B.I.T. Duo, Danielle Di Majo e Manuela Pasqui con «R-Esistenze», perfetti quadri sonori ed emozionali (Filibusta Records, 2025)

L’album dispensa storie attraverso le note e gli accordi, trasformando il passato in un’esperienza sonora viva, mentre l’abilità strumentale di Pasqui e Di Majo si fonde in un costrutto concettuale coerente, in cui l’atto improvvisativo e la struttura duale si alimentano reciprocamente.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Abbiamo più volte sottolineato come in un incontro bilaterale l’interplay e gli scambi strumentali diventino costanti e le relazioni simbiotiche, quasi mutualistiche, mentre la circolarità sparisce ed il flusso sonoro si sedimenti al centro, divenendo il nucleo gravitazionale e propulsore di ogni passaggio esecutivo. Il B.I.T Duo, formato da Manuela Pasqui pianoforte e Danielle Di Majo sax alto e soprano, ripropone la formula duale in maniera assiomatica con un nuovo album, «R-Esistenze», pubblicato da Filibusta Records. Il progetto s’innesta in una ricerca strumentale calibrata e consapevole, legata alla memoria storica e alla re-immaginazione di figure chiave della cultura italiana inserite in tanti quadri sonori pennellati con garbo, sulla scorta di un jazz contemporaneo, mai banale, dalle trame armoniche complesse, ma con un elevato gradiente melodico di fruibilità immediata.
L’album nasce dalla volontà delle due titolari del progetto di indagare e raccontare le «resistenze» di personalità femminili e non solo, che hanno segnato la storia italiana attraverso la politica, l’attivismo e la poesia. Lalla Romano, Miriam Mafai, Joyce Lussu, Dacia Maraini ed Eugenio Montale sono solo alcuni dei nomi che hanno ispirato la realizzazione di questo concept, offrendo una raccordo tra musica e letteratura. Danielle Di Majo e Manuela Pasqui si sono immerse nei suoni delle poesie, delle parole, nelle strutture, nelle forme poetiche; hanno letto le storie degli eroi tributati, i loro racconti e li hanno trasformati in melodie, in emozioni sonore liquide, unendo le due differenti attitudini al vernacolo jazzistica. Le loro costruzioni sonore si diramano tra sensibilità lirica, libertà strutturale ed improvvisazione, mentre le progressioni esecutive si sviluppano senza vincoli rigidi, determinando un’atmosfera che oscilla tra melodie evocative e sperimentazione timbrica.
L’approccio compositivo di Pasqui e Di Majo porta in superficie un linguaggio espressivo che si è evoluto e corroborato attraverso i progetti precedenti, affinando un’interazione quasi telepatica tra i due strumenti. La track-list comprende e tensione esecutiva. La combinazione del sax e del pianoforte produce un asset dialogico fluido, talvolta drammatico, altre volte delicatamente introspettivo. L’album esalta il potere narrativo della musica attraverso strutture svincolate e sperimentali, senza mai perdere il filo conduttore dell’intensità emozionale. Il percorso evolutivo del duo ha sempre puntato alla costruzione di un’identità musicale unica e facilmente identificabile: «R-Esistenze» rappresenta forse il culmine di questa ricerca. Dopo il debutto con «Come Again» (2021), la sperimentazione con «Equilibrismi» (2023) e il tributo al maestro del bel canto «Puccini, My Love» (2024), il nuovo album si contraddistingue per forza espressiva e capacità di fondere linguaggi differenti, divenendo un hub di collegamento fra jazz, musica contemporanea e suggestioni poetiche.
L’opener, «L’identità perduta» (M. Pasqui) è una composizione che indaga il tema dell’identità, con melodie malinconiche e delicate modulazioni armoniche. Il pianoforte guida il brano con un fraseggio contemplativo, mentre il sax di Di Majo interviene con linee espressive che sembrano evocare una ricerca interiore, c’è perfino una citazione dell’Inno di Mameli sul finale. «Brigata Menotti» (M. Pasqui) rappresenta un omaggio alla resistenza partigiana, con una struttura musicale più dinamica e contrastata. La narrazione musicale è guidata da forti accenti ritmici e da un dialogo serrato tra piano e sax, che esprime tensione ed urgenza. «Miriam» (M. Pasqui) è dedicata a Miriam Mafai. Il costrutto si distingue per un lirismo abissale ed un cromatismo attenuato che emerge in maniera fluida. Il gioco tra armonia e dissonanza offre una lettura sofisticata, impreziosita da sfumature melodiche aperte. «Meriggiare» (M. Pasqui) si caratterizza per un chiaro riferimento alla poesia di Eugenio Montale, dove le note sembrano tradurre in suoni l’atmosfera sospesa del meriggio montaliano, con un andamento ondeggiante e una struttura che lascia spazio a momenti di respiro e di leggiadro vagheggiare.
«Sul fil di lama» (D. Di Majo) è un tema che esprime precarietà ed equilibrio. Le linee di sax sono affilate e quasi spigolose, mentre il pianoforte crea una tensione sottile, giocando sul punti limite tra stabilità e instabilità sonora. «Cinque pezzi di luna» (M. Pasqui) ha le sembianze di un componimento sospeso, atto a richiamare immagini e suggestioni selenitiche. Il piano secerne un tappeto armonico leggero su cui il sax fluttua, producendo quasi una danza dal sapore vagamente retrò, con interventi lirici che amplificano la dimensione onirica del brano. «Bagheria» (D. Di Majo) è un omaggio a Dacia Maraini ed alla alla siciliana che si materializza attraverso una scrittura partiturale ricca di richiami mediterranei. Le sonorità calde del sax e il processo armonico del piano attingono a paesaggi assolati ed atmosfere rarefatte. «Lipari» (D. Di Majo, M. Pasqui), punto d’incontro fra i due modelli autorali, trasmette un senso di viaggio e scoperta, come un fiume carsico di emozioni ch emergono lentamente dalle profondità dell’anima. Le strutture accordali e l’intreccio tra le voci strumentali, rendono questa composizione una delle più trasversali dell’album. «Poisson d’or» (M. Pasqui) si qualifica come un brano dal titolo suggestivo che richiama immagini poetiche. Il pianoforte domina con armonie scintillanti, mentre il sax interviene con fraseggi delicati, quasi impressionisti. «Luce di mezzanotte» (M. Pasqui) suggella l’album con un’atmosfera sospesa e sognante. Il combinato disposto di fraseggi eterei, ricamati ed abilmente imbastiti, nonché di una sartoriale improvvisazione apporta un contributo notevole all’intero trip sonoro del disco. «R-Esistenze» è un lavoro intenso e sofisticato, che porta con sé memoria, riflessione e indagine melodico-armonica. L’album dispensa storie attraverso le note e gli accordi, trasformando il passato in un’esperienza sonora viva, mentre l’abilità strumentale di Pasqui e Di Majo si fonde in un costrutto concettuale coerente, in cui l’atto improvvisativo e la struttura duale si alimentano reciprocamente.
