// di Francesco Cataldo Verrina //

Il Brasile è una terra ricca e complessa dal punto di vista musicale, non meno degli USA con cui ha in comune le radici della primigenia musica ritmica, spesso non dissimili. Il Brasile ha fornito al jazz molti assist, influenzandone alcune forme ibride che, a partire dagli anni ’60, hanno incontrato il plauso internazionale dei cultori di musica tout-court. Il Brasile si muove in un ampio range sonoro che va dal tropicalismo al samba carnevalesco, passando per le raffinate atmosfere bossa nova, per non parlare dei tanti sottogeneri o forme espressive locali, legate a particolari strumentazioni, regioni o comunità di questa sconfinata terra grande come un continente. L’album «Essa vida esse amor» di Daniella Firpo e Alejandro Fasanini riflette l’anima brasiliana e latino-americana nel suo insieme, attraverso la storia e la cultura meticcia di una nazione divisa tra la sconfinata foresta amazzonica e i problemi sociali dei centri urbani, omaggiando personaggi che con il loro impegno civile hanno contribuito in tutto il mondo alla lotta per i diritti umani.

La cantautrice brasiliana e il compositore argentino hanno trovato una sorta di break-even-point artistico, distillando dieci canzoni originali che sono un calibrato tributo alla musica popolare di uno stato (multi-stato) che è un contenitore multietnico, da cui emergono innumerevoli sfaccettature. Guinga ha detto di questo disco: «L’album di Daniella e Alejandro è un bellissimo omaggio al Brasile! Hanno bevuto da questa fonte e restituiscono con eccellenza in forma di musica! Un bellissimo lavoro fatto da persone attente e appassionate!» In effetti, Daniella Firpo (voce) e Alejandro Fasanini (musiche, arrangiamenti e direzione musicale) hanno dato vita ad un garbato album frutto della creatività dei due artisti del Sud del mondo, sia pure radicati in Italia, i quali hanno osservato alla perfezione i classici dettami e le regole sintattiche delle canzoni brasiliane con le tipiche melodie nostalgiche e ricche di grooves percussivsi, saudade ed allegria al contempo, alternandole ad altre di concezione più originale e contemporanea, dove la vitalità ritmica lascia spazio alla cantabilità sognante di Daniella, nonché ad una maggiore complessità compositiva. Chico Buarque ha detto di lei: «Questa ragazza canta in un modo bellissimo».

Scorrendo in lungo ed in largo l’album ci si accorge immediatamente della duttilità e dell’adattabilità di Daniella alla complessità e alla ricercatezza degli arrangiamenti di Alejandro Fasanini, musicista dal background classico, sempre intento a ricercare nuovi intrecci sonori e ricercati timbri strumentali, che in «Essa vida esse amor» si fondono magicamente alla voce dolce, vellutata e ricca di cromatismi della cantante brasiliana. Tutte le canzoni nascono e si sostanziano attraverso stati d’animo mutevoli, che diventalo specchio della natura umana con il suo complesso campionario di emozioni, storie di uomini, popoli, culture, e personaggi. Così le raccontano gli autori: «Tambor»: rappresenta la mescolanza dei popoli con il tambor, simbolo di fratellanza, suono urgente, grido d’amore, un compagno di viaggio con il quale abbiamo pianto, ballato e sopravvissuto; «Menina Bahia» è un angelo che sogna nel buio di un grembo materno. Con il suo sorriso di bambina su un viso limpido ci fa comprendere i segreti dell’amore, la magia del presente; «Marielle, a rosa do asfalto» (Marielle Franco): qui il Brasile arriva con la sua energia vitale, con il suo passato vario e intrecciato, un paese che ha perso il legame con la sua diversità – tesoro unico – ma che non vuole stare zitto come ha fatto Marielle.

La storia continua con «AChico» (Chico Buarque): Chico ha cantato i molteplici aspetti della vita: l’amore in tutte le sue vesti, l’eros, la morte, l’amicizia, la storia e la cultura brasiliana. Paladino della lotta democratica, ha usato le proprie canzoni dando voce alla indignazione della gente; «Helen e Anne» (Helen Keller e Anne Sullivan): Niente è impossibile, l’amore libera,il profondo sapere può trascendere il muro della cecità. Non esistono limiti per il geniale spirito umano. Se la mente vola nel vento della libertà vede la bellezza in ogni cosa; «Aa alas de Chiquinha» (Chiquinha Gonzaga): dedichiamo il nostro canto alla più importante musicista dell’800 con i suoi «ritmi di razza mista» e le prime canzoni per il carnevale, pioniera nella storia dell’emancipazione femminile e nella lotta per le libertà del suo tempo; «A Hadizatou Mani»: Una canzone per l’attivista per i diritti umani della Nigeria che combatte per liberarsi e liberare dalla schiavitù le donne del suo paese. Dopo la cruda solitudine nel silenzio della notte profonda del suo cuore, l’alba finalmente illuminò i labirinti della sua dimora e niente vale più di questa onda spumosa che lava il suo viso stanco, libertà, libertà. «AlPocho Lepratti»: la generosità e l’altruismo «seminano il cielo sulla terra» in un ordine sociale contrastante che ora toglie, ora dona; «A Davi Kopenawa»: Sciamano Yanomamiche che difende il suo popolo e la sua amabile foresta, vasta e stellare, riflesso del cielo e crede che la madre terra è ancora un giardino dove nasce il fiore, il fiore che siamo noi; «Essa vida esse amor», Questa è la nostra vita, e anche se non riusciamo a spiegare nulla, questo è il nostro canto. Viviamo intensamente ogni gesto come se ascoltassimo sinfonie di silenzi e come se le canzoni profumassero primavere sulle nostre labbra. «Essa vida esse amor» di Daniella Firpo e Alejandro Fasanini è un album non comune, dal tocco delicato che muove sentimenti e pensiero, cuore e cervello con uguale leggerezza. Consigliatissimo!

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