Fronte-scaled

// di Francesco Cataldo Verrina //

La musica di Gabriel fluisce come un fiume in piena, portando con sé la freschezza di momenti intimi e riflessivi, in cui ogni nota è un pezzo dell’anima del musicista.

Dopo il successo di «Kitarmonika», il fisarmonicista Gabriel Ambrosone torna a incantare il pubblico con «Impression». Questa volta, Gabriel si presenta in una veste completamente rinnovata, coadiuvato da Saverio Russo e Umberto Spiniello, suoi formidabili compagni di avventura nel Gabriel Ambrosone Trio. La loro sinergia crea un tessuto sonoro che è tanto vario quanto avvolgente, un vero itinerario a tappe che attraversano un fitto campionario di esperienze umane. Pubblicato nel 2024, questo progetto è il frutto di un intenso lavoro artistico che ha preso vita in un periodo difficile, caratterizzato da sfide e restrizioni a causa della pandemia. Gabriel Ambrosone, giovane fisarmonicista classe 2001, si rivela non solo un come studioso accorato dello strumento a mantice, ma anche un alchimista della musica, capace di mescolare folk, tango e latin jazz con una precocità impressionante.

«Impression» non è solo un semplice album di canzoni, ma un invito ad esplorare un mondo interiore, un racconto di esperienze e sensazioni che prende vita durante un periodo oscuro come quello della pandemia. La musica di Gabriel fluisce come un fiume in piena, portando con sé la freschezza di momenti intimi e riflessivi, in cui ogni nota è un pezzo dell’anima del musicista. L’album si compone di otto brani originali, frutto della creatività del fisarmonicista irpino, con l’eccezione di «Juliette», scritto a quattro mani con il fratello Manuel. Ogni componimento è un viaggio emozionale ricco di sfumature, in cui il trio dà vita a dialoghi vibranti e coinvolgenti. Il sound è impreziosito dalle collaborazioni di illustri ospiti, come Massimo Vietri, Daniele Di Bonaventura e Carmine Ioanna, i quali apportano un ulteriore bagaglio di emozioni e stili. La prima traccia del disco, «Ager», si apre con la voce della guest Massimo Vietri che recita una poesia scritta dalla madre di Gabriel, un evocativo omaggio alle proprie radici e all’infanzia. Questa apertura poetica è solo l’inizio di un excursus sonoro che prosegue con la maestria di Daniele di Bonaventura, il cui bandoneon arricchisce «Orango Tango» di quel calore e di quella cultura che solo una collaborazione di prim’ordine può offrire. Le vibrazioni travolgenti di «Scomposta» ci regalano una sessione improvvisativa di Carmine Ioanna, che con il suo virtuosismo alla fisarmonica esplora i confini della musica con assertività e passione.

Il disco è un mosaico di stili, dal folk al tango, passando per il jazz latino, tutte cucite insieme da una sapiente sensibilità e da un fraseggio energico. Gabriel non teme di mescolare i generi, lasciandosi influenzare dalle sue esperienze e collaborazioni. Ogni brano racconta una storia, dalla poeticità di «Juliette» che, dopo un placido inizio, si evolve in una tempesta di energia, mostrando l’affiatamento e la potenza comunicativa del trio, sino a giungere ai ritmi incalzanti di «Moka do Brazil», dove la struttura intricata del 4/4 è un perfetto esempio di versatilità compositiva ed il cui riff di basso è un invito irresistibile al ballo, mentre Ambrosone costruisce una narrazione orchestrale di forte intensità. Particolarmente evocativa risulta «Ego & Kiki», dove il ritmo conquista immediatamente l’ascoltatore. La sintonia tra Ambrosone e il duo Russo-Spiniello è palpabile, creando un’armonia che trascende la tecnica per toccare le corde più profonde dell’anima.

La produzione dell’album, affidata alla Barly Records, esalta i suoni con una lucidità che fa brillare ogni nota, rendendo l’ascolto un’esperienza immersiva. La copertina, un’opera del giovane Daniel Giuseppe Zucchetto, riflette visivamente l’intreccio di emozioni e connessioni presenti nel disco, invitando l’ascoltatore a osservare al di là della superficie. «Impression» è un lavoro che va oltre la musica; è un rifugio per l’anima, un modo per liberarsi dai pensieri negativi e lasciarsi cullare dalle melodie, come il suono di un mare calmo. Gabriel Ambrosone, con la sua abilità nel dispensare emozioni attraverso il suo strumento, ci dimostra che la musica è un linguaggio universale, capace di unire e guarire. «Impression» è un viaggio senza tempo, un’opera che merita di essere ascoltata, apprezzata e vissuta a pieno, è una dichiarazione d’amore per la vita e la propria storia, una celebrazione della bellezza che nasce anche nei momenti di difficoltà. Immergetevi in questo universo sonoro e lasciate che s’impossessi di voi.

Gabriel Ambrosone

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