LILLO QUARATINO CON «SE PIOVE NON ESCO», MA SOTTO IL SOLE DELLA CREATIVITÀ (ALFA MUSIC, 2023)

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// di Francesco Cataldo Verrina //

I dischi in cui il band-leader è un bassista aprono infiniti scenari all’apporto sostanziale ed inventivo dei sodali, basato su un interplay dinamico e non vincolato a uno strumento di prima linea al comando. Il contrabbassista titolare dell’impresa è ben conscio che deve aprire i cancelli alla libertà espressiva dei sidemen se intende portare al termine il suo mandato. Per rispettare l’incarico assunto ha bisogno di collaboratori fidati, ma soprattutto di complici, di sinergie e di energie pronte ad implementare la causa del progetto. Senza una precisa gerarchia strumentale, tutto ciò a volte riesce in maniera più agevole, mentre la scena sonora appare più aperta e l’evoluzione del costrutto sonoro meno prevedibile ed impantanato intorno a una figura dominante. «Se piove non esco» di Lillo Quaratino, pubblicato da Alfa Music, non sfugge a tali dinamiche, anzi ne diventa la rappresentazione plastica, merito di validi musicisti che ne hanno condiviso la progettualità: oltre a Lillo Quaratino contrabbasso, Davide Grottelli sax tenore soprano, Gabriele Mirabassi clarinetto, Roberto «Red» Rossi batteria e percussioni, Eduardo Taufic piano, Roberto Taufic chitarra acustica e special guest Javier Girotto sax soprano.

Le parole del contrabbassista sono alquanto eloquenti: «Ormai è diventata una imprescindibile modalità di lavoro: quando registro un mio progetto discografico, cerco un luogo lontano dalla città. Cosicché la vita scorre meno frenetica e ogni volta sento crescere un senso di condivisione del progetto fra i musicisti, al punto che i brani sembrano scritti da loro. I musicisti, da anni sempre gli stessi e diventati buoni amici, sanno che vivremo di nuovo giornate impegnative e belle. Una volta in sala, suono al pianoforte il brano scelto per la registrazione e condivido con i compagni lo spirito della canzone; spartiti sul leggio, si inizia a suonare; ci si ferma due o tre volte per mettere a punto qualche passaggio del tema o di alcune particolarità ritmiche e alla terza o quarta si arriva alla fine del brano. A quel punto siamo pronti per registrare. Ed ecco la magia dei suoni. Voci in armonia come fossero scritte o suggerite dagli armonici. Tratteniamo il fiato, buona la prima take! che spesso termina con una risata o un sospiro profondo per scaricare la tensione».

L’opener «Tutto il mondo è paese» arriva sulle note di una chitarra sorniona e ruffiana al contempo, per poi dipanarsi su un impianto sonoro dal sapore antico e dagli intarsi melodici mediterranei, sottesi da una pulsione ritmica che, attraverso un misurato gioco di basso, batteria e percussioni, guarda al Sud del mondo. «Pianopiano», come dire nomen omen, è una ballata lenta e sdrucciolevole disegnata da un accorato intreccio di ance, a cui il clarinetto apporta uno struggente mood retrò, mente la retroguardia ritmica incanala l’impianto armonico in un sistema temporizzato che non perde mai il contato con l’attuale hic et nunc. «Greetings» è una cartolina di saluti leggibile da varie angolazioni, dove swing, influenze latine ed essenze mediterranea si mescolano in un afflato sonoro locupletato da un lirismo a presa rapida. La title-track, «Se piove non esco», descrive uno stato d’animo crepuscolare spalmato su una narrazione filtrata da una barriera di vetro, attraverso il quale l’ensemble osserva quanto accade all’esterno, mentre le note sembrano gocce di pioggia che scendono e colpiscono l’immaginario di ogni singolo strumentista. «Pigro» si sostanzia attraverso l’essenza stessa del titolo, assumendo i tartti somatici di un’elegia che evidenzia momenti di spleen baudeleriano e di abbandono ad una dimensione spazio-temporale dilatata e dai confini sfumati, quasi una camera di decompressione che, come un’incubatrice, diviene propedeutica alla proliferazione delle cellule creative.

«Cat And Mouse» è un gioco di ruolo, dove gli strumenti s’inseguono come farebbe il gatto con il topo: un piacevole swing-latino fatto di continui andirivieni e cambi di mood. «Pianto d’attrice» è una trama sotterranea di vibrazioni fumè e nostalgiche che si risolvono in piccolo crescendo melodico tenuto in superficie dalla retroguardia ritmica, mentre la prima linea si dimena, quasi in maniera teatrale tra patimenti e sogni infranti, i quali vengono tracciati secondo un preciso canone strumentale: la chitarra piange, il piano soffre ed i fiati si struggono per l’amato bene. «Gheisha» ripropone ancora un’atmosfera intima e sofferente come un canto antico fatto di piccole suggestioni erotiche ed esotiche. Si procede ancora lento pede con «Buon Amico» sul filo di una narrazione inquieta che riecheggia certe melodie lunari da serenata notturna. «Turno Notturno» è un mid-range caratterizzato da una piacevole progressione tematica simile ad un movimento che scandisce il tempo che passa, mentre il perfetto intreccio tra fiati e sezione ritmica sembra disegnare il passaggio dall’oscurità della notte alle luci dell’aurora. Nel complesso, «Se piove non esco» è un disco ben costruito e scorrevole, soprattutto immediato e facile da fruire, nonostante l’opulenza armonica e la complessità di intarsi creativi, quale genesi di un lavoro di sintesi tra musicisti dalla personalità fortemente delineata. Come dice Lillo Quaratino: «Ogni volta è un’esperienza che mi riempie e poi mi svuota, come sa bene chi l’ha provata».

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