// di Roberto Biasco //
Tony Carnevale è un pianista e compositore, ma anche ricercatore e formatore, che ha scritto e prodotto musiche originali per la discografia, la televisione, il cinema, il teatro e la danza. Autore di sette lavori personali (l’ottavo è in stampa) ha collaborato con esponenti storici del Progressive Rock Italiano – come Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese del Banco. Dal 1986 svolge una ricerca che lo ha portato a scrivere numerosi articoli e saggi nei quali affronta la musica come “esperienza psichica”, fino ad elaborare il metodo Anora (acronimo di Approccio Non Razionale alla Musica) con il quale conduce dal 2000 dei particolari Laboratori Creativi di Formazione Musicale, i cui esiti sono raccolti nel recente volume “Oltre le Note – Un approccio non razionale alla musica” (Celid-2022).
È stato recentemente pubblicato su etichetta Soundtrack il suo lavoro “III° Movimento”, e, come recita il sottotitolo, si tratta di un’Opera di Danza per Orchestra Rock-Sinfonica (A Dance Opera for Symphonic-Rock Orchestra). La dicitura “Extended Version” in copertina, ci indica subito che si tratta di una nuova edizione, con revisione ed ampliamento di un lavoro pubblicato nel 1999, e concepito in forma di trittico iniziato con “Risonanze” e proseguito con “La Vita che Grida”. Nel frattempo, a seguito di un’importante collaborazione con la coreografa Elisabetta Melchiorri, Carnevale ha avuto l’opportunità di approfondire il rapporto tra musica e danza che, come recitano le note di copertina, “nascono dal movimento invisibile del pensiero creativo umano”. Alcuni dei brani di “III° Movimento” – “In Cammino” e “Incompiuta Pt.1” furono a suo tempo concepiti proprio in funzione delle coreografie, ma vennero stampati soltanto in forma di “demos” rimanendo di fatto incompiuti.
La nuova produzione, oltre a godere di una totale rimasterizzazione analogica dai nastri originali, ha finalmente raggiunto l’obbiettivo del recupero del lavoro con l’edizione definitiva dei suddetti brani e con l’aggiunta della seconda parte di “Incompiuta” che va a completare il senso dell’opera. L’autore stesso dichiara che le sue composizioni non sono facilmente riconducibili alle consuete categorie musicali nelle quali poter comodamente etichettare il prodotto; forse la definizione più calzante è quella coniata per l’occasione come “Composizione Sinfonica in forma di Rock”. Al di là di etichette e definizioni di comodo ci troviamo di fronte ad un lavoro di notevole complessità, realizzato con un largo ensemble che raggiunge le dodici unità, nel quale il nucleo centrale di tastiere, chitarra elettrica, basso e batteria, è di volta in volta affiancato da un sax soprano, un’arpa e un quartetto d’archi, e percussioni etniche e sinfoniche.
Le suggestioni in atmosfera decisamente Progressive Rock escono prepotentemente nel brano di apertura “Danza sul Vulcano”, concepito per organico completo di tastiere, fiati ed archi, che si dipana in una lunga cavalcata orchestrale trascinata da un travolgente impeto ritmico, nel quale la batteria si produce in un lungo e potente assolo. Il secondo brano, il solenne e suggestivo “I Grayne”, si snoda in un sognante dialogo notturno tra chitarra solista ed orchestra, che ricorda certe sortite in chiave “epica” di David Gilmour. Ma i riferimenti all’epoca d’oro del Prog non si fermano qui, e la rivisitazione della famosa composizione “Quadri per una Esposizione” – concepita per solo pianoforte da Modest Mussorgskji e successivamente portata in forma orchestrale da Maurice Ravel – non può che rimandare alla celeberrima versione su disco – “Pictures at an Exibition” – realizzata da Emerson, Lake & Palmer nel 1971.
In questo caso la rielaborazione proposta da Carnevale – giustamente accreditato come co-autore – si distanzia profondamente dal famoso archetipo rock. Dopo una prima parte fedele alla composizione classica, improvvisamente il brano si incrocia, quasi a scontrarsi, con il granitico rock di ELP; viceversa, dopo “I Grandi Cancelli di Kiev”, nella seconda parte a firma di Tony, la tensione si stempera e la composizione si evolve in un poetico “largo” dal sapore bucolico e pastorale. “Il Cammino” è un brano quasi “minimalista” che evoca atmosfere tardo-medievali, con un ostinato di basso continuo per percussioni e coro di voci bianche su cui si stagliano lunghe linee melodiche condotte dall’eco lontano di un oboe. La parte finale dell’album giustifica pienamente la definizione di Sinfonia in chiave Rock. Le due estese parti orchestrali di “Incompiuta” (prima e seconda parte) si susseguono quasi senza soluzione di continuità in una sorta di colonna sonora di ampio respiro scritta per un film immaginario.
Un album come detto davvero difficilmente etichettabile, il che, in un’epoca di semplificazioni forzate e di pigre omologazioni, è di per sé senz’altro un elemento di pregio. Quindi, guardando oltre i generi ed i gusti personali, questo è indiscutibilmente un disco di musica di qualità, ben scritta, magistralmente arrangiata e molto ben suonata, che ha tutte le carte in regola e le potenzialità per raggiungere un pubblico assai più ampio di quello dei cosiddetti “cultori del genere”, superando di slancio gli stereotipi che contraddistinguono oggi “la musica che gira intorno, quella che non ha futuro”.
FORMAZIONE COMPLESSIVA :
Giuliana De Donno: Arpa;
Giancarlo Maurino: Sax Soprano;
Rudy Costa: Chitarra Elettrica;
Emiliano Cappelli: Basso Elettrico;
Maurizio Boco: Batteria;
Massimo Carrano: Percussioni Etniche;
Piero Fortezza: Percussioni Sinfoniche;
Andrea Paoletti e Fabrizio Paoletti: Violini;
Giacomo Pecorella e Ester Bonowkay: Violoncello;
Massimo Pischedda e Stefano Marzolla: Contrabbasso;
Tony Carnevale: Piano, tastiere, samplers e direzione.