Libri di Storia per «contestualizzare» il jazz. Sette recenti volumi sulla società contemporanea

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La lettura di questi libri, fra loro molto diversi per approfondimenti, resta utile e dunque consigliabile a chiunque voglia «dialettizzare» la storia del jazz con quella della realtà degli ultimi cent’anni (o persino più addietro).

// di Guido Michelone //

Insegnando Storia e Geografia ai Licei per circa un quarantennio (e occupandomi di Storia del Jazz in Università e Conservatorio da oltre un quarto di secolo) maturo via via l’idea che il jazz dal punto di vista storico (ossia sociale, politico, culturale, economico, religioso, antropologico) possa o forse debba essere arricchito dalle conoscenze più generali di storia moderna e contemporanea. Il motivo è semplice, come spiego da anni e decenni, ai miei allievi. Ci sono avvenimenti internazionali (e talvolta locali) che incidono profondamente sul destino del jazz: ad esempio la scoperta dell’America, la diaspora con la tratta degli schiavi, la prima guerra mondiale, la grande depressione (e il new deal), la lotta per i diritti civili dei neri, la contestazione giovanile, le Black Panthers, eccetera; e forse qui è inutile che spieghi il perché, trattando questi argomenti in tanti miei libri, che forse non riuscirei a scrivere senza la lettura o lo studio dei testi di storia avvenuta da sempre.

Ora nel 2025 vengono pubblicati sette importanti scritti che non trattano direttamente il jazz (e nemmeno vi accennano) ma che si possono leggere per effettuare molti collegamenti mentali o interdisciplinari. Comincio con tre libri che propongono altrettante questioni dalle prime civiltà ai giorni nostri:

La Storia della fama di Lolli riguarda i differenti atteggiamenti degli antichi sulla celebrità umana: oggi infatti esiste una fama di massa che distribuisce tale potere (fino all’Ottocento monopolizzato da pochi individui) a miliardi di persone. E io mi domando (il libro non lo dice) quali jazzisti contribuiscano dal 1917 a oggi ad alimentare il concetto di fama, ovviamente autoriferito.

I grandi complotti della Storia di Barbera, romanziere e saggista, traccia un iter trasversale (talvolta anche cronologico) sulle molte tipologie di misteri, congiure, enigmi, cospirazioni (più o meno attendibili) che nel corso dei secoli modificano il volto dell’umanità (e del Pianeta). Gli storici del jazz, almeno in Italia, tacciono su tale questione, ma spulciando su testi soprattutto francesi si trova anche un complottismo tra manager, impresari, discografici e persino tra i jazzmen medesimi.

La guerra contro il passato dell’anglo-ungherese Furedi si occupa delle relazioni tra la cosiddetta recente cancel culture e la memoria storica di tradizione accademica. La furia iconoclasta nata in ambienti ultra-radicali delle università americane si accanisce soprattutto su letteratura, cinema, scultura, filosofia e per il momento, se non erro, risparmia sia il jazz sia il sound afroamericano in genere, dove il politically correct non ha senso per fenomeni come il blues o il bebop o altra ancora.

Esiste un curioso volume Stelle su misura del grande filosofo e sociologo Adorno: si tratta di un libro postumo uscito in America nel 1975 (e da Einaudi nel 2010) che raccoglie le ricerche effettuate nei primi anni Cinquanta sui periodici di Los Angeles per capire il fenomeno crescente dell’astrologia popolare: un testo utile per capire l’impegno dello studioso (qui con i metodi della psicanalisi e della psicologia sociale). La domanda, almeno per me, jazzologo è: se Adorno avesse indagato il jazz con tale zelo, sarebbero uscite le banalità ancora contestategli, frutto di pessime informazioni (da lui accuratamente evitate nelle analisi dei compositori classici)?

Posso terminare con tre titoli riguardanti il nazismo, sebbene nel primo Schermi del Novecento (curato da Frasca) esso è il capitolo centrale di una lunga storia che va dalla rivoluzione industriale all’11 settembre, passando attraverso Belle Epoque, Grande Guerra, Rivoluzione d’Ottobre, Fascismo, guerra fredda, diritti civili, Vietnam, anni di piombo, crollo del muro: tutti argomenti insomma vissuti, più o meno direttamente, anche dai jazzisti, che talvolta ne fanno oggetto dei loro brani o di interi album.

Il secondo, L’arte razziata dai nazisti di Isman, tratta la gran mole (circa nove milioni di pezzi dal minuscolo ninnolo alla grande tela) sottratti dalle SS a musei, gallerie, fondazioni, case private da tutta l’Europa per esaurire il desiderio di Hitler di allestire un’immensa pinacoteca nella sua città natale. La riflessione è duplice: da un lato concerne il male della svastica non solo verso le persone, ma anche nei confronti di quadri, statue, libri (se d’avanguardia, bruciati/e in pubblico); dall’altro indirettamente riguarda la censura del jazz da parte delle dittature che di fatto impediscono alla musica moderna di svilupparsi in Europa per lunghi anni.

Il terzo infine, I taccuini di Norimberga dello psichiatra ebreo Goldensohn, redatti – su invito dell’esercito americano – pochi mesi prima del processo a Göring e agli altri criminali nazisti, è il librone su cui si basa il recente film Norimberga del regista James Vanderbilt. L’autore non riesce a curare la pubblicazione degli appunti perché muore cinquantenne di attacco cardiaco, ma i materiali sono sufficienti a ribadire la ‘banalità del male’ di cui parlerà la storica e filosofa Hannah Arendt durante il processo Eichmann.

A me la lettura di questi libri, fra loro molto diversi per approfondimenti, resta utile e dunque consigliabile a chiunque voglia – come detto all’inizio – «dialettizzare» la storia del jazz con quella della realtà degli ultimi cent’anni (o persino più addietro).

Indice dei libri citati in ordine alfabetico per autore

Adorno Theodor W., Stelle su misura. L’astrologia nella società contemporanea, Bibliotheka,

Barbera Gianluca, I grandi complotti della Storia. Misteri, congiure e cospirazioni (vere o presunte) che hanno cambiato il mondo, Newton Compton, Roma.

Frasca Giampiero (a cura di), Schermi del Novecento. La storia del XX secolo vista attraverso il cinema, Lindau, Torino.

Furedi Frank, La guerra contro il passato. Cancel culture e memoria storica, Fazi, Roma.

Goldensohn Leon, I taccuini di Norimberga. Uno psichiatra a colloquio con i criminale nazisti, Neri Pozza, Vicenza.

Isman Fabio, L’arte razziata dai nazisti. Gli ultimi prigionieri di guerra, Il Mulino, Bologna.

Lolli Alessandro, Storia della fama. Genesi di otto miliardi di celebrità, Effequ, Grosseto.

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