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//di Gianluca Giorgi //

ANNIE BARBAZZA, Vive (2020 ltd ed. 300 copie colorate)

Pubblicato il 29 febbraio 2020, il giorno che non c’è, in tiratura limitata ed in vari formati. Questa è la copia 92 di 300, numerati a mano, in vinile colorato magenta con copertina apribile a croce, inserti, con una prima edizione di 500 cd Gold. “Vive” è il debutto della compositrice piacentina Annie Barbazza, scoperta dal maestro Greg Lake. Annie era una giovanissima batterista, innamorata del prog, quando Greg Lake scoprì il suo talento come vocalist. L’album ha una lunga storia: Lake voleva che Annie vi suonasse tutti gli strumenti ma la frequentazione di tanti amici musicisti – e compagni di etichetta – ha fatto sì che il disco si arricchisse e si trasformasse profondamente. Da Fred Frith a John Greaves, da Lino Capra Vaccina a Daniel Lanois passando per Paul Roland. Il cantautorato prog-folk sperimenta se stesso toccando punte jazz grazie ad una strumentazione insolita e ammaliante, dove al piano, al basso, alla chitarra, si affiancano l’armonium, l’oboe, il vibrafono, le campane tibetane e le percussioni “accarezzate” da Lino Capra Vaccino. Non è facile trovare influenze artistiche nella musica della Barbazza, certamente i rimandi canterburiani sono ridotti al lumicino e il debito maggiore appare essere con gli artisti che hanno fatto della voce il loro strumento. Un album lirico, solenne, rigoroso, minimale, intimo che esalta la vocalità di Annie, grazie anche ad arrangiamenti azzeccati e raffinati. Annie Barbazza ora vero astro nascente della scena Avant/Prog internazionale, una voce tra le più belle presenti sulla scena italiana.

NORTH SEA RADIO ORCHESTRA John Greaves/Annie Barbazza, “Folly Bololey” Songs from Robert Wyatt ‘s Rock Bottom (2019 ltd ed 300 copie colorate)

Considerato dalla critica come uno dei migliori dischi di sempre il “capolavoro” di Robert Wyatt, Rock Bottom è stato riorganizzato da Craig Fortnam per la sua straordinaria orchestra della North Sea Radio. Per un’unica data mondiale live a Piacenza. Oltre l’orchestra sono della partita il collaboratore di Wyatt e fondatore degli Henry Cow John Greaves al basso e voce, e la vocalist fantastica Annie Barbazza come cantante solista: questo è un sentito, fantastico omaggio alla musica di Robert Wyatt. L’intero Rock Bottom riproposto integralmente con un misto di riverenza e attenzione alle sfumature che offre una fedele rilettura dello spirito agrodolce delle sei tracce originali con sobrietà e ascetismo. La North Sea Radio Orchestra offre una lettura affascinante applicando gli standard della musica classica piuttosto che quelli tipici del rock. Le vibrazioni intense del violino allargano gli orizzonti lirici, già ampi, verso una leggiadria folk-prog. L’evento è stato molto apprezzato anche dallo stesso Wyatt, che lo ha considerato: “un risultato incredibile”. Questa è la copia 278 di 300, numerati a mano, in vinile colorato blu scuro, con copertina apribile a croce, inserti, con una prima edizione di 500 cd Gold con 6 brani in più.

Frank Lowe/Rashied Ali, Duo Exchange: Complete Sessions (1973 ristampa 2LP 2023)

Un capolavoro del Free Jazz nuovamente ristampato, ampliato e migliore che mai. Questo ottimo disco di free jazz, ristampato ufficialmente la prima volta nel 2020, viene nuovamente messo sul mercato masterizzato dai nastri originali e ampliato con quasi un’ora di musica dalla sessione originale. Questa pubblicazione non solo ripristina le sezioni del disco originale (inspiegabilmente escluse dalle prime uscite in CD), ma le amplia con affascinanti versioni outtake dei brani già inseriti nel disco. Duo Exchange è il disco di punta della Survival Records di Rashied Ali. L’intero progetto beneficia di un nuovo mix dei nastri originali a 4 canali che da smalto a quell’energia grezza dei master originali. Quando il disco fu realizzato, la Survival apparteneva ancora congiuntamente ad Ali e Frank Lowe e le registrazioni effettuate furono il viaggio inaugurale della loro collaborazione. Frank Lowe e Rashied Ali sono entrati in studio per catturare la veemenza che esplodeva ogni notte nei loft, periodo molto prolifico per le avanguardie, la ricerca e la voglia di cambiamento. Il disco è una session in duo, batteria e sassofono tenore con la solo eccezione del brano 4 del lato B in cui Ali aggiunge la voce e Lowe il flauto giapponese e le campane. Il messaggio del sassofono tenore indomito (Lowe) e della batteria di Ali è la combinazione che ha fatto la storia del jazz nei duetti di Ali con John Coltrane, il suo datore di lavoro di allora (1967). Quello che alla fine è stato pubblicato come “Interstellar Space” (1974) può essere considerato l’apice del genere, ma doveva ancora uscire quando Duo Exchange è stato inciso. Benvenuta questa nuova ristampa considerati i costi veramente alti della prima stampa e comunque abbastanza alti anche della ristampa del 2020.

Roland Kirk, Third Dimension (Triple Threat) [1957 (1962) ristampa mono 2014]

Ristampa per audiofili, della seconda rara stampa del 1962. Il primo leggendario disco di Roland Kirk originariamente uscito nel 1957 con il titolo “Triple Threat”, che ebbe scarsissima circolazione all’epoca e che ricevette maggior attenzione solo decenni dopo. Nel disco Kirk suona contemporaneamente i suoi tre ottoni ed è anche uno dei primi album di musica afroamericana in cui si fa uso delle sovraincisioni, infatti nei brani Stormy Weather e The Nearness of You l’autore sovraincise le parti di sax tenore e di manzello. Un album ancora acerbo, in cui il jazz è intriso di blues, comunque dalle sonorità soavi ed alcune volte liriche, ma che già rivela tratti molto originali e sorprendenti nelle sonorità inconsuete dei fiati suonati da Kirk. Kirk, divenuto cieco durante l’infanzia, è comunque riuscito a diventare uno dei più stimati sassofonisti afroamericani, nonché uno dei maggiori interpreti del flauto nel jazz, insieme ad Eric Dolphy. Deciso a seguire una strada personale nel jazz, fortemente influenzato dal blues, Kirk modificò molti dei sui strumenti ed imparò una tecnica di respirazione che gli permetteva di suonare senza prendere le consuete pause per respirare. Noto per cimentarsi con i suoi inconsueti strumenti, lo stritch, il manzello, ed il siren, che riusciva suonare contemporaneamente. Disco splendido! Incisione Pure Analogue superba!

CECIL McBEE, Mutima 1974 (ristampa Pure Pleasure 2019)

Ancora un disco della Strata Records, splendida etichetta, che ha ereditato il jazz di protesta (New Thing) degli anni ‘60, ibridandolo con il funk ed il soul. McBee aveva già lavorato con innumerevoli artisti ed in particolar modo con Charles Lloyd, Alice Coltrane, Pharoah Sanders, Yusef Lateef, Charles Tolliver e questo è il suo album d’esordio come leader. Mutima è l’album di debutto del bassista Cecil McBee, registrato nel 1974 e pubblicato per la prima volta sull’etichetta Strata-East. Con questo disco McBee ha indubbiamente consolidato la sua statura di musicista, compositore e in questo caso anche leader, una registrazione fondamentale per la musica moderna improvvisata creativa. McBee si conferma un ottimo musicista con una tecnica sbalorditiva, molte idee e uno swing instancabile. In questo suo primo album da leader si apprezza anche un compositore che si distingue dagli altri musicisti di questa era della metà degli anni ’70. Un bel pezzo di spiritual soul jazz e uno dei pochi album da leader registrati dal leggendario bassista Cecil McBee. Cecil è affiancato qui da un folto gruppo di musicisti che include fra gli altri Billy Hart alla batteria, George Adams al tenore, Onaje Allen Gumbs al piano, Jimmy Hopps alle percussioni, Art Webb al flauto e Dee Dee Bridgewater alla voce che aggiunge un tocco di soul al disco. La musica ha il suono essenziale della Strata East, con un’atmosfera ricca e spirituale in tutti i brani e un leggero tocco di funk nascosto da qualche parte nei brani. Mutima cioè “cuore”, il centro ideale dello spirito e della cultura dell’Africa, che McBee con la sua musica ne sviscera l’essenza. Tutti i brani sono veramente ottimi ma vale ricordare le bellissime “Mutima” e “From Within”, in quest’ultima Cecil suona due contrabbassi contemporaneamente donandoci undici minuti di introspezione sonora; “Voice of the 7th Angel” con la bellissima voce della Dee Dee Bridgewater e la seminale “Tulsa Black”. Un nuovo messaggio di libertà culturale, nel disco c’è tutta la spiritualità del jazz della prima metà dei settanta. A mio modesto parere, forse il miglior disco di tutta la produzione Strata-East.

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