Ginga con «New life», un piacevole viaggio tra smooth jazz cantato ed atmosfere brasiliane (Caligola Records, 2024)

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Ginga riesce ad aggiungere alle sue performance una potente e trascinante dose di blackness calibrando la voce in maniera equilibrata e potente al contempo

// di Cinico Bertallot //

A distanza di sette anni, sempre prodotta dal bassista Felice Del Gaudio, Ginga fa un altro passo avanti con «New Life», un album che che si pone come una cuspide, a metà strada fra jazz e musica brasiliana, con la quale la cantante sembra stabilire un particolare feeling. Cinque famosi standard, – uno dei quali, «The Nearness Of You», era già presente nel precedente EP «Spring Time» – si aggiungono all’unico brano originale dell’album nonché title-track. Dotata di una voce dai contrafforti soulful, per naturale corredo genetico, oltre che per un affinato talento, Ginga riesce ad aggiungere alle sue performance una potente e trascinante dose di blackness calibrando la voce in maniera equilibrata e potente al contempo.

L’iniziale «Summertime» di Gershwin, sovente calata in una dimensione eccessivamente sdolcinata e proposta con un’andatura molliccia, tra le sue spire vocali diventa una pungente ballata a metà strada tra jazz ed r&B. «Love In Vain» di Jerome Kern viene reinventata attraverso un raffinato arrangiamento giocato sul tempo medio e magnificato da un gradevole andamento swing. «Misty» di Erroll Garner assume i connotati di una brunita e soffusa ballata ricca di elementi chiaroscurali e tenui cromatismi spazzolati, mente la voce di Ginga plana morbidamente su un avvolgente arazzo di note. «Água de beber» di Jobim e Vinicius de Moraes prende un volo di prima classe per il Brasile, complice anche l’affinità linguistica: gli angolani parlano portoghese. «The Nearness Of You» di Hoagy Carmichael viene restituita al mondo degli uomini come un’intrigante pop-song con tinteggiature latine destinata all’airplay radiofonico, ma con qualche stilla di classe in più, vuoi per gli arrangiamenti, vuoi per i musicisti scesi in campo in campo al fianco della cantante: Alessandro Altarocca (pianoforte e tastiere), Felice Del Gaudio (contrabbasso, basso elettrico e chitarra), Lele Veronesi (batteria), Paolo Caruso (percussioni) e come Special Guest. Leonardo Caligiuri (pianoforte) sulla traccia n. 5. In chiusura la title-track, «New Life», unico inedito a firma Felice Del Gaudio, produttore del disco, è una bellissima soul-ballad moderna, dall’andamento smooth jazz e dalla melodia a presa rapida. «New Life» è stato registrato dal vivo presso Over Studio Recording, Cento (Ferrara), da Angelo Paracchini; mixato e masterizzato presso lo Studio Villa Mazzacorati, Bologna, da Eugenio Bonetti nel 2024. Senza ombra di dubbio, sia gli appassionati di jazz vocale che chiunque ami la buona musica potranno trovare ottime affinità elettive con questo lavoro piacevole e raffinato, locupletato da una vocalità non comune.

Ginga, nata nel 1986 a Luanda, capitale dell’Angola, ma cresciuta e formatasi musicalmente in Italia (il vero nome è Claudia Scapolo), inizia ad avvicinarsi alla musica come pianista, per poi coltivare le sue doti vocali, perfezionandosi prima nel canto classico e approdando successivamente al jazz sotto la guida di Kate Parker. Dal 2010 la cantante italo-angolana ha cominciato a frequentare anche la scena gospel divenendo un perfetta spalla della rinomata vocal coach e cantante/produttrice americana Cheryl Porter, considerata in Italia la regina del gospel. La sua voce duttile e profonda l’ha porta negli anni a collaborare con Mario Biondi e Zucchero, Eros Ramazzotti e Stan Sargeant, fino a intraprendere una carriera da solista suggellata nel 2017 dall’Ep «Spring Time», pubblicato dalla Irma Records. Oggi però, tutte le attenzioni sono concentrate su «New Life». Consigliatissimo!

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