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// di Gianluca Giorgi //

Alice Coltrane, Kirtan / Turiya Sings (1982 / 2021 2lp)
La Impulse! nella serie uscita per celebrare il sessantesimo anniversario dell’etichetta pubblica un lavoro praticamente inedito della leggendaria e compianta Alice Coltrane, una registrazione risalente al 1981 intitolata Kirtan: Turiya Sings. Inizialmente era una cassetta autoprodotta di difficile reperibilità con il sottotitolo della copertina dell’album originale che recitava “Devotional Songs in Original Composition with Organ, Strings and Synthesizer”. Alice moglie di Coltrane, pubblicò diversi dischi di spiritual-jazz-cosmico, ma qui probabilmente, c’è ancora meno jazz e più spiritual, Alice canta suonando l’organo con arrangiamenti degli archi di Murray Adler. Per l’occasione queste registrazioni sono state rimasterizzate e private delle sovraincisioni di synth ed archi che caratterizzarono nella sua veste definitiva questo progetto. Registrazioni di canti devozionali indiani per voce e Wurlitzer, intese a guidare la meditazione attraverso il canto e che offrono una versione alternativa del capolavoro visionario del jazz cosmico, Turiya Sings. Qui infatti la voce è accompagnata dal Wurlitzer in sostituzione del sintetizzatore utilizzato nell’originale. È musica funzionale ad uno scopo: con amore e illuminazione, pregare i nomi del Supremo. Finalmente per la prima volta su vinile, per di più doppio, che rende valore all’ottima musica, a corredo un booklet di 16 pagine.

Ruth Goller, Skyllumina (2024)
Skyllumina rappresenta un’evoluzione della compositrice, bassista e cantante di origine italiana Ruth Goller. Nota soprattutto per il suo lavoro di bassista e voce nel gruppo di Alabaster DePlume, Ruth è dal 2007 che fa parte della scena jazz underground inglese. Inizialmente nella band Acoustic Ladyland che era all’avanguardia di quello che divenne noto come “jazz punk”, anche se il suono era più vicino al metal che al punk classico e la formazione includeva il sassofonista tenore Pete Wareham e il batterista Sebastian Rochford. Ruth ha lavorato con molti musicisti, fra i tanti: Shabaka Hutchings, Rokia Traore, Melt Yourself Down (in cui militarono anche il sassofonista tenore Shabaka Hutchings ed il batterista Tom Skinner), Sam Amidon, Damon Albarn. Con questo nuovo lavoro la Goller ha voluto espandere il suono del suo album di debutto “Skylla” aggiungendo un batterista o percussionista diverso in ciascuna delle dieci tracce. Un suono, il suo, molto originale, infatti la Goller crea composizioni di basso scordato in cui sovraincide uno spettro di voci soprano precedentemente arrangiate, con l’eccezione di una traccia contenuta nell’album in cui canta con Kinsella. La stessa artista dice di essersi concentrata sulla connessione fra il basso da lei suonato e la batteria suonata dalle persone che ha incontrato nella mia vita, persone da lei ritenute importanti e straordinarie. Ad accompagnarla in questo album troviamo i compagni di etichetta degli International Anthem: Bex Burch, Tom Skinner e Frank Rosaly, così come il prolifico musicista britannico Sebastian Rochford e il collaboratore di lunga data di Vula Viel Jim Hart. Il disco è una profonda visione dell’anima e della vita della cantante come lei stessa sottolinea: “ci sono sentimenti di dolore, perdita, speranza, amore più puro, connessione con la mia casa, morte e nuove configurazioni…” Ma la cosa più importante è la musica della Gollier e la sua visione compositiva palesemente distinta e singolare.

Giovanni Guidi, “A New Day” (2024)
Il pianista e compositore jazz italiano Giovanni Guidi che si è guadagnato fama internazionale suonando con il leggendario trombettista Enrico Rava ora pubblica il suo nuovo disco, A New Day, il quinto sull’etichetta ECM. Nell’album Guidi è accompagnato dal suo solito trio: il contrabbassista americano Thomas Morgan e il batterista brasiliano Joao Lobo, in quattro dei sette brani si aggiunge come ospite il sassofonista tenore James Brandon Lewis, creando l’effetto di essere presenti a due album ben distinti. Questo matrimonio può sembrare non molto naturale, considerando il differente approccio al jazz di Lewis rispetto al trio di Guidi sempre molto sobrio nel porgere la musica. L’album è stato registrato nel Sud della Francia sotto la supervisione di Gérard De Haro, che aiuta ad introdurre nuovi linguaggi sonori alla musica di Guidi. Molto belle: il brano che apre il lavoro “Cantos del Ocells”, una ninna nanna tradizionale catalana resa popolare da Joan Baez negli anni ’60, che qui assume la forma di una ballata in lacrime; la rilettura, quasi irriconoscibile di “My Fanny Valentine”; Luigi” brano di Guidi in cui Lewis da il meglio di se; da brividi, infine, ‘To A Young Student’ e ‘Only Sometimes’, ma tutto il disco è alimentato da un’intensità fuori dal comune. Con questa nuova uscita il trio di Guidi segna una sorta di continuità con i precedenti lavori ma, come suggerito dal titolo, esplora nuovi territori donando nuova linfa alla propria musica, in questo caso grazie all’apporto di James Brandon Lewis. Ci troviamo di fronte a qualcosa di totalmente nuovo e sorprendente, qualcosa di maledettamente eccitante e nuovo.

Sun Ra, Lanquidity (1978 edizione deluxe 4 vinili con libretto 2021)
Forse la versione definitiva del classico album di Sun Ra “Lanquidity”. Registrato durante la notte al Blank Tapes di Bob Bank il 17 luglio 1978 dopo che l’Arkestra era apparsa al Saturday Night Live, l’album è unico nel catalogo Ra. La maggior parte dei critici ritiene che fosse più un disco di ispirazione fusion, musicalmente, comunque, è un disco freeform e la maggior parte dei brani nasce da jam improvvisate. Come suggerisce il nome, è un disco liquido e languido. Lirico e per lo più estremamente rilassato è, comunque, inequivocabilmente un progetto Ra dall’inizio alla fine, con un sacco di assoli senza copione del sassofonista contralto Marshall Allen, del sassofonista tenore John Gilmore, del sasofonista baritono Danny Thompson, del trombettista Eddie Gale e Ra stesso su ARP, Fender Rhodes, organo Yamaha, organo Hammond B3, Moog Minimoog, pianoforte acustico, tastiera elettronica Crumar e campane. La nuova edizione in box set di “Lanquidity” presenta la versione ampiamente distribuita dell’album in 2 vinili, l’originale era singolo, insieme a mix alternativi di Bob Blank a suo tempo pubblicati in quantità limitata per un concerto del 1978 dell’Arkestra al Georgia Tech. Entrambe le versioni dell’album sono stampate su vinile a 45 giri per una migliore resa sonora. A corredo un opuscolo di 12 pagine con foto inedite e note di copertina di Tom Buchler (Philly Jazz), Michael Ray, Danny Ray Thompson (Sun Ra Arkestra) e Bob Blank. Edizione veramente bella!

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