«I Dream Too Much», il disco di Elisa Guarrella per Isula Factory

// di Francesco Cataldo Verrina //
Con una solidità che trascende ogni compromesso e una sensibilità rara, Guarrella si afferma come una voce imprescindibile nel panorama jazzistico contemporaneo, e il suo viaggio è appena iniziato.
In un panorama musicale dove le canzoni possono brillare come stelle scintillanti o rifugiarsi nell’intimità delle loro sfumature più delicate, Elisa Guarrella sceglie senza esitazione di abbracciare quest’ultima via nel suo nuovo progetto «I Dream Too Much». In questo album , registrato dal vivo con la maestria che contraddistingue il Conservatorio Scontrino di Trapani, la giovane cantante siciliana si fa mentore di un linguaggio musicale che unisce l’eleganza del jazz contemporaneo alla poesia di Norma Winstone, rivelando così una memorabile profondità tematica.
La prima traccia, «Distance», accoglie l’ascoltatore con un’eleganza sublime, figlia della penna di Glauco Venier. Qui, il dialogo tra il sax e la voce di Guarrella si intreccia sapientemente a un pianismo malinconico che pervade l’aria, lasciando subito intendere che ogni nota suonata è un pensiero, una riflessione. La magia continua con «I Dream Too Much», un classico della tradizione americana che, pur nella sua reinterpretazione, mantiene la essenza primigenia, trasportando il fruitore in una dimensione sospesa, come in un sogno da cui non si vorrebbe mai svegliare. In «Sing Me Softly Of The Blues», si rivela l’arte di Carla Bley in una forma che scardina le aspettative. L’ascoltatore è travolto da un blues che rompe le convenzioni, liberando il potere dell’improvvisazione e dell’originalità che contraddistinguono Guarrella e il suo brillante quartetto. «The Peacocks (A Timeless Place)» infonde un senso di nostalgia e libertà che travolge, evocando paesaggi emozionali dove il tempo sembra fermarsi, mentre «For Jan» ci regala un dialogo avvolgente tra voce e sax, in un valse che rincorre le vibrazioni più intime. Il culmine di questa esperienza sonora arriva con «A Wish», una ballad di Fred Hersch che tesse atmosfere romantiche e malinconiche, un vero e proprio abbraccio sonoro che mette a nudo fragilità e desideri inesplicabili. Qui, la semplicità del duo pianoforte e voce raggiunge un’intimità commovente, permettendo all’ascoltatore di viaggiare dentro le emozioni più profonde.
Elisa Guarrella non è solo una cantante: è una narratrice, una poetessa delle note, capace di trasformare ogni brano in una storia unica. Dopo il suo primo disco, “About Monk”, un live dedicato a Thelonious Monk e registrato presso il Convivio Jazz Factory, con «I Dream Too Much», invita a riflettere e a sognare, creando un album che non solo celebra la bellezza del jazz, ma che insegna anche a cogliere le sfumature della vita. Con una solidità che trascende ogni compromesso e una sensibilità rara, Guarrella si afferma come una voce imprescindibile nel panorama jazzistico contemporaneo, e il suo viaggio è appena iniziato. Il pubblico di ogni ordine e grado, non potrà fare a meno di restare incantato nell’intercettare ogni nota, ogni silenzio, di questo avvolgente tributo alla musica e alle emozioni che l’accompagnano. «I Dream Too Much” è un’opera che fa vibrare l’anima e dimostra quanto il jazz, nell’accezione più larga del termine, possa essere un linguaggio universale fatto di libertà e introspezione.

