«Tech Humana», nuovo disco del DOS Duo Onirico Sonoro (Filibusta Records, 2025)

// a Cura della Redazione //
«Tech Humana» è il nuovo disco del DOS Duo Onirico Sonoro, uscito per Filibusta Records. «Tech Humana» è il frutto della sinergia e della collaborazione tra la leader Annalisa De Feo e la violoncellista Livia De Romanis, che ha visto le due artiste a stretto contatto in questi ultimi due anni sul e fuori dal palco. Questo lavoro nasce in maniera spontanea e, sul piano stilistico e timbrico, amplifica e sviluppa il discorso iniziato con il precedente «Floating» (Novembre 2023): ora il dualismo acustico – elettronico è più netto e si fa portavoce della dicotomia che, concettualmente, è insita nel nome «Tech Humana»: ragionamento e intuizione – logica ed emozione – tecnologico ed umano – coinvolgimento e indifferenza, toccando una tematica che ci colpisce direttamente e quotidianamente a più livelli.
Così il disco apre con Thin Spark: una sottile scintilla (metaforicamente riprodotta da un corpo metallico che sfrega sulle corde del pianoforte) dà vita all’intero album e, con il suo carattere improvvisato, simula quell’intuizione che viene prima del ragionamento, quell’emozione che viene prima di ogni fredda considerazione. Si prosegue in un crescendo sonoro e di forma per cui, già il secondo brano All About Thinking feat. Jacopo Ferrazza al contrabbasso, rappresenta una evoluzione dell’ intuizione, con tutto ciò che riguarda la natura di un pensiero: dall’idea, al dubbio, alla messa in discussione. Seguono brani come Kalim: le sonorità etniche della kalimba (cui Annalisa De Feo rimane affezionata) s’intrecciano alle ricerche timbriche del pianoforte e del violoncello in un dialogo giocoso dal carattere interrogativo e From Deep Of The Air, in cui, con la complicità della natura, DOS pone al centro la questione del «peso dell’aria» (fonte di discussione per molti antichi filosofi), attraverso un continuum fluido e caleidoscopico degli strumenti acustici. Passando per Tala, un mantra ipnotico per violoncello solo, voce ed elettronica, si giunge a un cambio di scena con Shifting Landscapes: brano che vede come secondo ospite del disco, Simone Alessandrini al sax e ai dispositivi elettroacustici e che segna il reale ponte di passaggio dall’acustico all’elettronico, dall’umano al «dis-umano». Da qui, un crescendo inarrestabile porterà a Growing Spiral: una spirale vorticosa che, in forma di suite con la precedente Tech Humana, chiude l’album con una idea di speranza, in associazione al concetto stesso di evoluzione, crescita, trasformazione che la spirale sta a simboleggiare. «Tech Humana» è un inno a rimanere umani, senza farsi sopraffare dal virtuale, dalla finzione, dalla costruzione, rischiando di scivolare in una pericolosa anestesia emotiva.
Line up
Annalisa De Feo pianoforte, elettronica, voce – Livia De Romanis violoncello, elettronica / Guest: Jacopo Ferrazza contrabbasso (traccia 2), Simone Alessandrini sax, elettronica (traccia 6)
Tracklist
Thin Spark / All about thinking / Kalim / From deep of the air / Tala / Shifting Landscapes / Tech Humana / Growing Spiral / The Dawn (bonus track)
Bio
DOS muove i primi passi tra Roma, New York e Berlino, città, quest’ultima, in cui Annalisa de Feo risiede dal 2011 al 2014 e dove sperimenta nuove sonorità e collaborazioni. Nuovamente in Italia dal 2015, vanta numerosi concerti in Italia e all’estero (Germania, Danimarca, Slovenia) con la partecipazione a festival e club, alcuni di questi tra i più significativi della scena musicale nazionale e internazionale (Auditorium Parco della Musica, Alexander Platz Jazz Club, Lucca Jazz Festival, Berlin Art Carrè, Berlitalia Festival, Badehaus Musikszalon, Casa del Jazz e molti altri) DOS risulta vincitore della semifinale all’Arezzo Wave contest nel 2017; si aggiudica il premio della giuria del pubblico al XIV Festival Pontino del Cortometraggio con il videoclip « Jouer et Danser» per la regia di Renato Chiocca, presentato anche al Festival europeo «Video Migration – Care Courts» in Francia nella città di Bordeaux e il premio della critica al Festival CARE di Barcellona.
