Giovanni Digiacomo / Feat. Fabrizio Bosso con «Time To Reset»: un progetto hard bop contemporaneo (Barly Records, 2025)
«Time to Reset» si presenta come opera prima di notevole maturità, capace di connettere radici mediterranee, formazione internazionale e sensibilità contemporanea. Digiacomo si staglia come musicista preparato e immaginativo, dotato di una fisionomia sonora riconoscibile e di una scrittura che, nel variabilità del jazz, trova la propria dimensione critica e poetica.
// di Francesco Cataldo Verrina //
«Time To Reset», pubblicato da Barly Records, segna l’esordio da leader di Giovanni Digiacomo, sassofonista siciliano nato a Comiso nel 1991 e già dotato di una formazione solida e internazionale. La sua voce strumentale, maturata tra il Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano, ed il Lemmens Institute di Lovanio, si attesta oggi in un percorso che coniuga rigore tecnico e sensibilità germinativa L’album, articolato in otto composizioni originali, si inserisce nel solco dell’hard bop, ma ne dilata i confini mediante un linguaggio che fonde tradizione e ricerca, memoria ed invenzione.
La presenza di Gianluca Di Ienno al pianoforte, Carlo Bavetta al contrabbasso e Pasquale Fiore alla batteria conferisce all’album una trama ritmica ed armonica di notevole coerenza, mentre l’intervento di Fabrizio Bosso, trombettista di straordinaria eloquenza, introduce linee improvvisative che si sovrappongono con energia e lucidità. La dialettica tra sax e tromba non si riduce ad una contrapposizione formale, ma piuttosto si sviluppa come tessitura dialogica, dove il colore sonoro del contralto di Digiacomo si modella sulle velature acustiche della tromba, generando un contrappunto di tensioni e risoluzioni.
Ciascun episodio sonoro dell’album reca un’impronta autobiografica. «Dear Lee» si dipana nel riflesso della lezione di Lee Morgan, evocando la geometria armonica di «Somethin’ Cute» e restituendo la fascinazione che il trombettista americano esercitò sul giovane Digiacomo. «Power Nap» trasforma il momento quotidiano del riposo in occasione rigenerativa, delineando un profilo acustico che alterna leggerezza e slancio. «Fisherman Sentences» introduce un registro ironico, traducendo in linguaggio musicale i consigli di un amico pescatore: qui la scrittura si fa narrativa, con frammenti melodici che imitano il parlato. «Reflections Around The Blue» si radica nella passione per il mare, e la sua costruzione modulare richiama la fluidità delle onde, con progressioni accordali che si aprono e si richiudono come cicli naturali. «Ballad for C.» assume un tono intimistico, dedicato alla compagna del sassofonista: la melodia si distende con un’aura fonica delicata, sostenuta da un accompagnamento pianistico che ne amplifica la dimensione affettiva. «If You Know» richiama sonorità mediterranee, facendo leva su scale modali e su un ritmo che evoca la tradizione siciliana, mentre «Should Be Great (For Cecil)» celebra la nipotina Cecilia con leggerezza e gioia, attraverso un disegno armonico che alterna luminosità e gioco.
Il titolo «Time To Reset», concepito già a 19 anni, diventa emblema di un percorso di rinascita e di ridefinizione del proprio suono. La composizione, rimasta a lungo in attesa, riaffiora oggi come punto di partenza di un progetto che unisce memoria personale e ricerca collettiva. Digiacomo dimostra di essere non soltanto un sassofonista tecnicamente raffinato, ma anche un costruttore di forma, capace di tessere trame sonore che dialogano con la tradizione e con le arti visive, facendo emergere geometrie astratte e spazi acustici. La linea interpretativa dell’album si regge su un equilibrio tra rigore e libertà, in cui il rispetto per l’hard bop non si traduce in imitazione, ma in rielaborazione consapevole. La scrittura di Digiacomo plasma un ordine interno che si nutre di esperienze esistenziali e di riferimenti culturali, mentre l’improvvisazione diventa pratica di perlustrazione, in seno ad un gruppo che condivide la stessa tensione creativa. La presenza di Bosso, con il suo «killer Instinct» musicale, non oscura la voce del giovane leader, ma piuttosto la amplifica, inserendola in un ordito di contrappunti e di variazioni.
«Time To Reset» si presenta come opera prima di notevole maturità, capace di connettere radici mediterranee, formazione internazionale e sensibilità contemporanea. Digiacomo si staglia come musicista preparato e immaginativo, dotato di una fisionomia sonora riconoscibile e di una scrittura che, nel variabilità del jazz, trova la propria dimensione critica e poetica.

