«We Say» di Cosimo Boni, un suono denso e ricolmo di emozione
Il disco racchiude composizioni originali di Cosimo e di Bakken, troviamo melodie folk nordiche e italiane, ma anche nuove interpretazioni di titoli tratti dal Great American Songbook. Questo progetto è stato registrato al primo colpo dal vivo senza compromessi, naturale vivo e ricolmo di pathos, una caratteristica preziosa che non deve mancare
// di Stefano Lana //
Domenica pomeriggio, il tempo non è dei migliori, piove a dirotto e non c’è altro da fare che distendersi per qualche istante. Sprofondo nel divano, chiudo gli occhi e mi sembra di sentire la voce del mare. In lontananza un suono denso e ricolmo di emozione mi rapisce, il mio smarthphone ha scelto la colonna sonora di questi momenti. Le note si susseguono, dolcemente, ma intensamente portandomi verso nuovi orizzonti. Mi volto e leggo il nome della copertina: «We Say» di Cosimo Boni, conoscevo già il suo nome, una delle figure più fresche tra i trombettisti italiani, lo avevo già intervistato anni fa.
I brani si sciolgono nell’aria emanando un profumo che mi ricordano le sfumature del quartetto senza piano di Gerry Mulligan & Chet Baker. Il primo della lista è «Mr Square», fa volare l’immaginazione creando l’atmosfera dei locali fumosi Americani agli inizi degli anni 50, dove era possibile respirare a pieni polmoni folate di vero jazz. In altri pezzi invece è possibile riscoprire la forza della natura, percepisci le gocce di resina sulla corteccia come una carezza di un bosco. «We Say» è un album con nove diamanti con lati diversi tra loro ed è stato registrato da Cosimo Boni in Norvegia nel 2025. Quando l’autore arrivò in Norvegia con la sua borsa di studio, contattò il saxofonista Magnus Bakken suo ex compagno di studi al Berklee College of Music, insieme al bassista Håkon Huldt-Nystrøm e al batterista Amund Kleppan, si incontrarono in studio e in un solo giorno, nacque «We Say».
Il disco racchiude composizioni originali di Cosimo e di Bakken, troviamo melodie folk nordiche e italiane, ma anche nuove interpretazioni di titoli tratti dal Great American Songbook. Questo progetto è stato registrato al primo colpo dal vivo senza compromessi, naturale vivo e ricolmo di pathos, una caratteristica preziosa che non deve mancare. «We Say» include quattro forti voci individuali che si incontrano spontaneamente mettendo in luce le enormi potenzialità degli artisti. Entrando nel dettaglio possiamo sfogliare la loro storia: Cosimo Boni fuoriclasse trombettista, ha studiato e suonato con numerosi artisti, tra cui Darren Barrett, Jason Palmer, Danilo Perez, Joe Lovano, John Patitucci, Terri Lyne Carrington e George Garzone. Nel 2023 ha pubblicato il suo primo album da leader, intitolato «May Be (unable to return)», pubblicato dalla rinomata etichetta Fresh Sound New Talent. Magnus Bakken saxofonista, compositore e musicista jazz norvegese. La critica lo descrive come il prossimo grande talento del sax, è eccezionale nella tradizione di Michael Brecker. Noto per il suo lavoro con «A Tonic For The Troops» e «Cosmopolitan» di Jørn Øien, oltre che per i suoi acclamati progetti Slackline, Ninjabeat e Cycles. Håkon Huldt-Nystrømal basso, Conosciuto per il Phillip Granly Trio, Pesh, Det Nye NSB e per le collaborazioni con Helge Sunde, Bohuslän Big Band e Felix Peikli, è un contrabbassista virtuoso e versatile, attivo sia nel pop che nel folk, nella musica classica e nel jazz. Per finire Amund Kleppan alla batteria, che ha pubblicato il suo album di debutto «Venture» nel 2019, riscuotendo un successo internazionale, è regolarmente in tournée in tutta Europa con l’Amund Kleppan Quintet, l’Aloft Quartet e altri ensemble. La sua passione per la batteria lo ha portato a frequentare prestigiose istituzioni: prima il Jazz Institute di Berlino, dove ha conseguito la laurea triennale, e poi la Royal Academy of Music, dove ha conseguito il master. Ha studiato con musicisti di fama come Dave Holland, James Maddren e Orlando Le Fleming e ha sviluppato un sound inconfondibile.
Non posso far altro che restare senza parole davanti a tutta questa bellezza che ti abbraccia totalmente «We Say» lo consiglio a tutti coloro che amano la musica che nasce anche in luoghi meno usuali che tutti conosciamo.

