BillyHiggins_ForPeace

//di Francesco Cataldo Verrina //

Billy Higgins viene spesso ricordato dalla cronache jazz come il batterista assurto agli onori della cronaca suonando nel quartetto di Ornette Coleman o come sideman al soldo di altri autorevoli jazzmen. Nella sua carriera ha preso parte ad oltre 700 registrazioni, anche di tipo di rock e funk. A partire dal 1958, ha operato al fianco di innumerevoli musicisti bop e post-bop, tra cui Donald Byrd, Dexter Gordon, Grant Green, Herbie Hancock, Joe Henderson, Paul Horn, Milt Jackson, Jackie McLean. Pat Metheny, Hank Mobley, Thelonious Monk, Lee Morgan, David Murray, Art Pepper, Sonny Rollins, Mal Waldron e Cedar Walton. Per lungo tempo, negli anni Sessanta, è stato uno batteristi di fiducia di casa Blue Note partecipando a dozzine di sessioni dell’etichetta di Alfred Lion. La lunga e accreditata attività di gregario rischia, spesso, di far passare in secondo piano la carriera di Higgins come band-leader, soprattutto il suo rapporto con l’italiana Red Records con cui ha pubblicato alcuni classici nell’ambito del jazz mainstream.

Generalmente, gli album in cui la guida è affidata ad un batterista, oltre ad una migliore compattezza ritmica, fanno emergere la maggiore libertà espressiva dei vari strumentisti ed una propensione all’improvvisazione da parte di tutto l’ensemble, senza mai disperdere lo spirito collaborativo. Va sottolineato anche il fatto, che Higgins non ha mai cercato di scimmiottare nelle sue uscite da solista i capiscuola della batteria jazz, in particolare cercando di usare un metodo organizzativo simile a quello di Art Blakey. In genere i dischi di Billy Higgins sono delle piacevolissime performance inter pares, dei raffinati set all-stars che non perdono mai di vista l’unità d’intenti e la finalità del progetto nel suo insieme. In questa sessione il batterista si avvale della collaborazione di William Henderson al piano, il quale diventa una sorta di alter-ego, firmando anche due della nove tracce presenti nell’album; Horold Land al sax tenore e soprano, il quale, da par suo, aggiunge anche tre stille di creatività al progetto; infine, ma non ultimo Jeffery Litleton al basso. Higgins tiene unito il gruppo con sopraffina maestria e, sul finale si concede anche un’ottima composizione per soli tamburi, «Something For Juno (A Drum Suite Dedicated To Juno Lewis)», una vera e propria lezione di arte percussiva, quasi un lungo assolo di batteria della durata di oltre sei minuti.

L’album si apre con «3/4 For Peace», dove il 3/4 indica un tempo di valzer, un perfetto tempo di danza dove pianoforte e batteria trasportano l’ascoltatore in continuo vortice di bellezza espressiva ed esecutiva. «In The Trenches» mette ancora in risalto le zampillanti armonie del pianoforte di Henderson, mentre Higgins accompagna con un ritmo quasi spazzolato. «Thogether With Love» a firma Henderson, crea un atmosfera introspettiva e sospesa, mentre «Short Subject», composta da Land, il sax soprano sviluppa una ragnatela sonora surreale e fiabesca. Con «Dark Mood», composta sempre da Land, il gioco si fa «duro», il sassofonista lancia il suo infuocato tenore verso cime tempestose, imbeccato dal piano e dall’ottimo lavoro di sostegno di basso e batteria, puntualissimi dalle retrovie. Lo standard «What’s New» è una ballata dall’umore notturno ed oscuro, eseguita con un pathos abissale, dove il sax di Land accarezza le corde della nostalgia. «Step Right Up To The Bottom», altra creatura di Harold Land, è un ottimo post-bop uptempo nel segno della migliore tradizione, ottimo il lavoro collegiale di tutta la band. Con «Someday My Prince Will Come» si giunge a più miti consigli, con un raffinata ballata mid-range, magnificata dai ricami armonici del piano di Henderson. Billy Higgins regala al mondo un piccolo scrigno di gioielli sonori ed una registrazione superba che fa risplendere al meglio il suono reale degli strumenti con una dinamica impressionante, forse una delle sue migliori incisioni discografiche: eccellenti tutte le composizioni e perfetti i suoi compagni di viaggio. Registrato il 27 gennaio del 1993 al Sonora Studio di Los Angeles, «For Peace» è un album che non dovrebbe mancare nella collezione dei veri cultori del grande jazz di ieri, di oggi e di domani.

Billy Higgins
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