«Conversational Skills»: dalla terra dei mulini a vento, un appassionante viaggio nel mondo di Lorenzo Buffa (ZenneZ Records, 2024)
Lorenzo Buffa
Ciascuno dei sodali arricchisce il portato sonoro aggiungendo ingredienti differenti e caratterizzanti basati su un insieme armonico ed armonioso di stilemi e linguaggi confluenti.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Da tempo Amsterdam è diventata la meta di molti giovani e talentuosi jazzisti italiani: luogo di ritrovo, di studio e di crescita i Paesi Bassi garantiscono ai musicisti in erba, o che vogliano arricchire il proprio background, un ambiente assai stimolante ed una scena ricca di fermenti vivi, dove sono possibili interconnessioni e scambi interdisciplinari a vari livelli. «Conversational Skills», l’album di debutto del contrabbassista Lorenzo Buffa per l’etichetta olandese ZenneZ Records, conferma pienamente l’assunto.
Figlio d’arte, Lorenzo Buffa inizia a suonare il basso elettrico a dodici anni sostenuto in famiglia e sotto l’egida di ottimi maestri. Nel 2014 la scelta di trasferirsi ad Amsterdam per proseguire gli studi al conservatorio si rivela alquanto vincente e risolutiva. Mescolando elementi legati alla tradizione e alla contemporaneità Buffa si muove agilmente sotto l’influenza di Ambrose Akinmusire, Matt Brewer e Harish Raghavan, pur raggiungendo presto uno stile fortemente personale e marcato. L’itinerario sonoro di «Conversational Skills»si snoda attraverso otto composizioni originali, che hanno avuto una differente gestazione, in cui il contrabbassista si avvale di un sinergico line-up formato da eccellenti esecutori, quali Lucas Martinez al sassofono, Massimo Imperatore alla chitarra, Xia Jia al pianoforte e Guy Salamon alla batteria. Ciascuno dei sodali arricchisce il portato sonoro aggiungendo ingredienti differenti e caratterizzanti basati su un insieme armonico ed armonioso di stilemi e linguaggi confluenti. Lo stesso titolo dell’album, che in italiano significa «Abilità conversazionali», sottolinea l’attitudine dialogante dell’impianto accordale di Buffa, in cui i singoli sidemen riescono a districarsi su un territori ampio e dilatato, per poi ritornare regolarmente al nucleo centrale della cellula creativa impostata dal band-leader. L’excursus tematico inizia con un lavacro intimo: «4EM» si materializza come una costruzione emersiva che sembra scaturire dal profondo dopo una claustrofobica notte di panico e tensione, come racconta lo stesso autore. Dovendo comporre dei brani per l’esame finale di laurea, Buffa venne soggiogato dal peso dell’ansia. «Mi è venuta in mente questa canzone e ho iniziato a scriverla, alimentato da un senso di ansia totale, inequivocabile». La traccia successiva, «Abandon», concepita durante la pandemia, mostra le fattezze di una ballata progressiva, inquieta e circospetta, che emette inizialmente quel senso di ansietà, di cui parla lo stesso autore, ma rappresenta, al contempo, una specie di catarsi liberatoria che si estrinseca nel crescendo finale, in cui si fa vivido il desiderio di libertà, nonché la necessità di una via di fuga.
Le meditazioni di Buffa offrono una visione multitematica basata su un’escavazione profonda, dove il quadro emozionale si fonde alla ratio di un procedimento costruttivo complesso, a tratti spiralico e trasversale. «Conversational Skills», concepita sotto la cappa della pandemia, diventa un momento cruciale per la tensione emotiva contenuta all’interno dell’habitat sonoro. Composte dopo l’uscita dal baratro del Covid, «Klacto» è un risveglio ad ali spiegate, mentre «One Day I’ll Go Away», ricco di giochi di luce chiaroscurali, appare come uno scandaglio immersivo ed una trivellazione perforante verso luoghi dell’anima, così come «My Hands Are Full With Sarcasm» si candida ad essere una delle eruzioni creative più riuscite dell’album. I vari metodi espansivi ed esecutivi proposti da Buffa fungono da amplificatore della sua multi-espressività, creando un liquido di contrasto con altri momenti dell’album, specie quelli distillati per l’esame finale al conservatorio, dove di respira un senso di pressione e di minore levità. «Road To W», dal sapore vagamente retrò, sembra un viaggio nel tempo contrassegnato da una narrazione quasi cinematica, a cui il line-up riserva un crescendo wagneriano a base di post-bop a presa rapida. «September 23rs» è una tela complessa che mette in luce le attitudini più jazzistiche del combo. Nel complesso tutte le composizioni contengono alcuni elementi unificanti capaci di mantenere il fruitore in bilico fra passato, presente e futuro del jazz. Inoltre il concept nella sua interezza mette in vetrina l’ampio spettro inventivo di Buffa, che non commette mai l’errore del debuttante alla ricerca del sensazionalismo manieristico e del virtuosismo dimostrativo: spesso si ha come l’impressione che il contrabbassista abbia voluto e saputo procedere per sottrazione e non per accumulo o per ridondanza. A conti fatti, «Conversational Skills» è un’opera piuttosto esaustiva e dal taglio internazionale, in cui il contrabbassista esordiente riesce a guardare oltre il proprio ombelico.

