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La consolidata tecnica esperienziale ed il mestiere accumulato negli anni non si traducono mai in mero virtuosismo o sensazionalismo impressionistico, ma piuttosto in una colloquialità esecutiva atta ad interfacciarsi con le normative armoniche del quintetto.

// di Francesco Cataldo Verrina //

L’album «From Vienna with Art», pubblicato nel 1970 dall’etichetta germanica MPS Records, rappresenta una delle espressioni più mature e convincenti della seconda giovinezza artistica di Art Farmer. Registrato presso gli MPS Studios di Villingen, nella Foresta Nera, il disco si avvale della collaborazione di musicisti di provata esperienza, spesso profughi in Europa a cercar fortuna, come Jimmy Heath. Non sono certo da prendere sottogamba gli apporti e gli interventi del pianista Fritz Pauer, del contrabbassista Jimmy Woode e del batterista Erich Bachträgl. L’opera si colloca in un momento di particolare fervore creativo per Farmer – da sempre considerato musicista poco esibizionista e adattivo – che nel Vecchio Continente aveva trovato una nuova cittadinanza musicale ed un fertile terreno di coltura, consolidando così il suo approccio mai eccessivo e ridondante al jazz.

Art Farmer si distingue per un portamento elegante ed una sonorità aristocratica, che a tratti ricorda Clifford Brown, qualità che emergono con chiarezza nelle varie fasi di questo lavoro. La costante ricerca della bellezza formale, descritta come «la nota perfetta», è evidente in ogni sua performance. La consolidata tecnica esperienziale ed il mestiere accumulato negli anni, non si traducono mai in mero virtuosismo o sensazionalismo impressionistico, ma piuttosto in una colloquialità esecutiva atta ad interfacciarsi con le normative armoniche del quintetto. L’utilizzo predominante del flicorno, strumento dalle timbriche più calde ed avvolgenti, rispetto alle asperità perforanti della tromba, conferisce al suono di Farmer una rotonda e distintiva morbidezza. È proprio attraverso lo strumento di elezione che Art riesce a dispensare interventi fortemente lirici e ad emanare un’aura di abissale sensibilità espressiva. Jimmy Heath, sassofonista di rodata esperienza, porta nel progetto il suo brevettato fraseggio incisivo e le sue abilità compositive. La sezione ritmica, guidata da Woode e Bachträgl, garantisce una supporto solido e stratificato, permettendo agli assoli della prima linea di incagliarsi in maniera fluente ed cinetica nelle meningi del fruitore. Il pianismo di Fritz Pauer è altresì propedeutico alla filatura di una trama dai colori armonici cangianti e adattivi, rimpinguando il dialogo musicale inter pares con interventi mai prevedibili e banali.

L’album si apre con «Cascavelo (Horst Mühlbradt)» che si distingue per il suo andamento sinuoso e la raffinata gestione delle dinamiche. La struttura armonica è imperniata su una progressione modale che permette ampie possibilità di improvvisazione. Il tema iniziale, esposto dal flicorno di Farmer, è caratterizzato da intervalli ampi e da un fraseggio pregno di contrafforti lirici. La sezione ritmica, con il contrabbasso di Woode e la batteria di Bachträgl, promulga costantemente un groove rotolante che ammannisce le prodezze del band-leder con estrema elasticità. «The Day After (Tom McIntosh)» è una composizione dal carattere introspettivo, la quale si dipana su una struttura armonica sobria, declinata tra tensione e rilascio. Il pianoforte di Pauer introduce il tema con accordi sospesi, creando un’ambientazione contemplativa. Il sassofono di Heath interviene con un torrentizio effluvio di note singole, mentre il flicorno di Farmer aggiunge profondità timbrica con linee melodiche che s’intersecano al contrabbasso. Con-Fab (Art Farmer, Jimmy Heath) esemplifica il sincronismo dialogico tra Farmer e Heath, sulla scorta di un substrato ritmico girevole, trapuntato da accenti sincopati che danno un senso di movimento direzionale e continuo. La sezione A del tema presenta un ostinato che si evolve attraverso variazioni accordali, mentre la sezione B introduce una progressione più aperta, lasciando spazio agli assoli. Il pianoforte di Pauer utilizza voicing ricercati, arricchendo la tessitura armonica. «Tha Gap Sealer (Jimmy Heath)» si annuncia come una composizione assertiva e multipolare, ponendo l’accento sull’uso sapiente delle modulazioni armoniche. La struttura è impostata su una sequenza di accordi che si srotola attraverso cambi di tonalità, decretando un senso di evoluzione dinamica. Il tema è esposto con convinta incisività dal sassofono di Heath, mentre Farmer interviene con un assolo implementato su frasi scalari ed arpeggiati. La batteria di Bachträgl enfatizza i cambi di sezione con accenti marcati e taglienti.

«Cocodrilo (Robert Politzer)», vivace e festoso, introduce elementi di latin jazz nella struttura. La linea di basso di Woode risulta particolarmente assertiva, distillando un ostinato che sorregge il tema principale come come l’architrave di un portale. Il pianoforte di Pauer utilizza accordi percussivi, mentre la batteria di Bachträgl introduce variazioni ritmiche che danno un senso di liquidità. Gli assoli di Heath e Farmer si manifestano sulla scorta di frasi sincopate ed un utilizzo fantasioso delle dinamiche. «Whole Tone Stomp (Fritz Pauer)» suggella l’album arrampicandosi su una scala che s’inalbera per toni interi, conferendo all’impianto sonoro un carattere sospeso e imprevedibile. Il tema viene declamato ed esposto con un fraseologia decisa e conclamata, mentre la sezione ritmica intavola un senso di instabilità armonica che favorisce l’abilità improvvisativa. Il pianoforte di Pauer esplora voicing inusuali, mentre Farmer e Heath interagiscono con linee melodiche che si sovrappongono in modo fluido e speculare. Il modulo espressivo di Art Farmer è tangibile in ogni passaggio dell’album, che si configura come uno dei lavori più rappresentativi della sua iperbole evolutiva. La combinazione tra sensibilità melodica, strutture armoniche ricercate ed uno scambio dialogico tra i membri del quintetto fa di «From Vienna With Art» un’opera di valore storico tardivo, ma da recuperare. Farmer, una vita da mediano ma di gran classe, con il suo brand depositato negli annali della storia del jazz ed il contributo innovativo apportato all’uso del flicorno e del flumpet (strumento ibrido fra tromba e flicorno), rimane una figura centrale nel panorama del vernacolo afro-americano, lasciando un’eredità che continua a ispirare generazioni di musicisti ed appassionati.

Art Farmer & Fritz Pauer
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