RED RECORDS PROPONE UNA SERIE DI PHOTO BOOK A TIRATURA LIMITATA, DAL TITOLO «SOUNDING PICTURES». IL VOL.1 È DEDICATO AL GENIO VISIVO DI MIRKO BOSCOLO
// di Francesco Cataldo Verrina //
La nuova Red Records allarga il proprio raggio d’azione. Oltre alle tante ristampe in vinile, già uscite e previste nell’immediato futuro, la storica «etichetta rossa», tornata di recente in attività, lancia un’iniziativa unica nel genere, almeno nell’ambito delle label indipendenti europee: una serie di pubblicazioni di pregevole qualità tipografica della grandezza di un Long Playing (disco in vinile) riservate agli iconici scatti fotografici di alcuni dei più accreditati «fotografi jazz» italiani, i quali hanno saputo raccontare attraverso le loro immagini, momenti unici e cogliere aspetti inediti della vita artistica di tanti musicisti passati sul suolo italico nel corso degli ultimi cinquant’anni. Prima di accingermi a scrivere, ho scambiato qualche parola al telefono con Marco Pennisi, il quale mi ha confessato: «Erano tanti anni che cercavo di portare avanti un progetto di tale fattura, (aggiungo io, davvero pregevole) ma ho sempre avuto il diniego delle grandi case editrici, così mi sono deciso farlo attraverso il settore editoriale della mia etichetta».
In effetti «Soundig Pictures» (questo è il titolo attribuito all’opera, di cui si prevedono svariati volumi), ben si attaglia al contesto «sonoro» di una casa discografica, dove spesso le immagini usate per le copertine raccontano una storia a sé tante, o ampliano lo spettro narrativo del prodotto musicale. In questo contesto editoriale siamo all’apoteosi dello scatto in purezza. «Ho voluto liberare il campo visivo da qualsiasi ipotetico testo o commento a margine», racconta Pennisi. «Ho pensato che le foto scelte dovessero parlare da sole, rivolgendosi all’immaginario collettivo del fruitore. Quello che mi sorprende è che il primo dei tre volumi ha suscitato reazioni diverse tra quanti hanno avuto l’occasione di visionarlo: alcuni sono rimasti ammirati dal musicista nel naturale esercizio della sua funzione, ossia mentre suona sul palco o altrove; altri si sono lasciati entusiasmare dagli artisti colti nei momenti più intimi, riflessivi e privati, quando, forse, non sapevano o non sospettavano minimamente di poter essere fotografati».
La prima delle prime tre pubblicazioni previste è legata al genio visivo di Mirko Boscolo, artista di Chioggia, classe 1952, diplomato in Fotografia presso l’Istituto «Umanitaria» di Milano nel 1978. Mirko da bambino ascolta il suono del mare e del vento e questo sound lo ispirerà, da adulto, ad occuparsi di musica e di arte per poi, esaurita la febbre creativa, trovare nella vita del marinaio la sua dimensione ideale. Boscolo si racconta così: «La mia ricerca fotografica sul Jazz, della quale in questo libro sono esposti una parte dei risultati, è iniziata quasi per gioco nel 1978, quando ancora studente e già appassionato di musica, ho cominciato a frequentare i concerti con la mia Nikon. Alcuni tra i primi scatti sono finiti sul tavolo di Arrigo Polillo, direttore di Musica Jazz e da lì sulle copertine della prestigiosa rivista».
Arrigo Polillo, direttore esigente, non tarda a magnificare le doti del giovane fotografo: «Uno degli aspetti più piacevoli del lavoro di chi, come me, dirige una rivista dedicata alla musica jazz, è l’esame delle fotografie che arrivano, ogni mese, sul mio tavolo di redazione. Per due motivi: perché il mondo del jazz offre innumerevoli spunti per un fotografo che abbia «occhio» e gusto smaliziati, e perché (ma questa è una conseguenza del primo motivo) i fotografi che dedicano totalmente o prevalentemente la loro attenzione agli uomini del jazz sono per lo più valorosi. Sta di fatto che «Musica Jazz», la rivista che dirigo, si è valsa, nel corso degli anni, della collaborazione di innumerevoli fotografi di vaglia, i nomi di alcuni dei quali (ne ricordo due: Ugo Mulas e Giuseppe Pino) sono oggi noti in tutto il mondo a chi si occupa di arte fotografica. Mirko Boscolo è per me una conoscenza abbastanza recente, ma la qualità delle sue fotografie, che la mia rivista ha pubblicato in gran copia, gli hanno valso, in brevissimo tempo, l’ammirazione dei lettori e dei colleghi».
Siamo nel 1980 ed il pubblico encomio di Polillo prosegue in questi termini: «Boscolo è giovane: è infatti nato a Chioggia nel 1952. Alla fotografia ha incominciato ad interessarsi molto presto, tanto che a un certo punto ha deciso di fare della fotografia la sua professione. Quando ancora abitava a Gallarate, cominciò a frequentare una scuola di fotografia a Milano, dove alla fine decise di domiciliarsi. Chi frequenta i concerti di jazz vede Boscolo, immancabilmente, al lavoro a due passi dal palcoscenico; spesso lo vede poi infilarsi nei camerini dove i musicisti si riposano o si preparano per il concerto: li sono più «se stessi», ed è questo che a Boscolo sopratutto interessa. Va però precisato che Mirko non «subisce» mai l’immagine, ma la inserisce in una chiara, personale visione estetica e compositiva. Come tutti i fotografi di vaglia anche Boscolo si è particolarmente interessato ai lavori di alcuni maestri della fotografia: tra questi menziona Arnold Newman, Paul Strand, Richard Avedon. Ad ispirarlo nel suo lavoro di fotografo jazzistico c’è però, anzitutto, il jazz e ci sono i suoi musicisti, per cui ha sempre provato un grande interesse».
Stimolato da questo immediato riconoscimento, Boscolo ha intrapreso una vera e propria indagine fotografica sul mondo del jazz. «Prima, rubando immagini ai musicisti sulla scema, poi – come dice lui – cercando un contatto non solo professionale, ma anche umano nei loro camerini. E infine trovando, nei festival e nei ritratti in studio, l’ambiente più creativo per svolgere il mio lavoro». Nel corso di una lunga carriera, Mirko ha fornito i suoi scatti ad un’infinità di testate giornalistiche e alle più accreditate etichette discografiche italiane per le copertine dei dischi di importanti jazzisti di fama mondiale, allestendo una serie di mostre in molte città italiane ed europee. I momenti più esaltanti di questa inarrestabile attività sono presenti in «Mirco Boscolo – Sounding Pictures Vol.1 – Limited Edition Photo Book» che non rappresenta tanto, o non è solo, una galleria di ritratti, ma è sopratutto una serie di immagini in cui il musicista, come sostiene lo stesso Boscolo, «è una parte del fotogramma, il filo conduttore di una mia personale ricerca estetica».
L’iniziativa della Red Records, come mi ha spiegato Pennisi, prevede nell’immediato altre due uscite riservate ai fotografi Roberto Polillo ed Elena Carminati che, nel corso degli anni, hanno saputo raccontare il jazz per immagini, cogliendone sovente gli aspetti più reconditi ed imprevisti, attraverso foto che rappresentano l’uomo e l’artista, al contempo, nei suoi momenti di gloria e di esaltazione sul palco, o di sconforto e di stanchezza dietro le quinte. Tutte le pubblicazioni verranno immesse sul mercato a tiratura limitata: solo 500 copie numerate. Una vera chicca per i cultori del jazz, gli artisti visuali e i collezionisti di oggetti di pregio che appagano il senso dell’arte, arredano ed acquistano valore nel tempo.