Dall’Australia, Stefano Rocco Quartet con «Wildlife»: gli animali e il jazz come metafora dell’esistenza umana

…un visione del jazz legato alla percezione istintiva e «primordiale» dell’ambiente circostante, dove gli animali dispensano perle di saggezza comportamentale e diventano trasfigurazioni umane come nelle favole di Fedro, Esopo o Jean de La Fontaine; un racconto elegante nelle forme e nei contenuti, lontano dalla contaminazioni, un habitat musicale quasi «vegano», se non altro al naturale.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Gli animali sono spesso una metafora della natura umana, poiché riescono rappresentare vizi, virtù, pregi e difetti, vezzi e atteggiamenti della nostra stirpe. Del resto, negli umani esiste una componente istintuale controbilanciata dal raziocinio, ma non sempre la parte selvaggia e ferina dell’homo-sapiens appare del tutto assopita e sotto controllo: gli esempi sarebbero innumerevoli ed a tutto vantaggio degli animali, i quali, se non altro, agiscono sotto l’influenza del cosiddetto determinismo naturale.
«Wildlife», il secondo album in studio dello Stefano Rocco Quartet, prende in prestito il mood e le caratteristiche di alcuni animali, per esorcizzare i difetti degli umani o renderli più in armonia con il creato, offrendo una narrazione sonora ed una prospettiva personale, variegata ed agrodolce, basata su una serie di temi che mettono in risalto la bellezza e il mistero della vita e della natura, l’oscurità e la solitudine, la tenerezza, il sogno e il travestimento ad arte. Tutti elementi che ci accomunano a molti animali. Stefano Rocco, originario dei Monfalcone, è un talento precoce, avendo iniziato a suonare la chitarra a sette anni, esibendosi nei locai della sua città natale. Sarà, però, il suo trasferimento a Londra, dove inizia a lavorare come sideman per diverse formazioni rock, blues e fusion, a spingerlo a studiare ed approfondire il jazz presso la Middlesex University di Londra , esperienza che gli ha consentito di frequentare la scena musicale londinese, conoscere nuovi musicisti assorbendone l’humus. Il trasferimento a Sydney nel 2014, dopo la laurea in Jazz (Hons), segnerà l’inizio della sua attività di docente e della carriera di musicista. Dopo l’incontro con il pianista Pablo Puentes e il contrabbassista Muhamed Mehmedbasic, forma il Syd’ Side Trio cominciando ad esibirsi nei club più rinomati della città australiana. Il chitarrista goriziano ha dato vita a «Wildlife», accompagnato dagli stessi sodali con cui nell’agosto del 2019 aveva registrato l’album del debutto, «A New Night, A New Day»: Nick Southcott al pianoforte, Muhamed Mehmedbasic al basso e Ed Rodrigues alla batteria.
Il nuovo progetto è imperniato su sette componimenti originali fitti dicromatismi vivaci e dallo stile distintivo, in cui la parte scritta e brillantemente diluita da un’improvvisazione sapiente e circolare che consente a Rocco e i suoi «fratelli» di non smarrire mai il senso dell’orientamento melodico. Il disco si apre con la title-track «Wildlife, un componimento dall’andamento quasi descrittivo e documentaristico, teso a cogliere il risveglio della vita in natura che si anima lentamente, i cui momenti salienti sono contrappuntati da una piacevole alternanza chitarra/ pianoforte. A seguire «Cat Walk» che, con andamento felino, avanza felpato e circospetto fra armonie e frasi melodiche fortemente suggestive. «Owl’s Flight», che rappresenta metaforicamente il volo di un gufo, si snoda nottetempo con occhi grandi e penetranti che fissano l’oscurità, mentre la chitarra ed il pianoforte pennellano ambientazioni chiaroscurali che, in fondo, rappresentano le incertezze e le ombre dell’esistenza umana, ma soprattutto la paura dell’insondabile. «Dreamy Koala» è una ballata progressiva ed onirica, quasi sospesa, che sottende l’idea di un koala sognatore, non dissimile all’uomo pronto a fare voli pindarici di fantasia, perfino ad occhi aperti. «Coral Reef» si sostanzia attraverso una costruzione melodico-armonica spaziata ed itinerante che si solleva a fil d’acqua tra mare e cielo per scrutare le bellezze di una barriera corallina. «Elephant Stomp» è il passo dell’elefante, animale che raffigura la forza e la saggezza, pienamente descritto da un impianto sonoro, quasi danzante, a tratti ostinato e sostenuto dall’andatura marziale della retroguardia. «Is It You Chameleon?» contiene una facile metafora, ossia il trasformismo del camaleonte paragonato alla mutevolezza dei comportamenti umani. Il cammino del brano è esplorativo e leggero nelle movenze, in cui i cambi di passi e di mood assumono le sembianze del trasformismo. Stefano Rocco Quartet con «Wildlife» evidenzia un visione del jazz legato alla percezione istintiva e «primordiale» dell’ambiente circostante, dove gli animali dispensano perle di saggezza e diventano trasfigurazioni umane come nelle favole di Fedro, Esopo o Jean de La Fontaine; un racconto elegante nelle forme e nei contenuti, lontano dalla contaminazioni, un habitat musicale quasi «vegano», se non altro al naturale.
