Marco Postacchini Octet con «Shades Of Blue», una tempesta perfetta di suoni (Barly Records, 2024)

// a Cura della Redazione //
L’idea di questo disco è nata dall’esigenza di omaggiare una delle etichette discografiche più importanti della storia del jazz: la Blue Note Records. Nata nel 1939 da Alfred Lion e Francis Wolff, due immigrati ebrei tedeschi, ha pubblicato in particolare tra il 1950 e il 1960, quasi tutti i nomi più importanti della scena jazz di quel periodo. La storia di questa casa discografica si lega inoltre allo studio discografico di Rudy Van Gelder, un ottico con l’hobby della fonia che nel 1952 iniziò, proprio grazie alla Blue Note, una folgorante carriera come fonico, iniziata agli esordi nel salotto della casa dei suoi genitori, ma poi sviluppatasi principalmente nel famosissimo studio di Englewood Cliffs, nel New Jersey, dove nell’arco di due decenni registrarono praticamente quasi tutti i personaggi più illustri che in quel periodo stavano letteralmente scrivendo la storia del jazz.
Le composizioni scelte per formare la scaletta di questo album provengono quasi tutte da pubblicazioni storiche di questa etichetta. Su dieci tracce solo i due pezzi di Quincy Jones non sono direttamente collegati alla Blue Note ma sono stati inseriti in qualità di ulteriore omaggio ad uno degli arrangiatori più importanti, non solo del vasto mondo della musica afroamericana, ma dell’intera industria discografica statunitense. Avendo coinvolto una formazione di otto persone (come in altre precedenti produzioni) con cui ho la fortuna di collaborare da almeno due decenni, i brani sono stati arrangiati in modo da valorizzare le risorse che un tipo di organico del genere mette a disposizione. Particolare enfasi è stata riposta nella figura del basso tuba. Uno strumento anch’esso utilizzato come una sorta di omaggio allo storico album “Birth of the cool” di Miles Davis, dietro al quale lavorava la geniale mente di uno degli arrangiatori più prolifici e importanti all’interno dell’evoluzione della scrittura per medio e largo ensemble: Gil Evans.
Una scelta importante è stata quella di mantenere e di non snaturare completamente l’andamento ritmico e armonico dei brani, che nella maggior parte dei casi, almeno nelle loro parti tematiche principali, hanno mantenuto il contatto con le versioni originali. Un grande ringraziamento va a Vittorio Bartoli e Roberto Lioli che hanno creduto in questo progetto, a Daniele Marzi per l’ottimo lavoro svolto durante le riprese e nella post produzione, ma soprattutto ai musicisti che hanno partecipato all’esecuzione dei brani, compagni di lunga data: Davide Ghidoni, Massimo Morganti, Simone La Maida, Pierluigi Bastioli, Gabriele Pesaresi, Emanuele Evangelista e Stefano Paolini. Senza la loro professionalità, dedizione, e amore per la musica nessuna delle tracce inserite in questo disco avrebbe preso vita.
Line-Up
Davide Ghidoni – Trumpet / Simone La Maida – Alto sax / Marco Postacchini – Tenor sax, Flauto, piccolo / Massimo Morganti – Trombone / Pierluigi Bastioli – Tuba / Emanuele Evangelista – Piano / Gabriele Pesaresi – Contrabbasso / Stefano Paolini – Batteria
Tracklist
1 Adam’s apple – Wayne Shorter
Marco Postacchini (tenor sax), Massimo Morganti (trombone), Stefano Paolini (drums)
2 Dig dis – Hank Mobley
Simone La Maida (alto sax), Emanuele Evangelista (piano)
3 Sister Sadie – Horace Silver
Marco Postacchini (tenor sax), Davide Ghidoni (trumpet), Massimo Morganti (trombone)
4 Blue train – John Coltrane
Simone La Maida (alto sax), Gabriele Pesaresi (acoustic bass), Massimo Morganti (trombone)
5 Jitterbug waltz – Fats Waller
Emanuele Evangelista (piano), Marco Postacchini (flute), Simone La Maida (alto sax)
6 The Quintessence – Quincy Jones
Gabriele Pesaresi (acoustic bass), Davide Ghidoni (trumpet)
7 Work song – Nat Adderley, Oscar Brown Jr
Marco Postacchini (tenor sax), Massimo Morganti (trombone), Stefano Paolini (drums)
8 Blues walk – Lou Donaldson
Simone La Maida (alto sax), Davide Ghidoni (trumpet), Emanuele Evangelista, (piano)
9 The sidewinder – Lee Morgan
Marco Postacchini (tenor sax), Davide Ghidoni (trumpet)/Simone La Maida (alto sax),
Massimo Morganti (trombone)
10 Soul bossa nova – Quincy Jones
Massimo Morganti (trombone), Emanuele Evangelista (piano), collective solo by Davide Ghidoni (trumpet)/Simone La Maida (alto sax)/Marco Postacchini (piccolo)/Massimo Morganti (trombone)
