentre la voce di Savoldelli si muove tra sussurri e declamazioni. «Cosmic Whispers In The Velvet Sky» è una ninna nanna eterea, caratterizzata da morbide transizioni armoniche e da una delicatezza espressiva rara. La melodia rimanda all’immensità dello spazio e del mistero del cosmo, trasformando l’ascolto in un’indagine meditativa. «The Awakening Of Gargantua rappresenta uno dei tratti più audaci e spinti dell’album, con forti richiami al free jazz degli anni ’60. La batteria di Alberto Olivieri assume un ruolo centrale, scandendo un ritmo tumultuoso che accompagna la frenesia delle circonvoluzioni strumentali. «Midnight Serenade» è una composizione nostalgica e lirica, costruita su progressioni armoniche temperate e seducenti, dove Savoldelli e soci armeggiano con sfumature tonali descriventi atmosfere più intime e notturne.

Con «Il portale segreto» l’elettronica prende il sopravvento, tracciando i contorni di un universo sospeso, intricato e multidimensionale. Gli effetti vocali di Savoldelli sembrano guidare l’ascoltatore attraverso un trip mentale, dove la musica diventa una porta d’accesso ai mondi paralleli. In «Baphomet», dopo una fase iniziale carica di tensione, il plot narrativo si trasforma in un rapido e coinvolgente post-bop, in cui emergono influenze della tradizione jazzistica rielaborate con un tocco avant-garde. «Ombre del futuro – Universo parallelo» sono una rimodulazione di «Ombre del futuro», ma con una prospettiva ellittica e sfaccettata. La struttura si apre a inediti sviluppi, con un gioco di interazioni tra tastiere e percussioni che aggiungono assertività e dinamismo. L’album si conclude con «Risonanza» che riprende e amplifica le tematiche dell’intero progetto. Un perfetto epilogo che suggella l’interazione tra umano e artificiale, tra istintualità e calcolo alfanumerico. Ogni passaggio di «Extrasensorial Songs» si concretizza come una narrazione autonoma, ma al tempo stesso contribuisce a una visione d’insieme coerente e innovativa. L’incontro tra vocalità, elettronica e strumenti acustici promulga una dimensione trans-musicale, dove il confine tra composizione e improvvisazione si dissolve in un reiterato dialogo creativo. L’album non solo esplora il futuro della musica, ma sfida la percezione stessa del suono e della sua origine.

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