// di Kater Pink //
Franco Piana è uno dei più quotati musicisti jazz della scena italiana, noto sia come trombettista-flicornista, che come arrangiatore e compositore, farà parte della commissione giudicante del «Premio Perugia / Alberto Alberti per il Jazz». Franco Piana vanta collaborazioni con i più importanti jazzisti del panorama internazionale (Chet Baker, Dusko Gojkovich, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Danilo Rea, Gianni Coscia, Paolo Fresu, Gianni Basso, Fabrizio Bosso) e ha fatto parte per anni dello storico sestetto Piana-Valdambrini, insieme al padre, il trombonista Dino Piana.
Riportiamo alcuni frammenti un’intervista, rilasciata dal musicista a Guido Michelone per Doppio jazz, una chiacchierata affabile ed informale in cui Franco si conferma persona di grande spessore sotto ogni punto di vista.
D. Parliamo ora in generale del Jazz. Cos’è il Jazz per Franco Piana?
R. È come un viaggio dentro me stesso, una forma d’espressione molto profonda che mi permettere di esprimermi. Ma non sempre riesco a farlo come vorrei, perché questo dipende da molti fattori: la tromba o il flicorno sono strumenti molto “fisici”, per cui basta che il labbro non sia in perfette condizioni o che l’emotività sia alta, ed ecco che non si riesce a dire quello che vorresti…e tutto ciò può diventare davvero frustante, a volte!
D. In quale preciso momento e in che modo ti sei avvicinato al Jazz?
R. Ricordo perfettamente quando a circa cinque anni ascoltavo i dischi con mio padre, che mi piacevano e mi emozionavano tantissimo! Al punto che poi, quando lui usciva, me li facevo mettere da mia madre e li ascoltavo tutto il giorno. Proprio attraverso questi ascolti continui, avevo imparato tutti i soli dei musicisti dell’orchestra di Count Basie e li canticchiavo mentre giocavo, come molta naturalezza e fluidità, come se per me fosse una cosa normale. Mi divertivo da morire, questo era il mio gioco più importante! Mio padre un giorno tornò a casa e mi ascoltò, non immaginando minimamente ciò che avrebbe scoperto: aveva un figlio che “scattava” con una precisione e uno swing incredibili! Per poco non svenne!
D. Cosa significa per te l’improvvisazione musicale?
R. Significa trovare la libertà nel rigore: gli standard sono costruiti su un giro armonico che bisogna assolutamente rispettare. Questo significa studio dell’armonia, degli accordi, delle scale, del fraseggio, ma poi bisogna usare tutto questo con la massima libertà e portare tutto nell’espressività musicale e jazzistica. E in questo l’improvvisazione diventa ricerca e rischio continui. Quando si riesce a far confluire queste componenti in un linguaggio musicale libero, si è già a buon punto! Tra l’altro in questo periodo, come ho detto, sto suonando con la bravissima Stefania Tallini che mi ha introdotto all’improvvisazione libera, totale, istantanea senza vincoli armonici, ritmici o melodici. Questa è per me una scoperta entusiasmante e molto stimolante, perché mi porta su una strada che non avevo mai percorso prima e nella quale – nonostante la totale libertà – sono necessari comunque il rigore, l’ascolto reciproco, la sintonia, l’interplay e il senso della forma, ma in un modo totalmente diverso. E’ come dipingere un affresco in due, le pennellate devono essere in simbiosi, altrimenti il quadro sarà insignificInte.
INTERVISTA COMPLETA: https://doppiojazz.it/wp/2023/05/15/guido-michelone-intervista-franco-piana/
NOTE BIOGRAFICHE
Franco Piana è uno dei più importanti musicisti jazz della scena italiana, noto sia come trombettista-flicornista, che come arrangiatore e compositore. Vanta collaborazioni con i più importanti jazzisti del panorama internazionale (Chet Baker, Dusko Gojkovich, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Danilo Rea, Gianni Coscia, Paolo Fresu, Gianni Basso, Fabrizio Bosso) e ha fatto parte per anni dello storico sestetto Piana-Valdambrini, insieme al padre, il trombonista Dino Piana. Vincitore di numerosi concorsi internazionali di arrangiamento e composizione, per molti anni è stato trombettista e arrangiatore dell’Orchestra della Rai di Roma, con la quale si è esibito in importanti concerti con Mel Lewis, Kay Winding, Eddie Daniels, Bob Brookmeyer,). Ha partecipato inoltre alla registrazione di colonne sonore con Armando Trovajoli, Ennio Morricone, Ritz Ortolani, Gianni Ferrio solo per citarne alcuni.
La sua discografia comprende diversi album, alcuni dei quali in veste di leader: come strumentista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Di grande rilievo è l’album dedicato interamente alle musiche del Maestro Armando Trovajoli, arrangiate per Big Band. Dal 2011, è molto attivo con il Dino & Franco Piana Ensemble, con il quale ha realizzato diversi progetti discografici. Recentemente ha inciso con la pianista Stefania Tallini il cd “E se domani”. Ha suonato nei più importanti Festival Jazz internazionali, in Italia e all’estero. La sua musica e suoi arrangiamenti sono annoverati per essere profondamente jazz, in un linguaggio intriso di tradizione e modernità.
PREMIO PERUGIA “Alberto Alberto per il Jazz”, per ricordare colui che portò il “grande jazz” in Umbria. Il concorso è riservato ai musicisti jazz: solisti, band ed ensemble fino ad un massimo di 12 elementi, senza limiti di età, purché non legati da vincoli contrattuali. Al vincitore/i del contest verrà garantito un contratto discografico dalla GleAM Records, con la produzione, pubblicazione e distribuzione su tutto il territorio nazionale di un CD, ufficio stampa e relativa promozione.
Dopo una prima valutazione dei materiale audio/video, fornito dai partecipanti, il Concorso si svolgerà per selezioni in presenza, dal 01/05/2024 al 30/11/2024.Le audizioni, le serata di premiazione e il concerto finale con la presenza di pubblico si svolgeranno, a metà dicembre 2024, presso lo Stix Music Club, Strada San Pietrino 1/B, Perugia, zona Madonna Alta.
Per partecipare è disponibile una modulistica on line predisposta alla compilazione, scaricabile in formato PDF dai siti: www.doppiojazz.it / www.stix.it e www.premioperugia.it da inviare via mail a: info@doppiojazz.it / stix@stix.it