«Waiting For Edo» del Raf Ferrari Quartet, quando le note si diffondono come pioggia
Il sentimento che un genitore possiede è palpabile sotto queste melodie che scorrono, una diversa dall’altra come le emozioni che Raffaele ha provato.
// di Stefano Lana //
In questi giorni dal cielo scendono gocce argentate, l’atmosfera è tenue ed ovattata, le note si diffondono ricordandomi la pioggia. Stiamo parlando di «Waiting for Edo» l’ultimo album del Maestro Raffaele Ferrari. I brani sono stati creati dal suo immenso talento, ma il fulcro è rappresentato dall’amore verso il proprio figlio Edoardo.
Il sentimento che un genitore possiede è palpabile sotto queste melodie che scorrono, una diversa dall’altra come le emozioni che Raffaele ha provato. Questo progetto è un testamento musicale, l’autore ha voluto donarlo al figlio, ma indirettamente è rivolto anche alla donna che ha dato alla luce il piccolo Edo. Lo potremmo paragonare anche ad una culla perché quello che si percepisce ha il profumo di casa e di cura. I sette brani proposti dal Raf Ferrari Quartet sono un universo di sensazioni e non possono racchiudersi in un unico genere, vanno oltre all’idealizzazione di jazz e sfiorano trasversalmente ogni stile, questa caratteristica rende “Waiting for Edo” un’opera unica.
Raffaele Ferrari è pianista e compositore, esordì nel 2009, dimostrando le sue doti indiscusse, in grado di proporre al pianoforte dinamiche ricercate, espressioni libere ed intense riuscendo ad oltrepassare gli archetipi jazzistici toccando elementi classici con sfumature crossover. L’artista lucano ha avuto un’intensa attività internazionale con numerose collaborazioni che lo hanno portato a radicare una profonda esperienza, questo gli ha dato la possibilità di stringere relazioni musicali molto profonde.
Il suo quartetto è formato da Vito Stano al violoncello, Andrea Colella al contrabbasso, Claudio Sbrolli alla batteria mentre per l’ultimo brano Guerino Rondolone al basso elettrico. Da sottolineare il forte impatto nell’aver fatto coesistere questi strumenti in modo avvolgente proprio nell’ultima composizione Posso nominare delle sette perle «Among Trees» che nel suo stile classico trasmette la quiete e la leggerezza che si respira soprattutto quando si cammina in un bosco, mentre «Astronaut» si percepisce una carica più movimentata ed intensa. Ho voluto nominare solo due brani per darvi la possibilità di assaporare a pieno questo disco che vorrei consigliare a tutti.

