Genova 1981. «More Than You Know»: la registrazione inedita ritrovata di Dexter Gordon (GleAM Records, 2025)
// di Francesco Cataldo Verrina //
Ogni passaggio sonoro del concerto genovese si regge su una ratio armonica distinta: dalle progressioni standard alle sospensioni preparatorie, sino alla raffinatezza estetica. La varietà delle soluzioni armoniche testimonia l’abilità del quartetto a trasformare ciascuna composizione in laboratorio critico, dove la dialettica tra stabilità e mobilità diventa principio generativo.
«More Than You Know» rappresenta un documento prezioso nella storia del jazz europeo e internazionale. Registrato a Genova nel 1981, durante il Festival Estate Jazz presso Villa Imperiale, questo doppio CD restituisce la voce strumentale di Dexter Gordon in una fase di piena maturità, affiancato da Kirk Lightsey al pianoforte, David Eubanks al contrabbasso ed Edward Gladden alla batteria. La formazione, solida e affiatata, traduce in suono la logica dell’interplay: ogni intervento si innesta nel tessuto collettivo, mantenendo la libertà individuale che costituisce l’essenza del linguaggio jazzistico. Il restauro dei nastri, curato da Tommy Cavalieri presso il Sorriso Studios di Bari, non si limita a riportare in vita un’esecuzione, ma si traduce in un’affermazione di consapevolezza artistica resa possibile dalla certezza di un ascolto canalizzato verso un pubblico ricettivo e preparato.
La voce tenorile do Gordon, ampia e sofisticata, si sposta tra progressioni diatoniche e modulazioni improvvise, sostenuta da Lightsey che alterna accompagnamenti accordali e linee contrappuntistiche, mentre la retroguardia ritmica concima un terreno elastico, su cui Gordon appone un discorso melodico di ampio respiro, con un uso calibrato delle pause e delle riprese. Il sassofonista interpreta con intensità lirica e controllo formale, tanto che le lunghe durate consentono di sondare ogni sfumatura del tema, con un utilizzo sapiente delle dinamiche ed una geometria armonica che alterna frizione e distensione. La registrazione non costituisce solo un documento che rischiava di andare disperso, ma diventa testimonianza di un momento storico in cui il jazz aveva raggiunto piena statura internazionale, mantenendo però la sua natura di arte fondata sull’espressione individuale all’interno dell’interazione collegiale. La relazione tra Gordon ed il pubblico italiano emerge come elemento centrale: il «Sophisticated Giant» trova in questa comunità un ascolto attento e partecipe, in grado di valorizzarne la profondità del linguaggio. «More Than You Know» si colloca dunque nel solco delle grandi riprese live, non come semplice reliquia, bensì come pagina musicale che restituisce la vitalità di un maestro e la forza di un quartetto coeso. La pubblicazione in edizione limitata, con formato gatefold, accentua il valore testimoniale di un documento che illumina la continuità del jazz come arte viva, radicata nella memoria e proiettata verso nuove possibilità.
La successione dei brani non appare casuale: Gordon e compagni delineano un percorso che alterna energia, e carotaggio emozionale con una procedura che conduce l’ascoltatore verso una dimensione conclusiva di totale coinvolgimento. Nel primo CD, «It’s You or No One» (Cahn/Styne) si dilata per oltre i tredici minuti, offrendo a Gordon l’occasione di modellare il fraseggio con ampie arcate e un colore sonoro eloquente. L’energia funge da dichiarazione di intenti, ponendo il fruitore in uno spazio di concentrazione e di ascolto attento. La voce del sax si staglia con naturalezza, sostenuta da Lightsey, che plasma il pianoforte con sensibilità ricettiva e da una retrovia che mantiene costante tensione dinamica. L’episodio inaugura il concerto con equilibrio tra poetica e vigore, delineando subito la cifra espressiva del line-up. «Hi Fly» (Weston) si estende per quasi diciotto minuti, rivelandosi quale terreno di scandaglio collettivo. Gordon distilla linee ampie, mentre Lightsey, dotato di inventiva e di solida formazione, arricchisce la pagina con interventi incisivi. Eubanks e Gladden, accorti nel dosare pulsazione e contrappunto ritmico, contribuiscono a generare un telaio sonoro stratificato, mentre l’ampiezza temporale consente a ciascun interprete di sviluppare un discorso musicale interiormente variegato.
Il secondo CD si apre con «Back Stairs», composizione scritta dal sassofonista, che si prolunga per oltre ventotto minuti, attestandosi come fucina di interplay. Gordon sagoma l’architettura con fraseggi che alternano assertività e rarefazione, mentre Lightsey e la sezione ritmica tessono un dialogo continuo. L’episodio si distingue per la capacità di trasformare la durata estesa in processo narrativo, nel quale ogni intervento si sedimenta e rilancia quello successivo. «LTD & Intro», a firma Gordon, è un breve episodio di poco più di sei minuti, il quale funge da ponte verso la title-track. Gordon dispensa frammenti melodici essenziali, sostenuti da un accompagnamento discreto e calibrato. La funzione di questo componimento-ponte diviene preparatoria, delineando uno spartiacque che introduce con sorgività il momento conclusivo del concerto. «More Than You Know» (Youmans/Rose/Eliscu) si dipana per oltre venti minuti, diventando il nucleo gravitazionale dell’intera registrazione. Gordon modella l’intarsio tematico con un’aura fonica calda e musicalmente eloquente, mentre Lightsey, Eubanks e Gladden imbastiscono un tessuto espressivo che sostiene ed amplifica la voce del sax. L’episodio finale sancisce l’attitudine del quartetto nel saper convertire una ballad in un’esperienza multi-direzionale, dove la dimensione individuale si fonde ancora con quella comunitaria. Ogni passaggio sonoro del concerto genovese si regge su una ratio armonica distinta: dalle progressioni standard alle sospensioni preparatorie, sino alla raffinatezza estetica. La varietà delle soluzioni accordali testimonia l’abilità del quattro sodali a trasformare ciascuna composizione in un laboratorio critico, dove la dialettica tra stabilità e mobilità diventa principio generativo.

