«Enciclopedia dei Sassofonisti» di Bob Salmieri: giro del mondo intorno al jazz in 300 sassofoni (Cultural Bridge, 2025)
La cura con cui Salmieri costruisce ogni profilo, la varietà delle informazioni raccolte e la capacità di far emergere la specificità di ciascun interprete rendono il volume un riferimento prezioso per musicologi, studenti, appassionati e per chiunque desideri comprendere la ricchezza di uno strumento che ha segnato in modo decisivo l’evoluzione del linguaggio jazzistico.
// di Francesco Cataldo Verrina //
La pubblicazione di «Enciclopedia dei Sassofonisti», di Bob Salmieri introduce un’opera che si colloca nel cuore della storia del jazz come un atlante ragionato, costruito con la pazienza di un ricercatore e la sensibilità di un musicista che conosce dall’interno la complessità dello strumento. Il sassofono, che nel secondo dopoguerra trovò in Charlie Parker il suo punto di svolta più radicale, attraversò una metamorfosi che lo condusse da voce emergente delle big band a vettore privilegiato del linguaggio moderno. L’irruzione del bebop trasformò il sax in un laboratorio di articolazioni ritmiche, cromatismi audaci e libertà improvvisativa, mentre le generazioni successive ne ampliarono la fisionomia acustica, spingendolo verso territori modali, avanguardistici e infine elettrificati.
Salmieri, forte di una lunga esperienza come sassofonista e compositore, costruisce un repertorio che non si limita a raccogliere nomi, bensì delinea un percorso storico e sonoro che attraversa più di un secolo di evoluzioni. Le oltre trecento voci che compongono il volume non seguono un semplice intento catalografico, poiché ogni profilo si sviluppa come una piccola monografia, capace di restituire la traiettoria artistica di ciascun musicista, le sue collaborazioni decisive, le etichette che ne hanno custodito la produzione e la discografia essenziale per comprenderne la poetica. L’autore lavora con un’attenzione quasi filologica, facendo emergere la varietà dei colori sonori, le differenze di approccio tecnico, le influenze assorbite e rielaborate, le eredità lasciate in seno alle generazioni successive. La struttura del libro, pur nella sua apparente semplicità, rivela un impianto compositivo meditato. Ogni voce si apre con un quadro biografico essenziale, prosegue con le collaborazioni più significative e si addentra nella fisionomia del suono, analizzando il tratto espressivo che distingue ciascun interprete. L’autore non indulge in agiografie, preferendo un tono sobrio e analitico che permette di cogliere la specificità di ogni percorso. La presenza di aneddoti, sempre calibrata, aggiunge una dimensione narrativa che avvicina il lettore alle vicende personali dei musicisti, mentre le circostanze della morte, quando rilevanti, vengono trattate con la compostezza di chi riconosce il valore documentario di tali informazioni senza scivolare nel sensazionalismo.
Il volume, che va dalle origini del jazz ai giorni nostri, assume un rilievo particolare se collocato nel contesto della storia del sassofono nel jazz. Dalla sonorità vellutata di Lester Young alla forza incisiva di Coleman Hawkins, dalle geometrie modali di John Coltrane alle esplorazioni timbriche di Anthony Braxton, lo strumento ha attraversato mutazioni che riflettono le trasformazioni del linguaggio jazzistico. Salmieri restituisce questa pluralità senza gerarchie rigide, lasciando emergere tanto le figure canoniche quanto quelle meno note, spesso decisive per comprendere la diffusione dello strumento in contesti geografici e culturali differenti. Il lettore si trova così immerso in un mosaico di esperienze che testimoniano la vitalità del sassofono, la sua capacità di adattarsi ai mutamenti stilistici e di generare continuamente nuove forme di espressione. Nella premessa, l’autore confessa il proprio interesse per le vite dei musicisti, un interesse che non si limita alla dimensione artistica ma si estende alle scelte, agli incontri, alle deviazioni e alle fragilità che hanno segnato i loro percorsi. Questa attenzione biografica, lungi dal trasformare il libro in un repertorio aneddotico, contribuisce a costruire una sorta di romanzo collettivo, un intreccio di esistenze che restituisce la complessità del mondo jazzistico e la sua dimensione umana. La mole di informazioni raccolte, frutto di un lavoro di ricerca che si affida alle fonti più affidabili disponibili, rivela un metodo rigoroso e una volontà di offrire un quadro il più possibile completo, pur nella consapevolezza che ogni mappa resta aperta e suscettibile di ampliamenti.
«Enciclopedia dei Sassofonisti» si presenta dunque come uno strumento di studio e consultazione, ma anche come un viaggio narrativo che permette di attraversare la storia del sassofono nel jazz attraverso le sue voci più rappresentative. La cura con cui Salmieri costruisce ogni profilo, la varietà delle informazioni raccolte e la capacità di far emergere la specificità di ciascun interprete rendono il volume un riferimento prezioso per musicologi, studenti, appassionati e per chiunque desideri comprendere la ricchezza di uno strumento che ha segnato in modo decisivo l’evoluzione del linguaggio jazzistico.

