L’attenzione ai dettagli è evidente nell’equilibrio sonoro tra gli strumenti, permettendo a ciascun elemento di emergere in modo distintivo senza mai sovrastare gli altri.

// di Cinico Bertallot //

Ho conosciuto Alberto Poggio con un album del 2020, «Short Tales, disco dal sapore classicheggiante, realizzato in duo con il chitarrista Oreste Sardi. Di Poggio si apprezza soprattutto il modo diretto con cui ama presentarsi: «Mi chiamo Alberto Poggio, sono un pianista, polistrumentista e compositore, classe 1979. Ho preso alcune lezioni di musica quando ero piccolino, apprendendo i rudimenti, per poi proseguire da autodidatta, facendo esperienza in varie formazioni e generi musicali. Oltre a concerti con svariate situazioni musicali, ho partecipato alla registrazione di dischi con alcuni cantautori italiani, e ho collaborato a lungo con Assemblea Teatro di Torino in qualità di musicista, arrangiatore e compositore».

Oggi riflettori sono puntati su «Before Dinner» il nuovo album di composizioni originali, frutto della collaborazioni di quattro amici che condividono un sincera passione per la musica: Alberto Poggio (pianoforte, rhodes, melodica) e Michele Chiaravalloti (sax tenore e soprano) che insieme a Mario Crivello (contrabbasso) e Giuliano Scarso (batteria) hanno sviluppato una piacevole ambientazione jazz sapore jazz, con l’apporto della vocalist Claudia Paradiso (voce). «Sono perlopiù brani scritti da me che ho proposto al gruppo durante una delle tante serate trascorse insieme – spiega il musicista -. Alle mie composizioni, se ne è aggiunta una di Michele. Il risultato è questo album nato proprio durante le nostre suonate “prima di cena”, da qui il titolo Before Dinner». La scelta di registrare le tracce prima di cena, come suggerito dal titolo, aggiunge un elemento di intimità al concept. Questo approccio si riflette nella calda connessione che si può percepire tra i musicisti durante le performance. L’attenzione ai dettagli è evidente nell’equilibrio sonoro tra gli strumenti, permettendo a ciascun elemento di emergere in modo distintivo senza mai sovrastare gli altri. «Spesso, credo capiti a tutti, un brano musicale si lega indissolubilmente a un istante di vita o un’emozione, se si ripensa a quell’istante viene in mente il brano, e quando si ascolta il brano si rivivono quelle stesse emozioni». Aggiunge Poggio «Credo che la mia esigenza di comporre nasca proprio da qui, quando vivo qualcosa di peculiare, che sia bello, brutto, più o meno importante per chissà quale motivo, e poi mi metto al pianoforte a improvvisare, ecco che nasce una musica legata a quel ricordo, e con lei la voglia di condividerla».

Il progetto nel suo insieme presenta diversi aspetti che catturano l’attenzione e dimostrano la creatività dell’artista e dei suo line-up. L’opener, «La Nuova Corte», accoglie gli ascoltatori con una melodia classica. I toni del sax di Michele Chiaravalloti si fondono elegantemente con il piano di Alberto Poggio, creando un’atmosfera suggestiva che cattura immediatamente la nostra attenzione. La traccia successiva, «Unreachable Monk», comunica al mondo la passione di Poggio per Monk senza mai tentare di raggiungerlo o imitarlo. Bop e swing delicatamente fusi dai vari componenti del quartetto strumentale e sfiorati dall’eterea voce della Paradiso. L’arrivo de «Le Uova di Maria», si sostanzia come una sorprendente composizione di organ jazz che riporta indietro agli anni ’60. Ciascuno dei componimenti scuote l’attenzione del fruitore per la sapida alternanza di momenti crepuscolari e autunnali che si aprono a colori pieni di vita come la primavera o l’estiva Tra tutti merita una particolare menzione l’atto conclusivo del disco, «Gocce», dove Poggio riesce a creare un’atmosfera di tranquillità attraverso il pianoforte, supportato dal delicato groove del contrabbasso di Crivello e la batteria di Scarso. L’effetto sonoro delle gocce e le note fluide del dialogo tra gli strumenti evocano un senso di serenità. Quasi alla fine, la voce di Claudia Paradiso assume la guida del convoglio, catturando l’attenzione dell’ascoltatore con un’intimità palpabile. In ogni composizione eseguita, si percepisce la dedizione e l’attenzione ai dettagli che Alberto ha investito nel processo di creazione dell’album. Ogni nota, ogni pausa, è stata considerata con cura, e questo si riflette nell’armonia e nell’equilibrio complessivo dell’album.

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