Sony_RedRodney2

L’album costituisce una prova di resilienza, mettendo in luce l’aggregante sinergia tra Red Rodney e Ira Sullivan, un morganatico artistico, sancito da un perfetto amalgama idiomatico e da un movimento simmetrico di interscambio, sintatticamente fluido fra tromba e sassofono.

// di Francesco Cataldo Verrina //

Red Rodney, nato Robert Chudnick, sovente trascurato dalle cronache jazzistiche, è stato un trombettista portatore di uno stile fortemente influenzato da Dizzy Gillespie e Charlie Parker, con i quali ha suonato dal 1949 al 1951. L’amicizia con Bird lo portò a condividerne anche la passione per le doghe e gli eccessi. Rodney era in possesso di una tecnica raffinata e veloce, al contempo, caratterizzata da fraseggi complessi e da un suono brillante ed assertivo, tanto che Parker lo invitò ad unirsi al suo quintetto: unico membro bianco al seguito del sassofonista. Per evitare problemi di discriminazione razziale durante i tour nel Sud degli Stati Uniti, Parker lo presentava al pubblico bianco come «Albino Red». Nonostante le difficoltà personali legate alla dipendenza da eroina, nel corso degli anni il trombettista ha partecipato a numerose sedute di registrazione. Specie dopo la parentesi parkeriana l’Albino ha continuato a suonare e collaborare con Dizzy Gillespie. In particolare risulta degno di nota il suo sodalizio con Ira Sullivan. La storica vicinanza a Charlie Parker gli valse l’incarico di consulente per il film «Bird» di Clint Eastwood, dedicato alla vita del sassofonista di Kansas City. La storia personale di Rodney aggiunge una dimensione drammatica alla sua carriera. Segnata da successi e battute d’arresto dovute alla tossicodipendenza, la sua iperbole discografica rappresenta una lotta continua tra un talento innato e le difficoltà quotidiane. Nonostante una carriera segnata da alti e bassi, il contributo di Rodney al jazz rimane, a tutt’oggi, significativo.

«Modern Music From Chicago» testimonia la brillantezza ed il fervore creativo dei dischi bepop della decade post-parkeriana. Registrato nel giugno 1955 per la Fantasy, fra due momenti di crisi personale, l’album costituisce una prova di resilienza, mettendo in luce l’aggregante sinergia tra Red Rodney e Ira Sullivan, un morganatico artistico, sancito da un perfetto amalgama idiomatico e da un movimento simmetrico di interscambio, sintatticamente fluido fra tromba e sassofono. Il contributo di Norman Simmons al pianoforte, Victor Sproles al basso e Roy Haynes alla batteria arricchisce la struttura sonora con un costante apporto di swing, comping ed una precisione mercuriale. Le tracce dell’album offrono una varietà stilistica che oscilla tra composizioni più immediate tese ad ingraziarsi il favore dei DJs radiofonici dell’epoca e costruzioni dal respiro più ampio ed articolato. L’abilità degli esecutori si manifesta in ogni passaggio: dagli assoli travolgenti di Rodney alla versatilità di Sullivan, specie nei cambi di staffetta dalla tromba al sax. L’interplay tra i membri del quintetto è affilato e senza sbavature, segno di un line-up formato da spiriti affini, i quali avevano affinato conoscenza ed attitudine alla collegialità, ma soprattutto rodato e saldato la propria coesione armonica nei ripetuti live tenuti presso il Bee-Hive Club di Chicago.

L’opener, «Taking A Chance On Love», è un evergreen reinterpretato con precisione, in cui Rodney e Sullivan si scambiano frasi melodiche a presa rapida e promesse per l’eternità. «Dig This» si sostanzia come un kit componibile per boppers irrequieti e pronti a lanciare assoli incisivi e veloci, sorretti dal un groove della retroguardia che non sbaglia un colpo «Red Is Blue» è un componimento più riflessivo e crepuscolare, ammantato un’atmosfera malinconica e un interplay sussurrato fra tromba e sax. Clap Hands, Here Comes Charlie», brano swingante e festoso, con un ritmo incalzante e una sezione ritmica che non fa prigionieri. «On Mike», dedicato al DJ Mike Repchak, evidenzia una struttura tematica ed una melodia a facile combustione. «The Song Is You» è il classico standard jazz riletto con la disinvoltura ed il mestiere di chi mastica lo scibile. «You And The Night And The Music», imperniata su un arrangiamento a maglie larghe, mette in evidenza la versatilità del quintetto e le attitudini relazionali dei singoli strumentisti. «Laura» è una piccola camera di decompressione con le sembianze di una ballata intensa e lirica, corroborata da un fraseggio delicato e da un’atmosfera sognante. «Hail To Dale», quale omaggio al DJ Rex Dale, si propone attraverso un tema accattivante ed una proficua interazione tra i musicisti. «Jeffie» si sostanzia come un costrutto veloce e cinetico, contrassegnato da un ritmo pulsante e da assoli sui generis. «Rhythm In A Riff è un brano che celebra il bebop nella sua essenza, con fraseggi veloci ed un groove incisivo. «Daddy-O» , dedicato al DJ Daddy-O Daylie, chiude l’album con una nota vivace e colma di swing. L’album, ripubblicato nel 1982, quindi disponibile in vinile di eccellente qualità audiofila, è una lampante testimonianza del talento di Red Rodney, ma chi cerca il massimo della sua espressione musicale dovrebbe ascoltare anche album come «Red Arrow» o il leggendario concerto alla Carnegie Hall con Charlie Parker.

0 Condivisioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *