«Il Respiro di Giotto» di Maurizio Camardi e Francesco Ganassin Feat. Massimo Carlotto (Caligola Records, 2025)

Il Respiro di Giotto», dove l’inimitabile blu del leggendario maestro fiorentino, fra i massimi esponenti dell’arte pre–rinascimentale italiana, diventa ispirazione e filo conduttore di un immaginifico viaggio sonoro che, pur non trascurando i riferimenti jazzistici, fa di tutto per superarli.
// di Cinico Bertallot //
«Il Respiro di Giotto», il nuovo visionario progetto dell’inedito duo composto da Maurizio Camardi e Francesco Ganassin, strumentisti e compositori attivi da decenni in un territorio a cavallo tra i generi e da sempre in dialogo con altre forme espressive. Il sassofonista Maurizio Camardi e il clarinettista Francesco Ganassin sono musicisti che partono da solide radici jazzistiche per poi allargare lo sguardo verso le altre musiche del mondo, mettendo oltretutto la loro musica al servizio della parola e accompagnando sulla scena attori, scrittori e poeti. I due artisti, pur separati da una generazione, condividono una comune sensibilità musicale – non ancorata all’appartenenza a specifici generi – e in questo concept artistico fondono i più diversi strumenti a fiato (clarinetti, sassofoni, duduk, ocarina, ciaramella, flauti etnici) combinati assieme da un ingegnoso uso dell’elettronica: Maurizio Camardi sassofoni, duduk, flauti etnici, elettronica; Francesco Ganassin clarinetti, ocarine, ciaramella, elettronica; ospite speciale Massimo Carlotto
Il suono degli strumenti a fiato, le caratteristiche acustiche della sala e la risposta emotiva e sonora del pubblico si fondono in un’esperienza espressiva che si compie su più livelli, all’interno di un concept ripreso nell’aprile 2024 all’interno della Cappella di Scrovegni, ad eccezione del lungo brano finale, registrato in studio, che dà il titolo all’album, dove lo scrittore Massimo Carlotto dà voce a un breve racconto scritto per l’occasione, presente sia in italiano che in inglese nell’elegante booklet del CD pubblicato da Caligola Records, completato da splendide fotografie scattate nella cappella. Le arti figurative ritornano sia nel titolo che nell’oggetto di questo disco che ripercorre la magia del luogo dove la musica ha preso vita Nel 2024 il tandem ha prodotto un suggestivo spettacolo multimediale intitolato come il primo brano dell’album, «Il respiro dell’arte», in cui la musica intesse un dialogo con i colori di Kandinsky, Mondrian, Matisse e Frida Khalo. Le arti figurative tornano così al centro della loro attenzione, ma questa volta soltanto musicale, con «Il Respiro di Giotto», dove l’inimitabile blu del leggendario maestro fiorentino, fra i massimi esponenti dell’arte pre–rinascimentale italiana, diventa ispirazione e filo conduttore di un immaginifico viaggio sonoro che, pur non trascurando i riferimenti jazzistici – Black Danube, Witchi–Tai–To e Darlene ne sono la più significativa testimonianza – fa di tutto per superarli. Si passa così dall’ipnotico incedere di un brano tradizionale albanese all’affascinante Armaduk, la composizione originale che Camardi ha riproposto più frequentemente nelle sue incisioni, ma anche dalle cadenze arabe di Izmir alle dolci e accattivanti melodie di Garnir, Il viaggiatore incantato o Sabbia.
Se Francesco Ganassin si conferma superbo specialista dei clarinetti, soprattutto il basso, Maurizio Camardi è abile interprete sia del sax soprano che di strumenti tradizionali come il duduk. Un utilizzo misurato ma funzionale dell’elettronica, sia preparata in studio che utilizzata nel “live”, arricchisce e completa un eccezionale lavoro, registrato dal vivo davanti a pochi fortunati spettatori, all’interno della Cappella degli Scrovegni di Padova, con l’incantevole splendore degli affreschi di Giotto che deve avere straordinariamente contribuito alla riuscita di una registrazione intrisa di magia, per questo unica e difficilmente ripetibile.

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