«Patrizia Scascitelli 77 Now New», un ritorno al futuro, tra memoria, viaggi ed incontri
Nel 1977 Patrizia registrò in studio l’album che per tutti questi anni venne custodito su un nastro. La stessa autrice dopo vari anni e per un trasloco trovò la vecchia registrazione, la fece restaurare e, dopo tutto questo tempo, il disco è tornato in vita.
// di Stefano Lana //
La vita è un percorso, un viaggio che ognuno intraprende, a volte abbiamo delle soste, ma la cosa più importante è riprendere il tragitto, qualunque sia. Patrizia Scascitelli può ricordarci tutto questo con il suo album «Patrizia Scascitelli 77 Now New», ascoltandolo mi trasporta in questo sogno che ricalca anche un po’ il mio vivere quotidiano. «Questo progetto ha una storia di quarantotto anni e rappresenta un seme custodito che dopo tanto tempo sboccia verso il cielo, come la ghianda che al suo interno è già la quercia che diventerò».
Patrizia Scascitelli è una pianista e compositrice che ha iniziato a suonare il piano all’età di otto anni, diplomandosi in pianoforte classico e in jazz al Conservatorio di S.Cecilia, studiando con grandi maestri classici e jazz come Giorgio Gaslini. È stata per molti anni l’unica donna jazzista italiana riscuotendo un grande successo. Dal 1981 fino al 2022 ha vissuto a New York svolgendo un’intensa attività musicale. Nel 2023 è tornata a Roma, la sua città natale, ed ha formato il gruppo Reunion Five che si è esibito in teatri e locali della capitale come al Conservatorio di Santa Cecilia, Casa Del Jazz, Alexander Platz Jazz Club e Gregrys Jazz Club. Patrizia ha scritto centinaia di composizioni e arrangiamenti, i suoi lavori sono stati eseguiti e registrati da diversi artisti ed ha suonato insieme ad illustri musicisti jazz quali: Don Cherry, Maxine Sullivan, Buster Williams, Calvin Hill, Bob Cunnigham, David «Fathead», Newman, Clifford Jordan. Facendo un passo a ritroso nel tempo e precisamente al 1976, Patrizia conobbe grandissimi artisti che parteciparono con lei a diverse esibizioni: Giancarlo Maurino al sax, Ricky Romei al basso, Carlinhos Tumbadora Silva alle percussioni e Marvin Boogaloo Smith alla batteria.
Nel 1977 con questa formazione Patrizia registrò in studio l’album che, per tutti questi anni, venne custodito su un nastro. La stessa autrice dopo vari anni e per un trasloco trovò la vecchia registrazione, la fece restaurare e dopo tutto questo tempo il disco è tornato in vita. «Patrizia Scascitelli 77 Now New» è un lavoro emozionante scritto dall’autrice e si compone di sei brani Jazz-Prog, una musica nuova, ancora attuale, che mantiene una freschezza senza tempo. Al suo interno troviamo ad esempio: «Andy» brano lirico, ispirato ai momenti unici di una storia che oltrepassa il senso delle parole. Il sax riesce a trascinare come un treno ad alta velocità le emozioni di ogni ascoltatore. Si ascolta anche il solo del batterista Marvin Boogaloo Smith, che suonando con maestria, trasforma la batteria in uno strumento melodico. In «New Jersey Song, rappresenta proprio il viaggio da New York a New Jersey che Patrizia spesso compiva per raggiungere alcuni amici musicisti con i quali suonava. Così, nacque questo brano dai timbri caldi e brillanti, e le percussioni, in perfetta comunione con la batteria, lo fanno evolvere in una magia. «Moutinho’s Song» fu ideato da Lupicinio Morais Rodrigues. Negli anni 70 al teatro Sistina di Roma veniva spesso ad esibirsi il poeta cantautore brasiliano Vinicius de Moraes, nel suo gruppo vi era il batterista Lupicinio Morais Rodrigues, anch’egli compositore brasiliano. Fu la sua amicizia con il bassista Ricky Romei, che lo portò ad incontrarsi e a suonare con i musicisti del gruppo di Patrizia Scascitelli. In una di queste jam fece ascoltare il suo brano «Moutinho ‘s Song» che piacque molto e che poi fu suonato con successo in diversi concerti. Un’altra nota da sottolineare, ho usato proprio la parola giusta per spiegare «Inno all’Imperatore» un pezzo molto noto caratterizzato dalle voci che cantano all’inizio. Perle da scoprire una dopo l’altra che consiglio a tutti, perché in questo mondo sempre più nero, la musica resta una delle poche vie per salvare l’essere umano, perché l’arte resta la voce sensibile nei cuori, dove si incontrano mani, sogni, pensieri, desideri sentimenti senza nessuna distinzione.

