«Dicotomie» di Vito Vignola. Ho scritto la mia Anima. Ho composto la mia Musica

Un itinerario sonoro tra ethos classico e libertà espressiva.
// di Cinico Bertallot //
«Dicotomie» di Vito Vignola, edito da Alfa Music, si attesta come un manifesto musicale di rara introspezione, in cui l’autore non si limita a comporre, ma piuttosto scolpisce la propria interiorità in forma sonora. Lungi dall’essere una mera raccolta di composizioni, l’album si presenta come un corpus organico, sorretto da una tensione dialettica tra istanza emotiva e rigore formale, tra impulso creativo e disciplina strutturale. Tale tensione, lungi dall’essere risolta in modo semplicistico, viene sublimata in un equilibrio che richiama le riflessioni di Marco Vitruvio Pollione sul binomio significato e significante, paradigma che Vignola assume come fondamento etico ed estetico della propria arte.
La dicotomia, dunque, non è solo tematica, ma ontologica: essa permea ogni scelta compositiva, ogni gesto melodico, ogni silenzio interposto tra le note. L’autore rivendica con fermezza la necessità di emanciparsi dalle logiche mercantili che spesso soffocano l’autenticità dell’espressione musicale, riaffermando il primato dell’anima sull’apparato tecnico, senza tuttavia rinnegare la centralità della formazione classica, che egli considera non come vincolo, ma come strumento di liberazione.
In «Per te Jeny», dedicato a una figura femminile segnata dall’inesorabile avanzare dell’Alzheimer, Vignola riesce a trasporre il dolore dell’oblio in una narrazione sonora che non indulge nel patetismo, ma si eleva a elegia dell’identità perduta. La musica diviene qui veicolo di memoria, resistenza poetica contro la dissoluzione dell’essere. «Sur la Seine avec toi» è, invece, un omaggio visionario alla Parigi fin de siècle, evocata attraverso un’immaginaria passeggiata con Erik Satie lungo le rive della Senna. Il brano si nutre di suggestioni impressioniste, filtrate da una sensibilità contemporanea che non si limita alla citazione, ma rielabora con finezza le atmosfere bohémienne, rendendo omaggio anche a Claude Debussy, il cui spirito aleggia come guida luminosa. L’evocazione di «Gymnopédie N°1» non è mai didascalica, ma s’innesta in una trama armonica che riflette la contemplazione e la sospensione temporale tipiche del maestro francese.
«Giochi di bambini!» si distingue per la sua capacità di restituire lo sguardo innocente sull’esistenza, attraverso una scrittura musicale che rifugge la complessità artificiosa per abbracciare una semplicità disarmante, capace di evocare il miracolo della meraviglia infantile. Con «La tua anima in quel fiore eterno di Parigi», Vignola celebra la città della luce non come luogo geografico, ma come spazio dell’anima. L’incontro con una figura femminile, mediatrice di memorie e passioni parigine, diviene catalizzatore di un viaggio iniziatico, in cui la musica si fa dono e riconoscenza, trasfigurando l’esperienza personale in universalità poetica. Infine, «Feedback classico» rappresenta la summa del pensiero musicale dell’autore: un ritorno alle origini che non è regressione, ma riscoperta delle radici come trampolino verso l’ignoto. La struttura compositiva, saldamente ancorata alla tradizione, si apre a contaminazioni e prospettive inedite, delineando un percorso che coniuga rigore e intuizione, memoria e avanguardia.
Dice il pianista: «La libertà della mia composizione è l’unica risposta possibile a chi in questo settore tenta di imporre limiti e costrizioni espressive. In Dicotomie mi sento di affermare che, per quanto mi riguarda, ho liberato la Musica da catene per me inaccettabili perché costrittive del talento e della verità intellettuale, per la quale, anche umanamente, da sempre ogni giorno mi spendo».

Molto bravo ,un poeta sensibile colto e dovrebbe avere il giusto successo
Ottimo disco!