Stregati da «Un ballo con la luna» di Gabriele Mirabassi e Simone Zanchini (Egea Records, 2024)

La maestria strumentale dei due artisti, unita ad una sensibilità che sa cogliere le sfumature più intime dell’espressione musicale, rende ogni passaggio un piccolo universo sonoro. L’equilibrio tra le composizioni originali e le riletture di classici, così come lo snodo fra diverse tradizioni musicali, dimostra la versatilità e la validità del progetto.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Il sodalizio artistico tra Gabriele Mirabassi, al clarinetto, e Simone Zanchini, alla fisarmonica, si manifesta come un punto di riferimento nell’ambito della musica strumentale contemporanea, caratterizzato da un dialogo profondo e da una ricerca sonora in continua evoluzione. Entrambi i musicisti, di eccezionale levatura, vantano percorsi individuali ricchi di esperienze significative, che hanno plasmato un linguaggio comune unico.
Gabriele Mirabassi, figura di spicco nel panorama del clarinetto jazz e non solo, ha esplorato le potenzialità espressive del suo strumento attraverso collaborazioni con artisti di fama internazionale, spaziando dal jazz acustico a progetti che incorporano elementi di musica popolare e improvvisazione libera. La cifra stilistica si distingue per una notevole agilità tecnica, un fraseggio lirico e una capacità innata di creare melodie avvolgenti, spesso intessute di una malinconia sottile ma penetrante. Il background, che affonda le radici nella tradizione classica, si è poi aperto ad un dialogo costante con le più svariate forme musicali, dimostrando una notevole versatilità e una profonda sensibilità nell’adattare il proprio suono a contesti differenti. Simone Zanchini, dal canto suo, si presenta come un fisarmonicista dalla personalità prorompente, capace di trasfigurare il proprio strumento in un vero e proprio orchestra solista, con una carriera costellata di progetti che spaziano dal jazz alla musica etnica, dal tango alla musica da film, sempre con un approccio innovativo e una grande attenzione alla tessitura armonica e ritmica. La fisarmonica non si limita a fornire un accompagnamento, ma si erge a protagonista assoluta, esplorando registri timbrici inaspettati e sviluppando linee melodiche complesse e cariche di lirismo, forte di una formazione, che include studi accademici ed una costante immersione nelle tradizioni popolari. La notevole consapevolezza delle proprie radici musicali, gli consente di rielabora stilemi molteplici, attraverso con un linguaggio personale e fortemente riconoscibile.
L’album «Un ballo con la luna» incarna la maturità di questo dialogo artistico. Il progetto si discosta dalle sonorità più strettamente jazzistiche per abbracciare un repertorio che attinge con vigore alla musica da ballo, sia essa di ispirazione popolare italiana o sudamericana. Tuttavia, l’originalità del duo risiede proprio nella capacità di non limitarsi a una mera riproposizione di standard, ma di trasfigurarli attraverso il proprio linguaggio distintivo. Le composizioni originali, testimoniano la feconda inventiva di Zanchini, mentre le riletture rivelano un’acquisita comprensione delle strutture melodiche ed armoniche, rivisitate con una sensibilità che coniuga fedeltà all’origine e audacia innovativa. Nasce così un disco che celebra la gioia del movimento e dell’ascolto, mantenendo al contempo un’elevata complessità espressiva e una raffinata ricerca timbrica, dove il clarinetto di Mirabassi e la fisarmonica di Zanchini si avvitano in un dialogo ininterrotto, portando in superficie un arazzo sonoro ricco di sfumature e di emozioni.
«Re bello» apre il disco con un’atmosfera che evoca la tradizione popolare italiana, quasi un omaggio a un’eredità ancestrale. Armonicamente, la composizione si muove su un terreno familiare, ma il trattamento strumentale rivela l’originalità del duo. Il clarinetto di Mirabassi disegna melodie ariose, mentre la fisarmonica di Zanchini aggiunge un contrappunto ricco di sfumature, quasi a voler evocare le pitture di Guttuso, dense di vita e colore. Emozionalmente, la pagina musicale trasmette un senso di radicamento e di appartenenza, un ritorno alle origini. «L’accordeon magique» promette un’immersione nel lirismo della fisarmonica. Qui, Zanchini dispiega una maestria incantevole, creando un paesaggio sonoro quasi fiabesco. Armonicamente, la composizione potrebbe suggerire le architetture sonore di Debussy, con le sue progressioni cangianti e le atmosfere sospese. Emozionalmente, l’episodio sonoro evoca un senso di meraviglia e stupore, come assistere a un incantesimo visivo nel cinema di Miyazaki, dove la magia si cela nell’ordinario. Lo strumento di Zanchini si fa veicolo di una narrazione intima, quasi un monologo interiore. «Carioca» ci catapulta in Brasile, con quel ritmo che invita al movimento. Sul piano accordale siamo alle prese con un inno alla bossa nova e al samba, con armonie ricche e sincopate. Un crogiolo emozionale che esprime gioia pura, nonché la sensazione di trovarsi sotto il sole di Rio, con la brezza marina che accarezza. Strumentalmente, il dialogo tra clarinetto e fisarmonica si evidenzia quale vero e proprio ballo, un botta e risposta energico che inneggia alla vitalità lussureggiante di un Brasile sempre a passo di danza. «La Puerta» conduce in un’altra dimensione, quasi cinematografica, con un’aura che ricorda le colonne sonore di Morricone, ma con un tocco più intimo e riflessivo. Il flusso accordale,si articola in modo complesso, con modulazioni che creano tensione e rilascio, quasi un viaggio filosofico attraverso stati d’animo mutevoli. Siamo in presenza di una perlustrazione dell’animo umano, tra speranza e malinconia, un po’ come guardare un quadro di Hopper che cattura un momento sospeso, dove il clarinetto di Mirabassi si rivela struggente, mentre la fisarmonica di Zanchini crea un tappeto sonoro denso e stratificato, quasi a voler contenere l’emozione.
«Strepitosa/Elisa» esemplifica come i due sodali riescano a fondere virtuosismo e sentimento. Armonicamente, la composizione gioca con strutture complesse e cambi di tempo, quasi un’implantologia musicale che ricorda le creazioni di Escher, dove tutto si annoda in modo sorprendente, manifestandosi quale turbine di emozioni, tra energia, passione, dolcezza, quasi un vero e proprio ottovolante emotivo. I due sodali si scambiano il ruolo di protagonisti, con passaggi di incredibile agilità e momenti di pura poesia, dove il clarinetto e la fisarmonica comunicano in un contrappunto serrato. «Ballata per Giacomi» si presenta quale omaggio commovente, una pagina musicale che trasuda tenerezza. La melodia si sviluppa con un andamento più contemplativo, con armonie che richiamano quasi le ballate folk, ma filtrate sulla scorta di una sensibilità contemporanea. Strumentalmente, il clarinetto di Mirabassi si distingue quale protagonista assoluto, con un fraseggio caldo ed intimo, mentre la fisarmonica di Zanchini offre un sostegno discreto ma fondamentale, emanando un’atmosfera di marcata intimità. «Besame mucho» offre una rivisitazione che parte da un classico intramontabile. Su questa piattaforma, Zanchini e Mirabassi giocano con le armonie originali, aggiungendo sfumature jazzistiche e creando un’atmosfera più intima e riflessiva rispetto alle versioni più note. Emozionalmente, si configura quale inno all’amore, ma con una punta di malinconia, come una vecchia fotografia sbiadita dal tempo. Il clarinetto di Mirabassi interpreta la melodia con una dolcezza struggente, mentre la fisarmonica di Zanchini aggiunge un tocco di tango moderno, quasi un ballo a due in un locale fumoso. «Segura ele» e «Diabinho maluco» riportano in Brasile, con ritmi vivaci e melodie contagiose, esplorano sonorità tipiche del choro e della samba, con sincopi e melodie solari, che richiamano l’energia dei fumetti di supereroi, con movimenti rapidi e cambi di prospettiva improvvisi. Emozionalmente, esprimono pura vitalità, un’esplosione di gioia e spensieratezza, mentre lo scambio tra i due strumenti si rivela un fuoco d’artificio, con salti virtuosistici che mettono in luce la loro incredibile sintonia. «Tanghite» esemplifica come Zanchini sappia creare strutture complesse ed affascinanti, scandagliando sonorità moderne, con un’architettura che ricorda le composizioni minimaliste, dove piccoli motivi si sviluppano e si trasformano gradualmente. Il costrutto tematico evoca un senso di mistero e fascino, come la perlustrazione di un territorio sconosciuto, quasi un viaggio filosofico alla ricerca di una dimensione polisensoriale. La fisarmonica di Zanchini domina la scena con un fraseggio ipnotico, mentre il clarinetto di Mirabassi aggiunge colori e sfumature, profilando un’atmosfera densa e avvolgente. «Spick And Ppan» chiude l’album con un’energia contagiosa. Sul piano armonico, si presenta quale pezzo allegro e brillante, che riporta alla mente le colonne sonore dei film muti, con un ritmo incalzante e melodie orecchiabili. Nell’insieme esso suggerisce leggerezza e spensieratezza ed un finale scoppiettante che lascia con un sorriso. Il clarinetto e la fisarmonica danzano insieme in un vortice di note, dimostrando ancora una volta la loro incredibile attitudine ad implementare un suono compatto e vibrante.
«Un ballo con la luna» sancisce la calibrata intesa strumentale tra Gabriele Mirabassi e Simone Zanchini. Il loro dialogo musicale, intriso di virtuosismo e sensibilità, attraversa generi e tradizioni, offrendo un’esperienza d’ascolto che coniuga la gioia della musica da ballo con una raffinata ricerca esecutiva. L’album, nel suo complesso, si rivela un viaggio affascinante attraverso emozioni e suggestioni, un’opera che celebra la capacità della musica di evocare mondi, narrare storie e connettere anime, lasciando nell’ascoltatore un’impronta duratura. La maestria strumentale dei due artisti, unita ad una sensibilità che sa cogliere le sfumature più intime dell’espressione musicale, rende ogni passaggio un piccolo universo sonoro. L’equilibrio tra le composizioni originali e le riletture di classici, così come lo snodo fra diverse tradizioni musicali, dimostra la versatilità e la validità del progetto. «Un ballo con la luna» rimane dunque un esempio luminoso di come la musica possa superare i confini dei generi e delle etichette, parlando un linguaggio universale capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano. Un disco che merita di essere ascoltato e riascoltato, soggiogati sistematicamente da un’ammaliante riflesso selenetico.
Artisti: Gabriele Mirabassi clarinetto / Simone Zanchini fisarmonica
Etichetta: EGEA Records (SCA 188)
